Un pò di voci fuori dal coro dei mass media negropontiani non fà certo male,
ANZI.
----- Original Message -----
From: "Fulvio Grimaldi" <bassottovic@???>
To: <ita-jug@???>; <aderenti-icdsm@???>; "Coord.
Naz. per la Jugoslavia" <jugocoord@???>; <aa-info@???>;
<aa-forum@???>; "Radio Città Aperta"
<segreteria@???>; <cpiano@???>;
<silvia.digiacomo@???>
Sent: Sunday, April 03, 2005 9:50 AM
Subject: [aa-forum] Fw: [NUOVOERNESTO] Papa Woytila uomo di pace ? Per non
dimenticare
>
>
>
> ----- Original Message -----
> From: "Renato Caputo" <recap71@???>
> To: <Undisclosed-Recipient:;>
> Cc: "Fulvio Grimaldi" <bassottovic@???>; "Robertino"
> <robyfucci@???>; "Lea Ypi" <leaypi@???>; "Francisco"
> <francescopaolo.caputo@???>; "Angelo Caputo" <angelota43@???>
> Sent: Sunday, April 03, 2005 12:32 AM
> Subject: Fw: [NUOVOERNESTO] Papa Woytila uomo di pace ? Per non
dimenticare
>
>
> >
> > Papa Woytila uomo di pace ? Per non dimenticare
> >
> >
> >
> >
> >
> > --------------
> >
> > http://www.cnj.it/CHICOMEPERCHE/sfrj_04.htm
> >
> >
> > LE RESPONSABILITA' VATICANE NEL CONFLITTO BALCANICO: ALCUNI ELEMENTI.
> >
> > a cura del Comitato unitario contro la guerra alla Jugoslavia [1999]
> >
> >
> > . Nei primi anni '80, subito dopo la morte di Josip Broz Tito, viene
> > segnalata l'apparizione della Madonna ad alcuni giovani croati a
> > Medjugorje, una località della Erzegovina dove già durante la seconda
> > Guerra mondiale i fascisti si erano scatenati con violenze ed uccisioni
> > contro la popolazione di religione ortodossa. La gerarchia cattolica
> > non ha mai voluto ufficialmente riconoscere la veridicità delle
> > apparizioni di Medjugorje, ma il clero locale (i frati francescani
> > dell'Erzegovina noti da secoli per il loro fondamentalismo e, nel
> > Novecento, per il loro supporto alla causa degli ustascia) se ne è
> > avvalso per fini propagandistici. Anche dall'Italia sono stati
> > organizzati pellegrinaggi.
> >
> >
> >
> > Sarebbe interessante sapere che fine hanno fatto oggi quei ragazzi
> > "visionari" o "miracolati": sappiamo ad esempio che Marija Pavlovic,
> > che aveva fatto voto di entrare in convento, è oggi felicemente
> > sposata; pare anzi che anche gli altri quattro ragazzi protagonisti
> > della vicenda abbiano messo su famiglia, e che tre di loro siano
> > emigrati all'estero.
> >
> >
> >
> > Molti dicono che le cose, in Jugoslavia, cominciarono a precipitare con
> > la morte di Tito. Ma si può anche dire che le cose cominciarono ad
> > andare a rotoli quando "apparve" la Madonna a Medjugorje. Probabilmente
> > sono vere entrambe le affermazioni...
> >
> >
> >
> > . Il 1990 è l'anno dedicato a Madre Teresa di Calcutta. Pochi sanno che
> > questa suora era originaria di Skopje, nella ex repubblica federata di
> > Macedonia, ed apparteneva al gruppo etnico albanese. Lo stesso anno
> > raggiungono il culmine le tensioni tra albanesi e serbi nella regione
> > del Kosmet (Kosovo e Metochia). Dinanzi a personalità albanesi Giovanni
> > Paolo II, in uno dei paesini albanesi del meridione d'Italia, celebra
> > la Madonna di Scutari, patrona e protettrice dell'Albania. Durante la
> > celebrazione il papa afferma: "Madre della speranza regalaci il giorno
> > Leeeeeenel quale questo popolo generoso possa essere unito",
> > dichiarando così esplicitamente il sostegno del Vaticano alla causa
> > degli albanesi del Kosovo.
> >
> >
> >
> > Negli anni successivi segnaliamo tra l'altro la visita del papa in
> > Albania (paese - per inciso - a stragrande maggioranza atea o, al
> > limite, musulmana) e la frequentazione di Madre Teresa con pezzi grossi
> > dello Stato quali la vedova di Hoxha, con la quale presenzia ad una
> > cerimonia dinanzi ad un monumento alla "Grande Albania".
> >
> >
> >
> > . Nel 1991 scoppia la guerra. Il papa parla all'Angelus delle
> > "legittime aspirazioni del popolo croato". Il riconoscimento ufficiale
> > della Croazia indipendente da parte del Vaticano avviene il 13 gennaio
> > del 1992, contro il parere del resto della comunità internazionale,
> > almeno apparentemente: gli altri paesi si adegueranno dopo due giorni.
> >
> >
> >
> > . Nel 1992 la guerra civile si estende in Bosnia-Erzegovina, repubblica
> > a maggioranza relativa di musulmani. I serbi (cristiani ortodossi)
> > costituiscono un terzo della popolazione, mentre circa il 15% sono
> > croati (cattolici). Durante il conflitto i soldati croati compiranno i
> > crimini più efferati (semmai sia possibile compilare statistiche su
> > queste cose... noi comunque ci riferiamo ai dati del londinese
> > Institute for Strategic Studies - cfr. LIMES n.3/'95, pg.60). Le
> > cronache parlano di soldati che vanno in guerra con il rosario al
> > collo, di preti e frati francescani erzegovesi che vanno in giro con la
> > pistola (alcuni intervistati anche dall'italiano Avvenire) o tuonano
> > dai pulpiti delle loro chiese, di ingiustizie nella distribuzione degli
> > aiuti della Caritas (secondo il criterio "etnico", applicato d'altronde
> > da tutte le organizzazioni umanirie religiose)...
> >
> >
> >
> > . Il culmine dell'interventismo vaticano viene raggiunto nel 1994 con
> > la visita del papa a Zagabria. Il viaggio di Karol Wojtyla in Croazia
> > avviene nel pieno del conflitto bosniaco, mentre è ancora aperta la
> > ferita delle Krajne (territori dell'odierna Croazia a maggioranza
> > serba, in quel periodo autonomi e sotto il controllo di truppe ONU), ed
> > è una evidente boccata d'aria per il regime di Tudjman, con il quale il
> > papa si incontra e presenzia a cerimonie pubbliche. Scriveva La
> > Repubblica del 12/9/1994: "...il contatto con la folla fa bene a
> > Giovanni Paolo II. I fedeli lo applaudono ripetutamente. Specie quando
> > ricorda il cardinale Stepinac, imprigionato da Tito per i suoi rapporti
> > con il regime di Ante Pavelic, ma sempre rimasto nel cuore del Croati
> > come un'icona del nazionalismo. Wojtyla, che sabato sera ha pregato
> > sulla sua tomba, gli rende omaggio, però pensa soprattutto al futuro."
> >
> >
> >
> > Da una mezza frase di un articolo di giornale veniamo dunque a
> > conoscenza del fatto che il papa ha pregato sulla tomba del
> > collaborazionista dei nazisti Stepinac, nell'entusiasmo dei seminaristi
> > di San Girolamo (la chiesa croata di Roma, all'inizio di Via Tomacelli,
> > nota tra l'altro per avere ospitato Pavelic in fuga dopo la guerra;
> > cfr. il libro "Ratlines" di M. Aaron e J. Loftus) presenti a Zagabria
> > per l'occasione.
> >
> >
> >
> > Il 26 novembre successivo Vinko Puljic, arcivescovo cattolico di
> > Sarajevo, è nominato cardinale dal papa insieme ad altri 30 che
> > rispecchiano le tendenze della geopolitica vaticana. Citiamo ad es.
> > Mikel Loliqi, 92enne cardinale di Scutari (Albania). In onore di Puljic
> > due giorni dopo si tiene un concerto sinfonico nella stessa chiesa di
> > San Girolamo.
> >
> >
> >
> > . 1995: è l'anno risolutivo. Dopo una primavera in cui la tensione
> > cresce enormemente (Srebrenica ecc.), e si parla insistentemente di una
> > visita del papa a Sarajevo, in luglio Giovanni Paolo II in una
> > dichiarazione ai giornalisti si schiera per l'intervento militare
> > (contro i "tentennamenti" della comunità internazionale, perchè si
> > faccia finalmente "il necessario" per punire gli aggressori, e così
> > via). Pochi giorni dopo Tudjman ordina il definitivo "repulisti" della
> > Krajna, mentre in settembre, dopo l'ennesimo grande attentato
> > sarajevese stile "strategia della tensione" (v. Cronologia), la tanto
> > invocata "comunità internazionale" interviene a forza di bombe contro i
> > serbobosniaci.
> >
> >
> >
> > In dicembre, con gli accordi di Dayton, la guerra si interrompe.
> >
> >
> >
> > . Nell'ottobre 1996 il rettore della chiesa di San Girolamo (di cui
> > sopra), monsignor Artur Benvin, viene trovato impiccato. La notizia non
> > "passa" sui giornali. Noi l'abbiamo trovata sull'Evropske Novosti,
> > giornale serbo, che ipotizza triangolazioni di danaro per comprare armi
> > tra il clero croato, pezzi grossi musulmani di Sarajevo e la Trzaska
> > Kreditna Banka di Trieste, la banca della minoranza slovena in Italia
> > dichiarata fallita proprio in quelle settimane.
> >
> >
> >
> > . Durante la primavera 1997 (12 e 13 aprile) si realizza la "tanto
> > attesa" visita del papa a Sarajevo. La visita ha un contenuto
> > palesemente politico, essendo stata preceduta da varie polemiche (cfr.
> > ad es. Predrag Matvejevic su "la Repubblica" del 5/3/1997, e come
> > risposta ad es. le dichiarazioni del vescovo di Mostar in visita a
> > Trieste) e da vari attentati alle istituzioni cattoliche in Bosnia, tra
> > cui uno, sventato, contro il papa (i giornali parlano di un ponte nella
> > zona musulmana da far esplodere al momento del passaggio del papa, ma
> > la bomba sarebbe stata disinnescata dai militari stranieri della
> > missione SFOR - cfr. i giornali di quei giorni).
> >
> >
> >
> > . Nel maggio 1998 viene ufficialmente annunciata la prossima visita del
> > papa in Croazia. Nell'ottobre successivo il papa andra' a Zagabria ed a
> > Marija Bistrica, il principale santuario cattolico della Croazia, dove
> > celebrera' la cerimonia per la beatificazione di Alojzije Stepinac.
> > Sulle responsabilita' di Stepinac in quanto collaborazionista del
> > regime genocida di Ante Pavelic nello "Stato Croato Indipendente"
> > instaurato durante la II Guerra mondiale suggeriamo la lettura del
> > libro "L'Arcivescovo del genocidio", di M.A. Rivelli (Ed. Kaos 1999).
> >
> > . Durante la sua visita in Croazia all'inizio di ottobre 1998 Karol
> > Wojtyla oltre a beatificare Stepinac pronunzia alcune frasi rispetto
> > alla situazione in Kosovo, oggetto di una violentissima
> > campagna-stampa, che alludono al diritto di "ingerenza umanitaria" da
> > parte della "Comunita' Internazionale", cioe' alla liceita' di un
> > intervento armato per "aiutare chi soffre". Quando il 24 marzo 1999 la
> > NATO effettivamente attacca la Repubblica Federale di Jugoslavia con il
> > pretesto del Kosovo, il papa cita una frase di Pio XII, vale a dire di
> > quel suo predecessore che non solo non aveva fatto nulla per denunziare
> > e fermare il nazifascismo, ma che viceversa benedi' Pavelic e lo
> > sostenne tramite il clero croato (si veda a proposito il libro di Carlo
> > Falconi "Il silenzio di Pio XII" uscito nel 1965, nonche'i gia'citati
> > "Ratlines" e "L'Arcivescovo del genocidio"). La frase recita: "Con la
> > guerra tutto e' perduto, con la pace niente e' perduto". All'Angelus
> > pasquale, una settimana dopo, il papa afferma retoricamente: "Ma come
> > si puo' parlare di pace quando si costringono le popolazioni [albanesi]
> > a fuggire... e se ne incendiano le abitazioni?... E come rimanere
> > insensibili di fronte alla fiumana dolente dei profughi dal Kosovo?".
> > Percio', a parte la discutibile richiesta di una "pausa" nei
> > bombardamenti in occasione della Pasqua (cattolica, non ortodossa), il
> > Papa non fa appello per la loro cessazione incondzionata.
> >
> >
> > Nei giorni successivi la stampa riporta anche le dichiarazioni del
> > Cardinale croato di Sarajevo Vinko Puljic che rivendica la giustezza
> > dell'intervento militare argomentandola con la necessita' "di estirpare
> > la malattia" e di sconfiggere una volta per tutte "il creatore della
> > guerra" Slobodan Milosevic.
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