[NuovoLaboratorio] Guccini: una canzone per piazza alimonda

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Author: brunoa01@aleph.it
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Subject: [NuovoLaboratorio] Guccini: una canzone per piazza alimonda
lavoro repubblica



LA CITTÀ E LA MUSICA
Domani concerto al Mazdapalace. Per la prima volta a Genova dal vivo la canzone sul G8
La piazza Alimonda di Guccini "Una canzone per due vittime"

Sono contento di cantarla qui, la mia è un´immagine forte, con un ventenne morto e un carabiniere schiacciato da chi sta negli alti uffici a decidere
Ai concerti tre generazioni insieme? Sarà perché molti dei miei brani nascono da una morale. Forse è proprio questo che piace ai giovani
LUCIA MARCHIO


lucia marchiò
Guccini a Genova coi suoi "Ritratti". Li esibirà, in un saliscendi di note e parole, domani sera al Mazda Palace (inizio ore 21; posto unico a 22 euro più prevendita). A due anni dall´ultima esibizione nel capoluogo ligure, il cantautore bolognese proporrà brani vecchi e nuovi. Guccini è in Liguria da qualche giorno, regione amatissima che vide per la prima volta quando, piccino, lo portarono in pellegrinaggio alla Madonna della Guardia. E da lì scoprì il mare.
Guccini, è di nuovo in tour?
«I miei non sono mai tour. Le mie sono date, ne farò una trentina all´anno, ho sempre paura di «stancare» il pubblico. Le mie canzoni sono tutte lì, non è che ne abbia poi tante…»
Insomma, Dove non fa concerti, scrive.
«Quello sempre. Era il desiderio che nutrivo da piccolo, fare lo scrittore. A fare il cantautore non ci pensavo neanche, nemmeno esisteva come professione. Certo, scrivere non ha mai dato possibilità immediate di fama e ricchezza. Guardi uno come Carlo Emilio Gadda, oppure Scerbanenco, che si arrabattava in mille professioni. Forse solo Umberto Eco riesce a vivere di soli diritti d´autore.»
E la sua musica, in 40 anni, come si è evoluta?
«Bene, per quanto mi riguarda. Ma è un momento difficile. Male, perché la discografia sta cambiando in peggio. Negli anni ‘60 le case discografiche in Italia erano tante e floride. Ora sono raggruppate in multinazionali, puntano sul «big», sul nome noto. La Emi inglese era in crisi perché un gruppo ritardava a fare uscire il disco. Incredibile. Io ho iniziato per caso e fatto dischi per caso, ricordo che mi chiamavano e mi chiedevano se avevo pezzi nuovi, in tranquillità. Al giorno d´oggi un nuovo Guccini non uscirebbe più, sarebbe impossibile.»
Però c´è la musica indipendente.
«Che trova comunque varie difficoltà. C´è un gruppo abbastanza famoso (i Modena City Ramblers? nda) che mi ha chiesto, scherzosamente ma non troppo, se facevamo qualche concerto insieme. E badate che i concerti sono un´altra cosa, vanno ancora. Discograficamente c´è crisi.»
C´è un filo rosso anche nelle canzoni del suo ultimo album, «Ritratti» ?
«Si e no, nel senso che mi sono accorto come sempre spesso accade, alla fine di una produzione, che i brani fatti in un certo periodo sono sempre legati».
E una canzone come «Piazza Alimonda»?
«Ecco, sono molto contento di cantarla a Genova. Come dirò in concerto, è difficile da fare. Si poteva cadere in una retorica banalissima e io, che amo questa città sin da piccolo, ho vissuto l´orrore di quanto successo di "sgiango". Parlo di Genova come elemento pensante, come un qualche cosa che si trasforma e diventa essenza. E´ un ritratto ad ampio respiro, non sapevo che titolo darle perché in fondo cito pure Bolzaneto. La mia è una immagine molto forte di una Genova schiacciata sul mare, con un ventenne morto ammazzato e un altro ventenne, il carabiniere, anch´egli vittima di chi sta negli alti uffici a decidere. Cosa si cercava? La rissa, lo scontro, o era una prova di forza di chi da poco si era insediato al governo?»
Lei, come i Nomadi, richiama ben tre generazioni ai suoi concerti, si vedono molti ragazzi. Merito delle sue canzoni?
«O forse dell´eticità di fondo di queste. Molti brani nascono da una morale. Forse questo piace ai giovani.»
L´etichetta di cantautore politico, giocoforza gliel´hanno affibbiata…
«Leggevo una intervista a un mio collega (Dalla, nda). Gli hanno chiesto se alle prossime elezioni votava Prodi o Berlusconi. Ha risposto: Ci devo pensare. Cosa deve pensare? Che si sappia…No, non è Venditti. Lui fa ancora il bertinottiano. Il suddetto collega dice che io canto sempre all´ombra di una bandiera. Non è vero. Io non sono un cantautore politico, semmai canto all´ombra delle mie idee»



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