[Lecce-sf] Fwd:Bologna - Solidarietà ai precari inquisiti

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著者: uccio
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題目: [Lecce-sf] Fwd:Bologna - Solidarietà ai precari inquisiti
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Subject: Bologna - Solidarietà ai precari inquisiti
Date: Sat, 02 Apr 2005 15:09:00 +0200
From: Gaber <gaber@???>

In merito alla accusa di eversione per San Precario a Bologna

Gli avvenimenti bolognesi di questi giorni ci portano come compagni e
compagne del Comitato Cittadino contro i Reati Associativi a porre in modo
ancor più evidente l'urgenza di una riflessione sulla repressione.
In Italia viviamo in un periodo di recessione, dove la precarietà sociale
inizia a lambire i margini di benessere dei ceti medi. Già larghe fasce di
lavoratori subiscono da anni la precarietà lavorativa e abitativa, normata
da leggi quali il pacchetto Treu del centro sinistra e la legge Biagi del
centro destra. E' evidente che la forbice sociale si sta ampliando. I
processi di crisi economica si riscontrano anche sul piano internazionale, e
si manifestano con una crescente aggressività imperialista.
Anche nella "ricca" Bologna si assiste, da ormai diverso tempo, ad una
precarizzazione diffusa del tessuto lavorativo. Le fabbriche sono veri e
propri laboratori dove si sperimentano tutte le tipologie contrattuali e
dove fra flessibilità produttiva, precarietà contrattuale, cassa
integrazione e licenziamenti, si stritolano i lavoratori.
Lavoratori precari per lo più immigrati dal sud Italia, dall'Africa e
dall'Asia. Operai che vanno a riempire i moduli nelle agenzie di lavoro
temporaneo, e trovano case tramite gli strozzini.
L'edilizia copre una grande fetta di precariato, dove muratori italiani e
dell'est Europa, per paghe da fame in nero fanno turni massacranti.
La precarietà inizia a toccare settori sociali scolarizzati, che sono massa
per i nuovi lavori, ad esempio nei call center. L'università diventa sempre
più selettiva per censo, si lega sempre più a doppio filo a logiche
aziendali e di profitto.
Le politiche antioperaie sul lavoro si accompagnano a una politica
speculativa selvaggia sugli affitti. Tutto questo dentro un completo
smantellamento dei servizi sociali: istruzione, sanità, trasporti.

Dentro questo quadro, è evidente che vi siano lotte contro la precarietà
sociale diffusa portate avanti dai settori sociali colpiti, che a vari
livelli esigono maggiori garanzie per sè. Il processo di crisi trova nella
resistenza dei lavoratori la sola barriera di contrasto. Resistenza che si
manifesta in mille modi, e su piani diversi.
La società in cui viviamo si basa su rapporti di forza, e gli spazi che di
volta in volta i lavoratori si garantiscono sono conquistati a caro prezzo.
Oggi gli spazi di democrazia si stanno pian piano chiudendo: una semplice
protesta, come l'aver deciso di non pagare il biglietto al cinema, fa
assumere allo Stato un atteggiamento durissimo. Gli spazi di mediazione si
stanno sempre più restringendo, maggiore è la crisi e maggiore è l'arroganza
del potere che si sente minacciato, sia a causa della resistenza dei
lavoratori, sia per l'impossibilità di acquistare consenso, visti i minori
margini di benessere.
Quindi l'unico imperativo è colpire, distruggere, soffocare ogni dissenso,
prima che si diffonda come un virus. Ovviamente il meccanismo del potere non
si può basare solamente su repressione e controllo, ha bisogno del consenso,
che trova ancora attraverso i margini economici che ci permette il "primo
mondo".

Diversi compagni e compagne sono accusati di vari reati con l'aggravante di
eversione, per aver deciso di vedere un film senza pagare. Il PM Giovagnoli
vuol colpire non tanto il gesto, ma lo spirito che muove chi lo compie. Gli
apparati repressivi dello Stato tentano di porre un freno alla capacità di
reazione e resistenza dei precari o meglio dei lavoratori tutti.
Per fare questo il PM ha utilizzato l'apparato legislativo che lo Stato
italiano possiede, il Codice Rocco di epoca fascista (che contiene il
famigerato art. 270, cioé l'associazione sovversiva), aggravato dal Decreto
Cossiga dell'inizio degli anni 80. Il Decreto Cossiga introduce il 270bis,
attraverso un estensione delle tipologie di associazione sovversiva e della
pena, rispetto al 270 del Codice Rocco. Nello stesso Decreto si introduce
l'aggravante per eversione. Il decreto Cossiga, così come il Codice Rocco,
vennero promossi dallo Stato come leggi eccezionali, tuttavia, la loro
applicazione è divenuta definitiva. Per lo Stato il processo di
controrivoluzione non si arresta mai, anzi progredisce sempre, sperimentando
in periodi di alta conflittualità sociale leggi emergenziali che diventano
poi la regola.
In questi ultimi anni abbiamo assistito ad una impennata dell'utilizzo
dell'associazione sovversiva, anche a Bologna. L'utilizzo dell'associazione
sovversiva, e dell'aggravante per eversione, è tuttavia mutata; nei primi
anni 80 l'applicazione di massa di questi capi d'accusa serviva per far
scontare svariati anni di carcerazione preventiva a migliaia di compagni,
ora serve per lo più a tenere sotto pressione, indagare, dividere tutti quei
compagni e situazioni che sostengono il conflitto tra le classi,
indipendentemente dalla tipologia d'azione o d'organizzazione.
Reati associativi che non colpiscono solo militanti o strutture della
sinistra rivoluzionaria e antimperialista, ma che servono in ultima istanza
a colpire i lavoratori.
La criminalizzazione e l'uso della polizia sono la dimostrazione di come il
sistema economico stia attraversando un periodo di crisi, e dove le
concessioni si tramutano sempre di più in pene, manganelli e manette.

Come un tempo nelle grandi battaglie sindacali si chiedeva il pane ma anche
le rose, i manifestanti che hanno deciso di non pagare il biglietto hanno
chiesto le rose, ma ancora una volta lo Stato e la magistratura hanno dato
in cambio spine.
Bisogna iniziare a porre il problema dell'uso indiscriminato dei reati
associativi e lottare contro le leggi fasciste, rompendo le barriere che
esistono tra lavoratori e tra compagni.
Rompere l'isolamento di chi è colpito è fare della solidarietà un'arma
contro Stato e padrone (fate attenzioneS).
Troppo spesso la criminalizzazione e l'isolamento sono stati presenti anche
tra compagni. Contrastare questo atteggiamento liquidatorio è un primo ma
significativo passo per non subire l'arroganza dello Stato e dei suoi
sgherri.

Solidarietà con i compagni colpiti dalla repressione!
Contro la criminalizzazione delle lotte!
Per continuare la liberazione!
No alle leggi fasciste!

Comitato Cittadino contro il 270 e i reati associativi ­ Bologna

Bologna, 1 aprile 2005

* * * * * * * * * * * * * * * * * * * *

[per info scrivere a: reati_associativi-owner@???
oppure visita il sito http://www.inventati.org/reati_associativi]

[Per leggere la Proposta di lavoro:
http://www.inventati.org/reati_associativi/documento.html]




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