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From: Angelo Ruggeri
To: Angelo ; gaetanobucci@??? ; andreacatone@??? ; Area Oltre ; paolo.barrucci@??? ; Pier Paolo Frassinelli ; G. P. Patta ; Cini ; Angelo ; Giovanni Chiellini ; gi24chia@??? ; Italia Losa ; giustifederico@???
Sent: Tuesday, March 22, 2005 5:40 PM
Subject: Marrazzo pensiero mercatista
Lo "manda Rai Tre" Il Marrazzo-entusiasta di Craxi e "riforme istituzionali", candidato della "sinistra" mercatista che fa la spesa al capitale e la festa alla Costituzione.
Siamo grati al Marrazzo targato PSI e candidato della "sinistra" mercatista nel Lazio, per averci spiegato il senso di quel falso sorrisetto da furbo o da chi si sente tale (alla Bassolino per intenderci) che ha sempre sul viso, dicendoci oggi 22 marzo: "bisogna riconoscere a Craxi di aver saputo porre la questione delle 'riforme istituzionali' quando faceva scandalo anche solo parlarne ". Così il Marrazzo ha contribuito a chiarire quel che sempre abbiam detto ma pochi capiscono: che trasmissioni come "mi manda Rai Tre" che conduceva il Marazzo hanno natura di destra e "americana", come in America inventate per sostituire alle lotte dei produttori le chiacchiere dei consumatori impotenti e perdenti perchè comunque prezzi e mercato restano nel controllo e nella disponibilità di chi controlla la produzione, cioè di padroni e capitale di cui si sceglie di non attacarne più il potere e di abbandonare la lotta di classe. Le trasmissoni alla Marazzo e a suo tempo l'inserto dell'Unità il Salvagente, sorgono appunto per "nascondere" che non si parla più dei produttori schiavizzati ma solo di consumatori a cui si fa credere che il mercato capitalistico non va contestato ma solo "migliorato" e che basta individualmente - non come classi sociali - andare dai Marrazzo, senza più bisogno di lotte e scioperi di una volta per controllare i prezzi e la produzione come da art. 41 della Costituzione. Questo fa chi come i Pci-Pds-Ds da "sinistra" si è spostato a destra collocandosi sul terreno del mercato capitalistico, quindi padronale e di destra, e per ciò anche su quello craxiano e piduista delle "riforme istituzionali", contro cui - quando tu caro Marrazzo eri nel PSi - militavano le masse per difendere la democrazia e la Costituzione contro le "riforme istizionali" per le quali invece tu arrivi a dirci di apprezzare persino Craxi.
Un brrrr... di ribrezzo. Auguri per chi lo deve o lo vuole votare.
INFO CI HA CHIESTO UNA CONCISA DEFINIZIONE DI "FORME DI POTERE E "FORME DI STATO".
FORSE PUO SERVIRE ANCHE a MARAZZO (perchè se apprezza le "riforme istituzionali non lo sa e perchè essendo breve può leggerla persino lui e forse anche capirla)
"Potere" o dominio, autorità, facoltà concreta di fare per raggiungere uno scopo e di influire sul
comportamento, le opinioni, le decisioni e le azioni altrui.
La forma del potere è la forma del diritto, e chi non sa di diritto non sa di potere; più precisamente, meglio, il diritto è forma e articolazione del potere (e il diritto serve a spiegare il potere dato che in sede sociologica si parla del potere), e se non sottoposto al diritto torna ad essere, come nelle fasi storiche pre-moderne, potere "di fatto", omnis potestas a Deo di chi con regalità incarna il "sacro" e da cui discendono le forme di potere piramidale dello stato costituzionale e dello stato liberale: forme di potere dall'alto, e monocratico, con al vertice il re o un presidente (dello stato o del governo) e, a scendere, il sottoposto governo e sottoposti ad essi il Parlamento, diviso in camera alta e camera bassa o comunque e per di più
bicamerale, per spezzare l'unità della sovranità popolare, dividere e imperare.
La forma di stato invece ha subito una evoluzione, dal momento i costituzionalisti tradizionalmente studiano e riguardano la forma di governo - per cogliere limitatamente la diversità tra forma di governo monarchico e forma di governo federale - forma di governo che nell'ideologia giuridica dominante riguarda solo i luoghi del potere centrale, quindi essenzialmente i rapporti tra governo e parlamento e non anche le forme di potere decentrato e locale (donde che è ancor più grave l'introduzione dell'antisocialità presidenzialista nelle istituzioni territoriali coi sindaci, presidenti di provincia e di regione "elettivi")
Solo che dal 45 in poi con l'entrata in campo delle masse si è dovuto fare i conti con la forma di stato che si pone in rapporto al territorio, cioè al sociale (che prima non esisteva) e quindi alle finalità dello stato nel passaggio dallo stato inteso come persona giuridica (che cercano di far valere sempre le foze conservatrici) allo stato inteso come comunità introdotto in particolare dalla nostra Costituzione, che è cosa diversa della questione della diversità tra federalismo e monarchia che attiene alle forme di governo, ma riguarda bensi,quindi, il rapporto tra governati e governanti.
Quindi la forma di stato è legata al sociale - mentre sono tornati al federalismo, in un ritorno indietro allo "stato di diritto", dopo essere giunti allo stato democratico: espressione che si usa pur essendo ancora insufficiente, se non ulteriormente specificato, ad esprimere il socialismo come concetto e obbiettivo.
Donde la critica a tutti quelli che con le "riforme istituzionali" e il "maggioritario" fanno riferimento esclusivo alla forma di governo ingnorando la forma di stato (e specificatamente la forma di stato democratico sociale della nostra C.) sovrapponendo ad essa e mistificandola come pura e semplice questione della forma di governo, in nome dell'ideologia della governabilità.
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