On Mon, 21 Mar 2005 09:40:46 +0100
"Antonella Longo" <antonella.longo2@???> wrote:
> Beato te. Cosa faresti con una collega che guadagna un misero
> stipendio da impiegata a contratto della grande Europa che di prima
> mattina di lunedì di primavera viene a dirti "Questo w.e sono stata a
> Napoli alla fiera della nautica e mi sono divertita tantissimo!"
R: Sono contento per te!
> "Anche, ma in realtà mi è proprio piaciuto star lì a
> guardare le barche: spettacolare! Mi piacerebbe tanto averne"
R: Scusami, ma so per esperienza che misurarsi con aspettative
irrealizzabili genera solo frustrazione. Personalmente preferisco
concentrarmi su obiettivi alla mia portata.
> "Sai che me ne frega a me dei tuoi giretti in bici?"
R: Nulla, immagino, ma in che maniera ciò dovrebbe riguardarmi?
***************************************************************
Beh, fine alle risposte irritanti e passiamo ai ragionamenti:
"Creature di carne e sangue
Ossa curvate dal tempo
e sogni di felicità"
M.P. (scusassero, in genere preferisco citare altri che me stesso, ma
stavolta non mi è venuto nulla di altrettanto attinente...)
Ti ho riportato le tre righe qui sopra perché rappresentano una mia
personale definizione *minima* di cos'è un essere umano, e di questa
fanno parte necessariamente i sogni di felicità. Per cui non puoi
aspettarti che *negando* i sogni di felicità della tua collega questa
poi te ne sia grata... Il problema sta da un'altra parte, ovvero nel
fatto che lei sia, più di te, vittima di un condizionamento mediatico
che vuole che le proiezioni di felicità dell'individuo siano tutte
rivolte al lusso, al denaro ed al possesso di oggetti.
"...è il sistema, bellezza!" si potrebbe dire parafrasando un vecchio
film, ma sta di fatto che se il sistema capitalista vuole essere
*efficiente*, diciamo più di un modello schiavista che pure ha
in passato prodotto grandi imperi, deve far lavorare un "motore" che
spinga le persone all'autosfruttamento con efficienza maggiore di
quanto la schiavitù riesca a trarne in termini di sfruttamento, e quel
motore non può che essere il miraggio di raggiungere la felicità
attraverso il possesso di ingenti somme di denaro, che per i più non
arriveranno mai. Insomma è la carota che è molto più efficiente del
bastone (ma quando serve c'è anche quello).
Nel caso della tua collega il paradosso è ancora più lampante, perché
non si tratta nemmeno di scegliere tra l'uovo oggi e la gallina
domani, ma tra l'uovo oggi (la bici) e la gallina mai...
> C'è qualcuno in questa lista che capisce la mia desolazione?
Come no?
Col tempo ci farai il callo ed appronterai forme di *intervento* più
adeguate. :-)
> Il fatto per esempio che la bici me la posso permettere,
> sono io che la muovo, che per andare in bici non ho bisogno di fare
> guerre, ecc. ecc. ecc. Come spiegarlo a queste persone?
Prova a dargli "l'uovo" senza pretendere di far loro capire da subito
che "la gallina" non esiste e non esisterà mai... quando saranno in
grado di vivere di uova si renderanno conto da sole che non hanno nessun
bisogno di galline. E che hanno vissuto anni ed anni senza vivere
realmente, ma in un perenne digiuno "aspettando Godot"...
> Io sono circondata!
E chi non lo è? :-(
Ciao
--
Marco Pierfranceschi
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"Il (nostro) scopo è reinventare la vita
in un'era che ce ne sta privando in forme mai viste."
(Luigi Pintor)