della new wave ciclistica se ne cominciano ad accorgere pure i miei ottusi colleghi, in questo caso ammericani: una buona sintesi della fixa vista da occhi estranei all'ambiente qui
http://www.registerguard.com/news/2005/03/20/ol.fixedgear.0320.html
la massima parte delle difficoltà offerte oggi dai vari modelli di bici, pletoriche e largamente sovrabbondanti di pezzi inutili ad una prima, seconda, terza e quarta occhiata è risolta dalla semplicità di una bici a ruota fissa. devi solo applicare la forza delle gambe al mezzo (si tratta solo di questo, no? oppure l'obiettivo è di annullare la fatica? sarebbe come annullare il sudore: una ricerca inutile e socialmente dannosa, visto che ha portato all'invasione delle automobili)
la fatica è un problema relativo -e oltretutto io oggi fatico di più su una bici a ruota libera che su una fixa-
una bici senza freni non è rubabile se il ladro non la sa portare; nè è rivendibile facilmente, perchè l'acquirente/ricettatore non saprebbe che farsene. a parità di telaio -qualsiasi telaio- la fixa è più leggera proprio perchè non ha quasi niente addosso. meccanicamente è liscia, silenziosa e quasi perfetta nella sua nudità. è divertente e coinvolgente, ti rende più consapevole di chi e cosa hai intorno, ti costringe ad avere una concentrazione così intensa che puoi anche evitare di iscriverti a yoga, per non parlare di palestre e cose simili.
la sensazione di relax che hai pedalando -dopo aver reimparato a pedalare, ma ci vuole poco tempo- è della migliore qualità.
è il mezzo anticonsumista per eccellenza: non consumi niente, se non le tue calorie.
ed è esteticamente un tuffo al cuore, il che non guasta.
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quanti iracheni fai fuori con un litro?
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