Ho appena finito di parlare al telefono con L.C., lavoratore rumeno, detenuto al CPT di via Mattei in Bologna che mi ha raccontato:
Domenica notte, alle ore 2, forze dell'ordine sono andati sul Lungoreno ed hanno rastrellato, tra le abitazioni / baracche nelle quali vivono decine di lavoratori di nazionalità rumena, 9 persone, attualmente recluse al CPT di via Mattei.
I 9 detenuti hanno spontaneamente iniziato uno scipero della fame.
Domani mattina ci saranno le udienze per la convalida del loro trattenimento all'interno del centro.
Ancora una volta la risposta delle Istituzioni (o almeno di buona parte di esse) al problema dello sfruttamento dei lavoratori in nero è rinchiudere chi lavora dentro le carceri speciali...
Ancora una volta il CPT si mostra per quello che è, ovvero (non)luogo attraverso il quale liberarsi della manodopera sovrabbondante nel mercato.
Ancora una volta dobbiamo assistere al triste spettacolo della privazione di ogni libertà nei confronti di chi ha commesso, quale unico crimine, il grave reato di aver lavorato per 30 euro al giorno in un cantiere malsicuro, sfruttato dal proprio padrone, minacciato dai suoi scagnozzi, ignorato dale istituzioni, abbandonato da qualsivoglia "servizio sociale", per giunta lontano dal proprio paese.
Ancora una volta... bisognerà fare in modo che arrivi l'ultima...
Andrea
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