APPELLO PER UNA ASSEMBLEA NAZIONALE A MILANO PER SABATO 30 APRILE
PROMOSSA DALLA RETE PER IL REDDITO SOCIALE ED I DIRITTI
Siamo alla vigilia di una nuova e grande Euromayday contro la
precarietà e
per il reddito sociale che quest?anno per la prima volta toccherà ben 14
città europee. Si tratta di un risultato importante che le reti del
precariato, il sindacalismo di base e i movimenti sociali si sono
conquistati nel corso di questi anni, facendo assumere al tema della
lotta
alla precarietà la centralità che merita.
Non era un risultato scontato. Avevamo di fronte il monopolio che i
sindacati confederali e la sinistra tradizionale pretendono di
esercitare
sul Primo Maggio, le vecchie incrostazioni ideologiche che
discriminavano le
rivendicazioni del reddito per quelle del lavoro salariato ed anche la
concezione secondo cui la precarietà avrebbe rappresentato la
condizione di
una fetta marginale del mondo del lavoro e non la sua tendenza
fondamentale,
come purtroppo solo oggi riconoscono in tanti. Del resto è notoria la
complicità accordata al sistema della precarietà con il pacchetto Treu
e la
legge Biagi anche dalla sinistra riformista e dei sindacati
concertativi.
Aver ottenuto questo successo è giustamente motivo di soddisfazione ma
non
può impedirci di vedere le nuove insidie che abbiamo davanti e,
contemporaneamente, spronarci verso nuovi obiettivi.
Innanzitutto i movimenti sociali nel loro complesso sono sottoposti ad
una
pesante stretta repressiva: abbiamo censito finora 15.000 procedimenti
penali avviati e/o conclusi da Napoli/Genova 2001 in poi a carico di
migliaia di attivisti, di lavoratori, di studenti, ecc. Si tratta di un
dato
impressionante che testimonia di per sé dell?uso distorto della
magistratura
contro i movimenti e dell?incapacità di questo sistema di interpretare i
nuovi conflitti sociali. L?imputazione inedita di alcuni reati a carico
dei
movimenti di lotta come ?estorsione?, ?associazione a delinquere?,
?rapina
aggravata?, ?devastazione?; l?accanimento con il quale da Cosenza in
poi si
sta cercando di costruire una sorta di nuovo teorema ?sull?eversione
dello
stato democratico? che arriva a colpire fino ai precari di Bologna che
si
autoriducono il biglietto del cinema; l?uso diffuso della denuncia
penale
contro tutti i movimenti, da Melfi e Acerra agli autoferrotranviari fino
agli studenti che occupano la propria scuola. Messi insieme tutti questi
elementi ci segnalano l?emergere di una pesante e diffusa intimidazione
poliziesca e giudiziaria mossa dalla politica che tende a chiudere gli
spazi
di agibilità democratica e ad impedire nuove espansioni dei movimenti.
Questa stretta repressiva si spiega soprattutto con il peggioramento
generale delle condizioni di vita. Assistiamo da tempo ad una riduzione
dei
redditi reali ed è cresciuta nel paese quella parte di popolazione che
non
arriva alla ?quarta settimana?. E? l?incremento continuo della
precarietà
che sta portando ad un impoverimento generale e ad un abbassamento di
tutto
il sistema delle tutele. Ad essere messo a repentaglio è ormai un
insieme di
diritti, come quello al reddito, alla casa, ai servizi, alla salute,
all?
istruzione e alla formazione permanente ed alla cultura.
Si tratta di quel welfare sociale che oggi solo per una parte dei
lavoratori
è esigibile, anche in virtù della contrattazione collettiva sui luoghi
di
lavoro che manca completamente ad una fascia sempre più estesa di
popolazione che non ha alcuno strumento di protezione ne luoghi e spazi
conosciuti di contrattazione sociale. I poteri forti in questi anni,
grazie
al neoliberismo, si sono ?deresponsabilizzati?, si sono liberati da ogni
tipo di responsabilità sociale modificando il modo di produrre e la
forma
giuridica del rapporto di lavoro e questo non solo ha ridotto i vecchi
diritti ma ha cancellato gli spazi per conquistarne di nuovi. Anche per
questo il territorio ha assunto una centralità che in passato non aveva,
spingendo verso forme nuove di connessione tra lavoratori tradizionali e
conflitti sociali diffusi.
Nuovi movimenti si affacciano sulla scena: vengono repressi ma non
arretrano, sembrano privi di sbocchi eppure crescono e si diffondono.
Sono
portatori di domande di cambiamento sociale ma anche di democrazia e di
libertà. Alludono a forme inedite e ancora immature di sindacalismo
metropolitano, a pratiche di difesa di interessi calpestati e non
rappresentati ma anche a forme nuove di organizzazione, di lotta e di
costruzione di nuovo spazio pubblico. Hanno di fronte il problema di
come
impedire che gli chiudano la bocca e contemporaneamente di come dare
seguito
alle lotte sociali che incarnano. Di tutto questo vogliamo discutere
insieme
il 30 Aprile a Milano nel giorno che precede la nostra nuova e grande
Euromayday in una Assemblea Nazionale di movimento.
L?ASSEMBLEA SI TERRA? ALLE ORE 16.00
CANTIERE/MILANO - VIA MONTEROSA 84
RETE PER IL REDDITO SOCIALE ED I DIRITTI
INFO E CONTATTI :
Roma cestes@??? tel. 06/7628275
Milano Cantiere - MM1 fermata piazzale Lotto 02/36511380