APRILE 1945 - APRILE 2005
CONTRO L'IMPERIALISMO NUCLEARE, PER I DIRITTI SOCIALI E LE RESISTENZE
POPOLARI.
Ricordare chi 60 anni fa, lottò contro la barbarie nazifascista è
doveroso. Ma la com-memorazione in sé non aiuta a comprendere gli interessi
dei ceti economici che portarono il mondo alla seconda guerra mondiale. La
lotta partigiana non fu soltanto contro l'occupazione nazifascista, ma anche
per l'emancipazione sociale dei ceti popolari contro la grande borghesia,
che finanziò ed appoggiò il fascismo per mantenere i propri privilegi. La
vergogna dei lager nazisti e la bomba atomica sganciata su Nagasaki ed
Hiroshima dagli Stati Uniti sono la drammatica conseguenza dell'
imperialismo, che attraverso la guerra impone il proprio dominio
assoggettando territori, popolazioni, nuovi mercati e risorse energetiche.
Il genere umano dopo la primavera del '45 sperò di vivere in pace dopo le
atrocità viste e subite, ma così non fu: la guerra di Corea, le lotte di
liberazione anticoloniali, il Vietnam; guerriglie e contro-guerriglie,
desaparecido, regimi autoritari, la minaccia costante del terrore nucleare;
l'Italia divenne un'immensa base militare Usa, da Camp Darby alla Maddalena,
da Aviano a Napoli, a Taranto, etc. Dopo il crollo dell'Urss, gli Usa ci
proiettano quotidianamente verso il nuovo ordine mondiale; giorno per giorno
l'occupazione militare dell'Iraq miete nuove vittime per il petrolio. All'
interno di una spaventosa crisi economica, potenze continentali come Cina,
Russia e India aumentano spese militari ed armamenti nucleari in una
competizione globale preoccupante per l'intero pianeta; milioni di esseri
umani fuggono da guerra e fame; l'80 % della popolazione mondiale vive in
condizioni al limite della sopravvivenza. Anche nei paesi occidentali le
sacche di povertà crescono quotidianamente. Ogni governo privatizza i
servizi sociali, precarizza i lavoratori e cancella ogni diritto conquistato
duramente con le lotte. In questo processo che oramai dura da più di venti
anni, si insinua un revisionismo storico e un'artefatta memoria
nazional-popolare che tende ad assolvere i crimini del ventennio fascista,
le stragi di stato degli anni '60-'70 rimaste impunite e l'occupazione
militare dell'Iraq. La lotta di allora contro il nazifascismo e per l'
emancipazione sociale va ricordata e attualizzata quotidianamente attraverso
il protagonismo sociale. E' sempre più urgente comprendere che un altro
mondo possibile o ci sarà per tutti o non ci sarà per nessuno. La
globalizzazione capitalista, attraverso l'applicazione delle politiche
neoliberiste, non si fermerà nell'attacco alle condizioni di vita e di
lavoro nel mondo. Una profonda trasformazione sociale deve quindi passare
anche dalla capacità dei movimenti di creare unità e solidarietà
internazionale.
23 Aprile - ore 16.00 - ASSEMBLEA PUBBLICA presso il circolo il Mattaccio
Tassignano
interverranno: - Giorgio Ferrari di Rossovivo (Roma)
- Dario Paccino, partigiano, della BIM (Biblioteca
Invendibili e Malvenduti)
- Un esponente del "Comitato Giustizia e Verità per
le stragi dell'Oltreserchio"
24 Aprile - ore - presso il circolo il Mattaccio Tassignano " il
comitato di solidarietà con il Kurdistan turco" promuove una serata di
controinformazione in sostegno alla causa Kurda, all'interno dell'iniziativa
verranno raccolti fondi per i prigionieri nelle carceri turche.
25 Aprile - ore 15.00 - Piazza del Giglio - PRESIDIO - MANIFESTAZIONE per
attualizzare la resistenza al neoliberismo.
ASSEMBLEA SPAZI AUTOGESTITI - BIBLIOTECA PER INVENDIBILI E MALVENDUTI
ROSSOVIVO - COLLETTIVO STUDENTESCO PER IL DIRITTO ALLO STUDIO
APRILE 1945 - APRILE 2005 i passi obbligati per non gettarsi la guerra alle
spalle.
CONTRO L'IMPERIALISMO NUCLEARE, PER I DIRITTI SOCIALI E LE RESISTENZE
POPOLARI.
Sessanta anni. Appena sessanta anni ci separano dall'universo di macerie
della seconda guerra mondiale e già si paventa la minaccia di un nuovo e
generalizzato conflitto.
Uscita vittoriosamente dalla guerra fredda (la III guerra mondiale),
liberata dai vincoli imposti dall'equilibrio del terrore, la spinta all'
accumulazione capitalista non ha avuto più confini. Sotto qualunque
latitudine o bandiera, l'economia mondo oggi imperante parla il medesimo
linguaggio: quello dell'oppressione, della disuguaglianza sociale, dello
sfruttamento illimitato della forza-lavoro e l'accaparramento delle risorse
del pianeta.
Che sia per sete di petrolio o di acqua, gli interessi dell'Europa, degli
Usa, del Giappone, della Cina, della Russia o dell'India, sono in rotta di
collisione e non c'è governo o istituzione internazionale che sia in grado,
al momento, di conciliarli. Come asseriscono i "neocon" americani, la IV
guerra mondiale è cominciata ancora prima dell'11 Settembre, e nessuno può
dire se e come terminerà.
Eppure, proprio sessanta anni fa, il mondo conosceva la vergogna e il
terrore degli imperialismi in lotta -tedesco e americano- per aver concepito
e praticato lo sterminio dei lager e quello della bomba atomica. Di questi
eventi ci è stata resa sterile memoria. Una memoria che celebra ma non
ricorda, che descrive ma non spiega come e perché si giunse a tanta
atrocità. Così è stato per Auschwitz e Hiroshima; così è per la Resistenza.
Resistenza che si vorrebbe omologata al suo opposto -il nazifascismo- nel
tentativo di riscrivere la storia oscurando le cause passate e recenti di un
conflitto politico proseguito anche dopo il 1945 e niente affatto risolto.
Repubblichini e partigiani, fascisti e antifascisti, divisi dall'odio e
accomunati nella violenza, sia durante la Resistenza come negli anni '70:
tutti egualmente colpevoli, tutti perdonabili se si accetterà -in cambio di
una artefatta memoria nazional-popolare- di assolvere le istituzioni
Repubblicane da ogni responsabilità per i crimini e le stragi rimaste
impunite.
Da Sant' Anna di Stazzema a Marzabotto, un unico sentiero di delitti
occultati nell'"armadio della vergogna", segna le tappe della pagina più
tragica della Resistenza, quando fascisti e tedeschi in ritirata dalla linea
Gotica fecero terra bruciata di uomini e cose, in ciò facilitati dalla
decisione del comando alleato di rimandare l'avanzata verso nord ed
invitando i partigiani a sospendere la lotta.
Fu a questo punto che si manifestò in tutta la sua portata storica la
discriminante politica della Resistenza: rimasti soli e senza appoggio a
fronteggiare l'esercito nazifascista, i partigiani non tornarono a casa e
proseguirono la lotta fino all'insurrezione vittoriosa dell'Aprile '45.
Sessant'anni dopo, rimossa la pregiudiziale antifascista che era alla base
del patto costituzionale, la sinistra storica volta le spalle alla guerra e
alla Resistenza, consentendo che gli eredi di Salò, oggi al governo,
predispongano il paese a nuove guerre e sacrifici.
Di qui la necessità di sottrarci al destino di distruzione scritto nel
sistema dell'economia-mondo capitalista, compiendo quei passi obbligati che,
come durante la Resistenza, segnino un discrimine politico ancora capace di
dare senso e speranza a questo presente.
23 Aprile - ore 16.00 - ASSEMBLEA PUBBLICA presso il Mattaccio via dell'
aeroporto Tassignano 10
interverranno: - Giorgio Ferrari di Rossovivo (Roma)
- Dario Paccino, partigiano, della Bim (Biblioteca
Invendibili e Malvenduti)
- Un esponente del "Comitato Giustizia e Verità per
le stragi dell'Oltreserchio"
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