[Cm-roma] Raccontino di primavera

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Szerző: atalareddo
Dátum:  
Tárgy: [Cm-roma] Raccontino di primavera
Me ne tornavo verso casa, pedalando tranquillo e sereno in questa
stupenda giornata di primavera lungo la via che conduce all'antica
Preneste, zona Pigneto.
La vita mi sorrideva, anche perché avevo portato a buon fine la nobile
missione di deautomobilizzare una gentil pulzella (eh sì! one less
car), salutandola in quel di Porta Maggiore, radiosa in sella al suo
destriero nuovo di zecca. Pedalavo tranquillo e sereno, dicevo,
tenendomi discosto più che ragionevolmente dalla terza fila di scatole
di metallo parcheggiate lungo la strada onde evitare di macchiare di
sangue qualche sportello o qualche carrozzeria, quando la mia serenità
veniva turbata da un ripetuto strombazzamento dietro di me. Mi sono
fermato adagio, con l'intenzione di vedere e capire chi fosse e perché
strombazzase così insistentemente: forse un conoscente che mi voleva
salutare? Forse mi perdevo qualcosa dalla sacca della bici? Beh, anche
egli si fermava (anche perché con tutta la buona volontà non ce
l'avrebbe fatta a passare fra i mucchi di lamiere parcheggiate sui due
lati della strada, più la larghezza dei miei 50 centimetri di ciclista).

Dialogo:
Ciclista a fianco dell'automobile, finestrino aperto, fa caldo la
dentro, il ciclista scruta l'autosauro, e gentilmente esclama: " Scusi,
ma perché suonava tanto, non mi pare di conoscerla! Voleva salutarmi, o
che?"
Autosauro, sul momento alquanto stupefatto, ma subito ripresosi, : " A
fio de na mignotta, ma nun lo vedi che stai a fa? Te devi da levà de
mezzo co sta bici, che nun fai passà più nessuno (in macchina
ovviamente!)".
Ciclista, stupefatto anche lui, eppur tranquillo: " Accidenti, non mi
ero reso ben conto di questo, forse dovremmo risolvere questo problema!
Per caso lei conosce i proprietari di queste automobili vuote
parcheggiate in terza fila? Dove potremmo rintracciarli? E' più facile
che li conosca lei, sono suoi simili, che non io che vado in bici!"
Autosauro: " Ma li mortacci tua, o vedi che 'nse passa, annamo de
fretta, vedi si nun te levi...!"
Ciclista, preoccupato per le coronarie dell'autosauro: " Ah! E' una
questione di tempo, la fretta, l'urgenza di qualcosa! Ma allora perché
mi ha suonato e fatto fermare, ha perso così altri buoni dieci minuti!
Se non suonava il clacson così insistentemente in questi dieci minuti
avrebbe già raggiunto il prossimo semaforo, magari era rosso, ma 500
metri in più li avrebbe fatti! E poi sa cosa le dico? Lei è un gran
maleducato perché mi ha fatto fermare per una sua faccenda che a me
poco interessa! Comunque, siccome io non sono maleducato, le auguro una
buona giornata!"
Autosauro, impossibilitato ad aprire lo sportello, causa lamiere
incastrate, mentre il ciclista tranquillo ripartiva fra altre lamiere
incastrate: " ********* omissis ******".

Dietro di me un vero concerto di strombazzamenti prendeva il via, forse
tanti che mi salutavano, chissà! Pensavo: " E' bello avere tanti amici
e conoscenti, ma ora non posso fermarmi a salutare tutti, e poi magari
non li conosco tutti, sai quanti altri malintesi si potrebbero
verificare! E poi ho altro da fare in questo momento che prendermi cura
di così molteplici relazioni sociali!"
Pedalando sereno arrivai a casa pensando fra me e me: " Mi sa che one
less car al giorno non basta, anche se è già qualcosa! Sia lodata Santa
Graziella, e che oggi ci conduca tuttu pedalantu a Santa Maria Maggiore
alle 14, perché i carboidrati sono sicuramente meglio degli idrocarburi
se non vogliamo più la guerra! (Spargete la voce...)"

Bella pe tuttu lu ciclistu!

Nunzio