[Cm-roma] ecco il mio doping (da repubblica)

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著者: luca bicycling
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題目: [Cm-roma] ecco il mio doping (da repubblica)

Professionista in una grande squadra, A. T. ha annotato
farmaci proibiti, dosaggi e sensazioni: un documento eccezionale

Caro diario, ecco il mio doping
gli appunti choc di un ciclista

di EUGENIO CAPODACQUA

ROMA - In una stagione duecentodiciottomila unità di epo, la famigerata
eritropoietina, l'ormone principe del doping negli ultimi anni; 396
pasticche di anabolizzanti vari, concentrate nei mesi del "carico",
novembre e dicembre, quando serve recuperare in fretta ed intensificare gli
allenamenti per il salto di qualità; 150 unità di Gh, l'ormone della
crescita, invisibile ai controlli. Poi insulina a piacere, per fermare il
catabolismo dei muscoli e aumentare le riserve di zuccheri; 230 unità di
IGF3 la nuovissima sostanza che provoca gli effetti del Gh, ancora più
introvabile.

E ancora: vitamine, integratori, aminoacidi, zuccheri, barrette, pomate,
pasticche, supposte, flebo.
Non è la tabella di marcia di un poveretto, afflitto da chissà quale
malattia, ma è lo choccante bilancio di una stagione da ciclista
professionista. Quarantamila chilometri in bici; salite, discese, volate,
sudore, fatica e farmaci. Proibiti e non. E' quanto emerge dalle pagine del
diario fitto e meticoloso, di un ciclista professionista di discreto
livello, A. T., (citiamo solo le iniziali perché è oggetto di un'inchiesta
ancora in corso), che ha militato in squadre molto importanti, per poi
passare nei ranghi dei cicloamatori, e finire nella rete di uno dei tanti
sequestri antidoping dei Nas: l'operazione "Oil for drug" del maggio 2004.

Nonostante il ricorso massiccio a qualcosa come 27 tipi di farmaci diversi,
A. T. non riesce ad emergere. Non solo non vince, ma fatica perfino ad
arrivare al traguardo; colleziona ritiri e abbandoni. Tanto che a
settembre, facendo un piccolo bilancio, scrive sconsolato sull'agenda:
"Siamo a fine stagione, le cose non sono andate per niente bene, è stato un
anno molto lungo se si pensa che ho cominciato a novembre con gli
allenamenti e poi le cose sono molto cambiate, i corridori vanno molto più
forte; da parte mia ci ho messo il massimo impegno per fare bene; l'unica
cosa che dovevo fare con più decisione è fare molto Gh, almeno 4 unità al
giorno divise 2 la mattina, 2 la sera; quel poco che ho provato ho sentito
di stare molto meglio: più potenza e riesci a dimagrire più velocemente".

L'allenamento non basta. E' la farmacia che può fare la differenza. Bisogna
rischiare di più. Il suo è un doping "invisibile", fatto di dosi piccole ma
continue; mattina, pomeriggio, sera: due pasticche, una iniezione
sottocutanea; una supposta, una flebo, un'altra iniezione. Non c'è tregua
da gennaio a dicembre. Cambiano i prodotti con le stagioni (a seconda delle
esigenze del calendario di gara), ma i farmaci ci sono sempre. E tanti. E'
il doping moderno che inganna i test frazionando nel tempo le sostanze. A.
T., infatti, passa indenne i controlli delle corse, anche quelle di
rilievo, come le grandi classiche del nord: la Freccia Vallone, la
Liegi-Bastogne-Liegi, l'Amstel Gold Race. Gare in cui l'Uci, la federazione
di ciclismo internazionale mette in piedi un ferreo - ma inutile -
controllo antidoping. Lui riesce sempre a farla franca, nonostante la sua
sia un'odissea nel farmaco.

Il suo diario è un autentico prontuario farmacologico, fra eritropoietina,
il farmaco che arricchisce di globuli rossi il sangue consentendo di
trasportare più ossigeno; Gh, l'ormone della crescita, il principe degli
anabolizzanti; antidolorifici a raffica; fluidificanti ematici per
tamponare i danni dell'epo; addirittura anabolizzanti per animali come il
winstrol, e poi testosterone, oxandrolone e simili; insulina, stimolanti,
corteccia surrenale e perfino il "Theodur", uno spray ritardante
normalmente usato per combattere l'eiaculazione precoce. Già, perché con
tutto quel gonfiare e sgonfiare di ormoni anche il sesso diventa un problema.

A marzo era pieno di speranze: "In questo mese sono stato abbastanza bene;
ho sentito miglioramenti soprattutto da metà mese... l'ultima tappa della
Coppi e Bartali (una mini corsa a tappe italiana, n. d. r.) ho provato 1/2
cc di Luforan (prodotto spagnolo proibito, n. d. r.) e mi sono trovato
buone sensazioni di forza e fluidità, nel finale di corsa". Racconta con
pignoleria dei farmaci presi, ma anche dell'alimentazione: "Colazione
normale, a pranzo pasta o riso a cena un po' di tutto, carne bianca, uova,
prosciutto, formaggio, dolcetti vari...". Ma i risultati non vengono. E la
corsa va dunque preparata meglio. "Preparazione di una corsa - scrive ad
aprile - la mattina: 1/2 Geref (sostanza che stimola la produzione del Gh,
vietata, ovviamente), 1/2 Luforan; 1/2 contramal (un potente antidolorifico
per sentire meno la fatica); 2 carnitene; Neoton (carnitina) in vena,
Caffeina a piacere e supposta di Optalidon. La sera: fare un carico di
carboidrati, esafosfina (zuccheri) e Neoton in flebo". Per le corse a tappe
c'è il Dinistenile, un potente steroide anabolizzante per recuperare più in
fretta; da "fare a giorni alterni" assieme all'onnipresente Gh, non
rilevato dai test.

La strategia è chiara: nei periodi liberi dagli impegni di gara si fa il
"carico" ma in piccoli dosaggi ripetuti più volte, per passare fra le
maglie dei controlli. Nelle giornate di gara poco o niente. Il resto lo
fanno i test impotenti, inefficaci o peggio. Il nostro corridore assume
4000 unità di epo il 26 gennaio e il 27 passa indenne i controlli
"incrociati" dell'Uci.

Oltretutto, da questo turbinio di prodotti il poveretto non riesce a
trovare il minimo giovamento. La risposta ai farmaci, dicono gli esperti, è
sempre molto soggettiva: c'è il fisico che "risponde" splendidamente,
trasformandosi e quello che resta in "surplace". A. T. non solo non vince
mai, ma più volte è costretto al ritiro e si lamenta. A luglio, in un solo
mese, si sottopone ad una settantina di "assunzioni", fra epo, Gh, IGf,
steroidi anabolizzanti, vitamine, integratori vari, ecc. Ma non va
ugualmente: "Al Giro del Portogallo ho trovato corridori che andavano a
tutta (non c'erano i controlli) ... sono venuto a casa, ho fatto le cose
come dovevo, ma non sono servite a niente, perché al secondo giro in
Portogallo i corridori andavano più forte...". Per rimediare non resta che
una cura ancora più forte. Tra novembre e dicembre 170 pasticche di
anabolizzanti vari, e il ricorso alle gonadotropine per limitare i danni ai
testicoli. Poi arriverà di nuovo il tempo dell'epo e del Gh.

Quella di A. T. è una storia da brividi, solo a pensare ai possibili danni
alla salute: nessuno conosce gli effetti dell'interazione di tanti farmaci
insieme; ma è una storia che segnala il totale fallimento degli attuali
controlli antidoping, fatti ancora - nella quasi totalità - in
competizione. Confidava qualche tempo fa un funzionario del ministero della
salute: "L'antidoping? E' uno spauracchio che deve stare lì, deve servire a
tenere in piedi certe cose però; poi, se si deve fare seriamente, diventa
difficile". Già, perché?


(13 marzo 2005)

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