comiromanord <comiromanord@???> wrote:A: <coordinamentocoopsociali@???>
Da: "comiromanord" <comiromanord@???>
Data: Wed, 23 Mar 2005 07:56:35 +0100
Oggetto: [coordinamentocoopsociali] IL PAPA SCOMUNICHI I DIRIGENTI DEL TERZO SETTORE!
LETTERA APERTA DEGLI OPERATORI SOCIALI A PAPA GIOVANNI PAOLO II PERCHE' SCOMUNICHI I DIRIGENTI DEL TERZO SETTORE.
UNA RICHIESTA FONDATA SULLE ENCICLICHE E SUI TESTI SACRI.
Santo Padre Giovanni Paolo II,
Siamo co.co.co., co.co.pro. e soci-lavoratori di cooperative sociali che si occupano di assistenza alle persone svantaggiate nello Stato Italiano.
Vogliamo informarLa che i nostri diritti di lavoratori sono calpestati ogni giorno perchè veniamo pagati in ritardo, oppure perchè veniamo pagati molto poco e non riusciamo a far fronte alle spese quotidiane per la sopravvivenza, oppure perchè non viene rispettata la nostra integrità psicofisica con orari di lavoro, condizioni ambientali e lavorative non rispettose della dignità umana oppure perchè si licenzia, si discrimina, creando così disparità e ingiustizie.
Chiediamo a Sua Santità di voler emettere scomunica, secondo i dettami di Santa Romana Chiesa, contro i tre massimi responsabili di questa situazione descritta nelle persone dei tre dirigenti nazionali del Forum Terzo Settore, Lega Cooperative e Confcooperative.
A sostegno di tale richiesta, riportiamo di seguito i seguenti brani tratti dalla Sua Enciclica del 1981 e di quelle dei Suoi predecessori che riguardano il rispetto della dignità del lavoro e, infine, un brano tratto dalla sacra Bibbia:
1) Dall'Enciclica "Pacem in terris" di Giovanni XXIII
Va inoltre e in modo speciale messo in rilievo il diritto ad una retribuzione del lavoro determinata secondo i criteri di giustizia, e quindi sufficiente, nelle proporzioni rispondenti alla ricchezza disponibile, a permettere al lavoratore ed alla sua famiglia, un tenore di vita conforme alla dignità umana.
DALL'ENCICLICA "RERUM NOVARUM" DI LEONE XIII
17. Principalissimo poi tra i loro doveri è dare a ciascuno la giusta mercede. Il determinarla secondo giustizia dipende da molte considerazioni: ma in generale si ricordino i capitalisti e i padroni che le umane leggi non permettono di opprimere per utile proprio i bisognosi e gli infelici, e di trafficare sulla miseria del prossimo. Defraudare poi la dovuta mercede è colpa così enorme che grida vendetta al cospetto di Dio. Ecco, la mercede degli operai... che fu defraudata da voi, grida; e questo grido ha ferito le orecchie del Signore degli eserciti (6). Da ultimo è dovere dei ricchi non danneggiare i piccoli risparmi dell'operaio né con violenza né con frodi né con usure manifeste o nascoste; questo dovere è tanto più rigoroso, quanto più debole e mal difeso è l'operaio e più sacrosanta la sua piccola sostanza. L'osservanza di questi precetti non basterà essa sola a mitigare l'asprezza e a far cessare le cagioni del dissidio ?
33. Quanto alla tutela dei beni temporali ed esteriori prima di tutto è dovere sottrarre il povero operaio all'inumanità di avidi speculatori, che per guadagno abusano senza alcuna discrezione delle persone come fossero cose. Non è giusto né umano esigere dall'uomo tanto lavoro da farne inebetire la mente per troppa fatica e da fiaccarne il corpo. Come la sua natura, così l'attività dell'uomo è limitata e circoscritta entro confiní ben stabiliti, oltre i quali non può andare. L'esercizio e l'uso l'affina, a condizione però che di quando in quando venga sospeso, per dar luogo al riposo. Non deve dunque il lavoro prolungarsi più di quanto lo comportino le forze. Il determinare la quantità del riposo dipende dalla qualità del lavoro, dalle circostanze di tempo e di luogo, dalla stessa complessione e sanità degli operai. Ad esempio, il lavoro dei minatori che estraggono dalla terra pietra, ferro, rame e altre materie nascoste nel sottosuolo, essendo più grave e nocivo alla salute, va
compensato con una durata più breve. Si deve avere ancor riguardo alle stagioni, perché non di rado un lavoro, facilmente sopportabile in una stagione, è in un'altra o del tutto insopportabile o tale che sí sopporta con difficoltà.......
Se costui, costretto dalla necessità o per timore di peggio, accetta patti più duri i quali, perché imposti dal proprietario o dall'imprenditore, volenti o nolenti debbono essere accettati, è chiaro che subisce una violenza, contro la quale la giustizia protesta.
DALL'Enciclica "laborem exercens" cap. VI DI PAPA GIOVANNI II (14 /9/1981) ...dei diritti dell'uomo del lavoro (del lavoratore), il Papa dice che "devono essere esaminati nel vasto contesto dell'insieme dei diritti dell'uomo, che gli sono connaturali, molti dei quali sono proclamati da varie istanze internazionali e sempre maggiormente garantiti dai singoli Stati per i propri cittadini" (10). Sono "i diritti umani che scaturiscono dal lavoro" e "rientrano precisamente nel più vasto contesto di quei fondamentali diritti della persona" (11). Sono, dunque, diritti naturali dell'uomo, che gli competono per il fatto di essere tale, ma che, nello stesso tempo, sono concreti e non astratti, oggettivi e non soggettivi. Corrispondono al diritto naturale di secondo e di terzo grado, di cui parla san Tommaso. Sono oggettivi e non soggettivi, nel senso che sono legati a una determinata relazione fra gli uomini, e sono diritti a condizione che sia giusta la relazione concreta in cui si
verificano.
Così, in primo luogo abbiamo la giusta remunerazione, ossia il salario (12). Di questo dice che "rimane una via concreta, attraverso la quale la stragrande maggioranza degli uomini può accedere a quei beni che sono destinati all'uso comune [...] il giusto salario diventa in ogni caso la concreta verifica della giustizia di tutto il sistema socio-economico" (13). Vi sono poi: il salario familiare (14); il rispetto dell'individualità della persona (15); prestazioni sociali diverse come la salute sul lavoro e quella dei familiari del lavoratore, le pensioni, le assicurazioni, un ambiente di lavoro in cui non corra pericolo la salute (16); il diritto ad associarsi e unirsi in sindacati (17); il diritto di sciopero (18); il diritto a emigrare in cerca di lavoro (19).
INFINE UN PASSO DELLA SACRA BIBBIA
Deuteronomio 24
14 Non defrauderai il salariato povero e bisognoso, sia egli uno dei tuoi fratelli o uno dei forestieri che stanno nel tuo paese, nelle tue città; 15 gli darai il suo salario il giorno stesso, prima che tramonti il sole, perché egli è povero e vi volge il desiderio; così egli non griderà contro di te al Signore e tu non sarai in peccato.
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