Piero, Nichi e il segno forte del Salento
La mia campagna elettorale nel Leccese per Manni e Vendola
Da Zollino a Soleto, da Maglie a San Cataldo, tra antichi
frantoi e circoli Arci con giovani entusiasti ed ex
giovani
orgogliosi, parlando dell'editore Manni, dell'atipico
Vendola,
di Giuliana e Nicola
VALENTINO PARLATO
INVIATO A LECCE de "il manifesto"
Dopo un po' più di trent'anni sono tornato a fare campagna
elettorale. Due giorni, sabato e domenica scorsi, nel
Salento.
Decisivo è stato Piero Manni, antico compagno del
manifesto e
bravo e coraggioso editore. Mi ha telefonato e mi ha
detto:
«Valentino, qui con la candidatura di Nichi Vendola stanno
accadendo cose straordinarie, imprevedibili fino a ieri.
C'è
una rinascita della vera passione politica, quella fatta
di
ideali e anche di sogni. Inimmaginabile il numero di
giovani
che si stanno impegnando e anche di ex giovani, come me,
che
per tanti anni eravamo stati quasi vicini
all'astensionismo.
Pensa, anche io, già impegnato nei comitati pro Nichi
(nella
provincia di Lecce già ce ne sono 60) ho finito per
accettare
la candidatura, come indipendente nelle liste di
Rifondazione.
Dai, fai uno sforzo e vieni a darci una mano».
Nel circolo Arci
Ho ceduto subito alla tentazione. All'aeroporto di
Brindisi è
venuto a prendermi Chino Salento, altro carissimo e antico
compagno del manifesto. Di corsa a Lecce, nella sede del
nuovo
e molto bello circolo dell'Arci, nel prezioso centro
storico,
per la presentazione del candidato Piero Manni. Il
discorso di
investitura lo fa il giovanissimo Nicola Fratoianni, che è
il
segretario regionale di Rifondazione e che ha fortemente
voluto la candidatura di Piero. Poi gli interventi si
susseguono e si intrecciano. «Non parliamo tanto di
primarie -
dice Silverio Tomeo - per Nichi dobbiamo parlare di
primizia,
del primo frutto della buona stagione che sta arrivando».
Applausi per la «primizia».
Poi di corsa per Zollino; queste cittadine del Salento
offrono
sempre viste preziose. Riunione in una piazzetta; molti
giovanissimi e molti manifesti audacemente provocatori di
Nichi (per esempio: «Sovversivo, perché ho sempre messo
gli
ultimi al primo posto», oppure «Diverso, da quelli che
oggi
governano la Puglia», etc.). In queste assemblee, tutte,
emerge un forte orgoglio della scelta: qui in Puglia, con
Nichi, stiamo facendo qualcosa che ha un valore generale
per
la politica italiana e per le sinistre tutte: non si può
continuare alla vecchia maniera burocratica e
personalistica.
Questo, della rottura di continuità con la vecchia
politica,
anche delle sinistre, è il leit motiv di tutti gli
incontri,
così come l'uso della parola «primizia» al posto di
«primarie»
è ricorrente e riscuote applausi.
Il viaggio continua, da Zollino a Soleto. Alcuni giovani
sono
troppo disprezzanti dei vecchi, ai quali addossano tutte
le
colpe e qualche vecchio si incazza e li manda al diavolo.
Ma
poi ci si spiega: se siamo qui è perché abbiamo un
obiettivo
comune, cerchiamo di non litigare.
Il pomeriggio a Maglie. La sala dove ci si riunisce, forse
un
antico frantoio, è vicina alla casa natale di Aldo Moro.
Una
lapide ben scritta e una statua di Aldo Moro con L'Unità
sottobraccio, cosa che ha infuriato qualche forzista di
passaggio. La sala è affollatissima, più di duecento
persone.
Da me vogliono sapere tutto su Giuliana Sgrena e Nicola
Calipari. Dico quel poco che so e dal pubblico mi
replicano
che c'è più di un nesso tra la grande manifestazione
silenziosa del 19 febbraio a Roma per Giuliana e la loro
piccola rivoluzione politica. «Puglia docet», dice
qualcuno;
non per niente abbiamo parlato e ripetiamo «Puglia arca di
pace»: anche le elezioni regionali non possono essere
localistiche. Sono presenti candidati dei Verdi, dei Ds e
della Margherita. C'è anche un breve intermezzo musicale e
la
candidata Anna Mellone (credo Ds) propone di suonare un
pezzo
al pianoforte per celebrare la rimozione dell'ultimo
monumento
di Franco ancora in piedi in Spagna: grandi applausi e
anche
mia sorpresa: peccato che Zapatero non lo sappia. Parla
Piero
Manni e spiega che il sogno (il termine è ricorrente in
questa
campagna elettorale) è decisivo per le realizzazioni
concrete.
Il sostegno che c'è oggi per Nichi dovrà continuare anche
dopo
la desiderata vittoria, deve essere sostegno e controllo:
ci
vorrà subito un incontro di popolo ed esperti per
affrontare
le difficoltà economiche della Puglia. Applausi.
La sera grande cena elettorale a San Cataldo, lunga e
faticosa. Appuntamenti per l'indomani mattina.
L'indomani l'appuntamento è a Presicce, altra
straordinaria
cittadina di questo Salento. E' domenica delle Palme e
anche
davanti alla sala della nostra assemblea, ci sono molte
donne
e uomini con i rami d'ulivo da far benedire. Mi tornano i
ricordi di infanzia quando la domenica delle Palme mi
appariva
più bella della Pasqua. L'assessore alla cultura,
gentilissimo, ci fa visitare i frantoi ipogei, sotterranei
che
riempiono lo spazio della piazza centrale. Sottoterra
c'era
una stabilità della temperatura che favoriva la
separazione
dell'olio dall'acqua. Poi questo olio (lampante) partiva
con
le navi da Gallipoli e serviva ad alimentare
l'illuminazione
dei paesi vicini con le lampade a olio.
Giuliana e Nicola
Anche a Presicce un quasi interrogatorio su Giuliana e
Nicola
Calipari, che anche qui è stato assunto come un coraggioso
amico del popolo. Un altro segno dell'intelligenza di
questa
sinistra rinata. Non mancano le critiche, affettuose, a
noi
del manifesto: «Non avete sottolineato abbastanza il segno
di
cambiamento che viene da noi, qui dal Salento e dalla
Puglia,
con il rovesciamento della prassi abituale e la
candidatura di
Nichi Vendola». Cerco di difendermi. Ma quello che almeno
qui
nel Salento stanno facendo è straordinario. Pochi esempi:
l'attacco più scontato a Nichi è stato quello di aver
dichiarato di essere gay. La risposta forte è stata la
diffusione dell'orecchino anche da parte di chi non lo
aveva
mai portato, anche il presidente della provincia di Bari,
Divella, si è messo l'orecchino. Non una difesa
giustificante,
ma l'affermazione del diritto di ciascuno a essere a modo
suo.
Si tratta di una campagna elettorale del tutto inedita:
non
solo i manifesti provocatori di Nichi, ma anche i
volantini.
Ne ho sotto gli occhi uno che annuncia la proiezione a
Casarano del film «Don Vitaliano» di Paolo Pisanelli con
l'intervento di Don Vitaliano della Sala e il regista
Paolo
Pisanelli. E, ancora, un altro del Comitato di Alesano per
Vendola, sotto il titolo «Santu Lazzaru per Nichi
Vendola»,
che annuncia: oggi rappresenteremo «la Passione in Grico e
lu
Santu Lazzaru». Ad Alessano, si può vedere ancora l'antico
ghetto ebraico, in dialetto «grico», parlato ancora in
molti
comuni della Grecia salentina.
Questo è un territorio assai interessante e fertile, con
un
suo particolare cosmopolitismo: Nichi ha tenuto assemblee
di
grande successo a Siena e Bologna dove sono tanti i
salentini
che vanno a studiare e che si sono impegnati a scrivere
alle
famiglie perché votino per Nichi e (aggiungo io) anche per
Piero Manni. Una conferma di questa non chiusura
provinciale
del Salento è nell'appello che molti intellettuali
italiani
hanno sottoscritto per invitare a votare per Nichi e per
Piero(pubblichiamo in questa stessa pagina il testo e le
firme).
E' una bella prova, che dovrebbe portare alla vittoria di
Nichi e della sua lista, ma anche in caso di sconfitta è
emersa una cultura e una forza che non si farà abbattere
dal
risultato elettorale. Le possibilità di vincere sono forti
e
ci possiamo contare.
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