[Cm-roma] Qualcosa sta cambiando...

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Autore: Oltre
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Oggetto: [Cm-roma] Qualcosa sta cambiando...
In Italia forte calo della domanda per tutti i combustibili, la benzina giù
del 8,5%.

Articolo di LUCIO CILLIS.

ROMA- Il caro petrolio e la pesante crisi economica stanno cambiando le
abitudini degli automobilisti italiani che iniziano a pigiare meno
sull'acceleratore. La spia rossa che mostra un cambiamento radicale rispetto
al vecchio modo di guidare di oltre 30 milioni di guidatori, si accesa ieri
con i nuovi dati sui consumi resi noti dall'Unione petrolifera.

Nel complesso a marzo, è stato registrato un calo pesante, pari al 5,5%,
rispetto allo stesso mese del 2004. In particolare, la domanda di benzina è
scesa del 5,8% e prosegue la tendenza negativa sia per il gpl che cala del
13,5%, sia per la domanda di olio combustibile ad uso termoelettrico
(-25,4%) a dimostrazione di una tendenza al risparmio energetico delle
famiglie.

Ma è la sostanziale tenuta dei volumi del gasolio che fa temere un cambio di
marcia nelle consuetudini degli italiani: infatti, nonostante il parco auto
diesel sia ormai il dominatore assoluto delle immatricolazioni per le nuove
vetture, i consumi di gasolio restano per la prima volta al palo. La domanda
di questo tipo di carburante, pur restando ancorata a 2,1 milioni di
tonnellate, dopo diversi anni di continua e considerevole ascesa sembra
essere entrata per i petrolieri «in una fase di preoccupante cedimento,
tanto più se si tiene conto che il parco diesel è in costante crescita a
spese di quello a benzina».

E sono neri pure i dati relativi al primo trimestre di quest'anno: la
benzina ha fatto registrare un calo complessivo dei consumi dell'8,5% mentre
il gasolio auto è diminuito di mezzo punto percentuale. In totale, nei primi
tre mesi del 2005 i consumi petroliferi sono stati di circa 21,8 milioni di
tonnellate, con un decremento del 4,6% rispetto allo stesso periodo del
2004.

Comprensibile, quindi, la preoccupazione dell'Unione petrolifera guidata da
Pasquale De Vita, visto che «negli ultimi anni il rialzo della domanda di
gasolio auto aveva più che compensato la flessione di quella di benzina,
portando ad un segno positivo per i consumi complessivi di carburanti». Un
altro campanello d'allarme suona a causa del caro-greggio: nei primi due
mesi del 2005 il costo del petrolio, pari a 230,8 euro a tonnellata, ha
segnato un'impennata ragguardevole non lontana dal 30 per cento (28,4%).

Il petrolio è anche causa di enormi grattacapi per l'amministrazione Bush.
Negli Usa è stato toccato un nuovo record per il deficit commerciale già
pesantissimo: a febbraio il disavanzo è schizzato a ben 61 miliardi di
dollari, battendo le già poco ottimistiche previsioni degli economisti che
puntavano su un incremento più contenuto, attorno ai 59 miliardi di dollari
dai 58,5 miliardi precedenti.

Un dato che conferma quanto gli Stati Uniti continuino a spendere più di
quanto possano permettersi. Il dollaro sui mercati è così sceso ieri fino a
1,3017 contro l'euro (da 1,2987) per poi oscillare a lungo attorno quota
1,29.

Tratto da "la Repubblica" del 13 Aprile 2005.

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