[Cm-roma] "Eni's way"????

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Autore: Luca Leotta
Data:  
Oggetto: [Cm-roma] "Eni's way"????
"L'Agip viola i diritti fondamentali dell'uomo in
Ecuador"

Secondo l'inchiesta pubblicata in questa giorni dal
Secolo XIX, l' Eni viola i diritti fondamentali
dell'uomo: il diritto alla salute, il diritto
delle popolazioni indigene di vivere nei propri
territori ancestrali, la tutela dell'ambiente. E'
"l'Eni's Way", musiche di Sting e pubblicità
patinate sui giornali di mezz'Italia. E' la faccia
pulita del bel paese, quella di una multinazionale che
in cambio di un litro d'olio, una
scatoletta di tonno, una busta di sale a famiglia,
qualche stoviglia e quantità irrisoria di cibo invade
i territori indigeni degli Huaroani nell'Amazzonia sud
orientale ecuadoriana per sfruttarne le risorse
petrolifere.

Il contratto firmato il 28 marzo del 2001,addirittura
con le impronte digitali da alcuni rappresentanti
delle comunità indigene, stabilisce condizioni di
libertà totale ed esonero delle responsabilità per
l'impresa in caso di danni ambientali ed impatti
sociali, e costringe le popolazioni alla totale
sottomissione e dipendenza economica ( le "colazioni
scolastiche") e culturale dalla multinazionale.

Il Senatore dei verdi Francesco Martone presenterà
un'interrogazione al ministro delle Attività
produttive, Antonio Marzano, per chiedere conto del
contratto che l'Eni ha fatto firmare agli indigeni
Huaroani, ottenendo lo sfruttamento del giacimento
petrolifero in Amazzonia, mentre a Bruxelles
l'eurodeputata Marta Vincenti protesterà ufficialmente
a livello Ue. Gli esperti in diritto internazionale
confermano chel'Eni ha violato i diritti dell'uomo.

Anche i lavoratori dell'Eni chiedono chiarezza
sull'operato della multinazionale in Ecuador. Nei
prossimi giorni l'Associazione Etica Energetica, a cui
aderiscono numerosi dipendenti Eni, organizzerà una
conferenza stampa insieme ad A Sud per informare
l'opinione pubblica di quanto sta succedendo.

A Sud aveva già denunciato nel 2001
l'incostituzionalità del Contratto firmato tra
Huaroani e Agip, in occasione della Campagna contro la
costruzione dell'OCP, un'oleodotto di 500 chilometri
che attraversa 11 aree naturali fragili e zone a
rischio sismico, vulcanico e idrogeologico,
costruito al di fuori di ogni norma d'impatto
ambientale violando i diritti delle popolazioni
indigene e contadine. In questo caso persino la Banca
Mondiale si rifiutò di finanziare il progetto perchè
non conforme agli stessi parametri di tutela
ambientale e sociale stabiliti dalla stessa.

Numerosissime furono le proteste degli ecuadoriani e
di molte associazioni ambientaliste internazionali.
Molti attivisti furono in seguito arrestati e
picchiati per aver tentato di far luce sulla vicenda e
fra questi anche Giuseppe De Marzo, di A Sud, che
coordinava la campagna internazionale.

L'Eni partecipa al Consorzio OCP con il 7,5%. Per
garantire una maggiore produzione e sfruttare le
potenzialità dell'oleodotto l'Eni ha dovuto
intensificare e velocizzare le perforazioni nel blocco
10 in Amazzonia ecuadoriana. Si spiegano così i
contratti truffa "petrolio in cambio di
tazzine".

La Conaie (Confederazione Nazionalità Indigene
Ecuadoriane), successivamente alla mobilitazioni degli
ecologisti ecuadoriani e italiani,
aveva denunciato l'incostituzionalità e l'evidente
violazione del Trattato 169 della OIL.

Secondo le risoluzioni del 5 dicembre 2002 del
tribunale Civile di Pichincha (Ecuador) in relazione
alla denuncia esposta dalla Conaie contro
la Compagnia Agip, "l'Agip deve consultare e informare
seriamente la nazionalità Huaroani sui piani e i
progetti nei loro territori e accettare
qualsiasi decisione che la comunità prenda; con
l'obiettivo di difendere la sopravvivenza dei popoli
indigeni, durante le negoziazioni e i contratti di
cooperazione tra l'impresa petrolifera e la comunità
Huaroani o qualsiasi altra nazionalità, deve
intervenire come consulente un avvocato dello Stato
e della 'Defensoria del Pueblo'."

Secondo quanto riferisce il giornalista del Secolo
XIX, l'accordo Eni-Huaroani risulta ancora vigente.
Evidentemente l'Eni's way continua contro
l'indignazione generale e la Costituzione ecuadoriana.

A Sud in questi giorni ha risposto all'appello della
comunità indigena Shuar Whashints e della comunità
contadina del Triunfo che vivono a lato
del blocco 10. Le comunità denunciano lo stato di
contaminazione dell'ambiente, i danni alle
coltivazioni,ai pascoli e alla salute umana
causati dall'alto indice d'inquinamento e dalle piogge
acide provocate dalle emissioni di gas residui
bruciati dall'Agip nel Centro di
Facilitazione e pompaggio (CPF ).

Alle denunce degli abitanti l'Agip ha risposto
presentando analisi di suoli, acque e aria che non
presenterebbero tracce di idrocarburi e metalli
pesanti.

A Sud, insieme a giornalisti, fotografi e
rappresentanti delle comunità, ha prelevato lo scorso
febbraio un campione di terra dalle zone indicate
dalle comunità come le più colpite dalle attività
petrolifere. Nei prossimi giorni verranno resi
pubblici in Italia i risultati in una conferenza
stampa.



        
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