Auteur: Federazione Anarchica Torinese Date: Sujet: [Cerchio] Quincinetto, Torino, Milano: No TAV, NO galleria di Venaus
Iniziative di informazione contro la TAV si sono svolte nel pomeriggio di sabato 16 a Quincinetto, Torino e Milano
Oggi pomeriggio a Quincinetto si è svolta un'iniziativa di controinformazione sull'Alta velocità in Val di Susa. La scelta di Quincinetto, piccolo paese di montagna in provincia di Torino poco prima dell'imbocco della Val d'Aosta, è dovuta alla presenza in paese della Cogeis, ditta consociata della CMC di Ravenna che ha vinto l'appalto per la costruzione a Venaus di un tunnel di servizio di nove km collegato alle due "canne" principali di 52 chilometri. Le due gallerie, traforando la montagna da Venaus a S. Jean de Maurienne, sono destinate a produrre danni ambientali considerevoli (taglio delle falde, estrazione di materiali pericolosi quali l'uranio e l'amianto, etc.). Si tratta, lo dicono con "orgoglio" le stesse ditte che hanno vinto l'appalto per conto del General Contractor LTF (Lyon Turin Ferroviarie), di realizzare una linea di "pianura" (con pendenza non superiore al 12%) in montagna (la montagna in questione è l'Ambin, 3.500 metri di altezza).
La ditta che guida la cordata vincitrice l'appalto è la CMC di Ravenna, una cooperativa rossa, che in materia di TAV ha una lunga esperienza: suoi i lavori che hanno devastato il Mugello e per i quali è sotto processo.
Oltre alla CMC ci sono ditte di Roma e Milano (Geotecna), Faenza (Bentini Costruzioni), Quincinetto (TO) (Cogeis).
A Quincinetto il sindaco ha fatto sgomberare dalle auto la piazza sulla quale si affaccia la sede della Cogeis. Sull'ordinanza si leggeva che ciò era dovuto ad un presidio di protesta organizzato da gruppi "Anarchici/no-global". Oggi pomeriggio la piazza "Armonia e concordia" si presentava come un fortilizio presidiato da carabinieri e chiuso da camionette. L'assurda militarizzazione della piazza era notata anche dagli abitanti che chiedevano curiosi informazioni sulle ragioni della nostra presenza e si stupivano per un tale spiegamento di forze.
Appeso in centro alla piazza uno striscione e la bandiera contro la TAV, mentre un gruppo manteneva il presidio, in buona parte abbiamo lasciato la piazza desertificata ai tutori del disordine statale e ci siamo sparsi per le vie del paese volantinando ed affiggendo manifesti.
A pomeriggio inoltrato, dopo aver diffuso per la città la nostra protesta, abbiamo appeso lo striscione inizialmente posto in centro alla piazza sulla cancellata di ingresso della Cogeis. Sullo striscione era scritto "No TAV, No Tunnel di Venaus! Cogeis criminali".
Nonostante l'allarmismo ad arte provocato dall'ordinanza del sindaco, l'iniziativa, cui hanno preso parte anche rappresentanti del Comitato anti Tav di Pianezza, è pienamente riuscita.
Un primo passo perché possa prendere avvio una campagna di boicottaggio delle ditte impegnate in un progetto di distruzione ambientale, che, se attuato, potrebbe trasformare in un deserto una delle più belle valli alpine, già duramente provate da due statali, da una linea ferroviaria internazionale e da una mostruosa autostrada.
A Milano i compagni della FAI milanese, al presidio di solidarietà con i prigionieri di via Corelli in sciopero della fame, hanno distribuito un volantino contro la TAV e di informazione su un'altra delle ditte che prenderanno parte ai lavori a Venaus, la Geotecna, che ha sede a Milano.
A conclusione della giornata nella centralissima galleria S. Federico di Torino, affollata dal consueto via vai del sabato pomeriggio, uno striscione con la scritta "L.T.F: criminali. No Tav" firmato FAI è stato fissato alle colonne antistanti l'ingresso della sede di "Lyon Turin Ferroviare", il general contractor cui è affidata la costruzione della tratta centrale della TAV tra Torino e Lione. Volantini sono stati lasciati sul posto.
Si tratta di piccoli segnali di solidarietà verso la gente della Val Susa impegnata da oltre un decennio nella lotta contro un progetto di devastazione ambientale di proporzioni enormi.
Nelle prossime settimane e mesi questa lotta entrerà in una fase cruciale: in val Susa la popolazione è decisa a bloccare questo progetto di morte, perché vuole continuare a vivere nel proprio territorio senza dover pagare dazio ad una modernità che corre sempre più forte sui binari della distruzione irreversibile di beni che non hanno prezzo come l'aria, l'acqua, le montagne.
Allarghiamo la lotta, boicottiamo le ditte impegnate nella distruzione della Val Susa!
I valsusini non sono soli: la loro lotta è anche la nostra lotta per un ambiente più vivibile per una civiltà fondata sulle persone e non sul profitto, sulla qualità della vita e non sulla velocità.
Per info:
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