Carissim*,
riservandomi di intervenire con più agio e più estesamente sul tema
proposto da Anton, intendo proporvi alcune considerazioni a latere,
sensa entrare nel merito delle questioni, ma limitandomi al metodo. In
primo luogo sul concetto di rappresentanza: se il senso è quella della
rappresentanza deputata, in termini di democrazia borghese, all'interno
di essa e nelle sue istituzioni, la cosa è importante, ma è altra
rispetto alla questione dei criteri di organizzazione di una
rappresentanza autonoma di sè che il momento (i movimenti) si deve
(devono) dare al fine di condurre la battaglia antagonista e di
costruire nella lotta e nell'autoorganizzazione una società alternativa.
Ritengo che l'intervento di Anton, fosse relativo alla prima questione,
però è importante da subito che non si confonda questa prima accezione
con la seconda. In secondo luogo: una rappresentanza nelle istituzioni
borghesi, deve necessariamente fare i conti con la capacità di
autoorganizzarsi e di autorappresentarsi socialmente come soggetto
autonomo dei movimenti, altrimenti il rischio che si corre è che -
comunque la rappresentanza istituzionale nasca - la rappresentanza
istituzionale prevalga sul lavoro di autorganizzazione e di gestione
democratica dei movimenti sul terreno sociale: insomma la lotta
antagonista correrebbe il rischio di essere rubordinata - in senso
riformista - alla logica istituzionale. Certo non abbiamo bisogno di
questa cosa, infatti Rifondazione c'è già. Per finire, quindi, solo dal
concreto dell'iniziativa di lotta e dell'autorganizzazione autonoma
possiamo far emergere i contenuti di un programma da rappresentare anche
a livello istituzionale, avendo la coscienza che questo è solo un
terreno secondario dello scontro di classe.
Altre questioni di metodo a una prossima, sempre che qualcuno mostrai
interesse
Un saluto
Giancarlo Giovine
?You can?t blow and inhale at the same time?
Genoese proverb