Elezioni regionali: un'Italia diversa è possibile
Si costruisca adesso, insieme ai cittadini,
una vera alternativa di governo
Dichiarazione di Paolo Beni, presidente nazionale Arci
L'Arci esprime grande soddisfazione per l'esito delle elezioni regionali
del 3 e 4 aprile.
In poche altre occasioni nella storia recente del Paese era emerso dalle
urne un risultato elettorale altrettanto netto e significativo: il
centrosinistra ha vinto con proporzioni impreviste tanto nella conta dei
governatori eletti quanto nel numero complessivo dei voti. Inoltre, la
tendenza dell'elettorato emerge in modo omogeneo sull'intero territorio
nazionale. Gli elettori hanno tolto la fiducia ai governi uscenti in ben
6 delle 8 regioni amministrate dalla destra negli ultimi 5 anni, mentre
l'hanno confermata a tutti quelli del centrosinistra. Anche in Veneto e
Lombardia, uniche regioni rimaste al centrodestra, i distacchi abissali
di 5 anni fa si sono enormemente ridotti.
La destra ha perso e lo sa. Dopo 4 anni di governo la maggioranza
parlamentare perde consensi e non rappresenta più la maggioranza del
paese. Sta crollando il blocco sociale su cui Berlusconi aveva costruito
la sua avventura, nonostante il miraggio della riduzione delle tasse e
la generosa distribuzione di favori effettuata con l'uso privato delle
istituzioni, in barba ad ogni regola e garanzia democratica.
La destra ha perso perché l'Italia è cambiata. L'irrompere sulla scena
mondiale del grande movimento per la pace e contro la globalizzazione
liberista, la ripresa del conflitto sociale e nel mondo del lavoro,
hanno contribuito a produrre una nuova consapevolezza, a rinnovare la
speranza in un futuro diverso e migliore.
In queste elezioni, dal carattere fortemente politico, i cittadini hanno
deciso per l'alternativa, bocciando senza appello una classe dirigente
che ci ha trascinati in guerra, la sua fallimentare politica economica e
sociale, il suo progetto arrogante e autoritario di modifica della
Costituzione.
E' vero che sull'esito delle elezioni ha pesato il declino della destra.
Ma è vero anche che il centrosinistra, finalmente unito, ha ricevuto
dagli elettori un'apertura di credito tanto grande quanto impegnativa.
Ora dovrà essere all'altezza di queste aspettative, costruendo le
condizioni per un cambiamento che non sia la semplice alternanza nella
guida del Paese ma una vera alternativa, nei valori e nelle scelte di
governo. C'è un anno di lavoro davanti, deve riprendere subito
l'iniziativa delle opposizioni in Parlamento e nel Paese, a partire
dalla battaglia per impedire lo stravolgimento della costituzione.
La politica e la democrazia non si esauriscono nelle elezioni ma si
nutrono di iniziativa continua e diffusa. Ce lo ricorda la vittoria di
Niki Vendola, candidato a sorpresa grazie alle primarie, a conferma che
quando apre le porte alla partecipazione e sceglie contenuti realmente
alternativi e condivisi la politica ritrova passioni, valori,
concretezza e capacità di suscitare consensi.
Roma, 5 aprile 2005
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