[Cerchio] Fw: [Geopolitica] Le truppe USA hanno fatto il tir…

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Aihe: [Cerchio] Fw: [Geopolitica] Le truppe USA hanno fatto il tiro al bersaglio con i giornalisti!

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From: "fr_abbe" <fr_abbe@???>
To: <Lista_di_Geopolitica@???>
Sent: Saturday, March 12, 2005 7:34 PM
Subject: [Geopolitica] Le truppe USA hanno fatto il tiro al bersaglio con i
giornalisti!


>
> Giuliana Sgrena e Eason Jordan
>
> Le truppe USA hanno fatto il tiro al bersaglio con i
> giornalisti!
>
> di Jason Kernahan http://www.onlinejournal.com/
>
> 9 marzo 2005-Il recente incidente in Iraq della
> sparatoria che ha coinvolto Giuliana Sgrena,
> l'ostaggio italiano liberato, ha gettato qualche nuova
> luce sulle condizioni nelle quali operano i
> giornalisti in Iraq. Infatti, gli osservatori hanno
> sollevato la possibilità che Giuliana sia stata presa
> come bersaglio per le sue cronache critiche
> dell'occupazione USA.
>
> L'accusa che i militari USA attacchino i giornalisti
> non è nuova. E gli smemorati media controllati
> sarebbero molto saggi se riesaminassero come Eason
> Jordan è stato messo alla gogna appena poche settimane
> prima.
>
> Eason Jordan è un dirigente della CNN che recentemente
> accusò le truppe USA di avere deliberatamente
> attaccato ed ucciso in Iraq non meno di 12
> giornalisti. Il conseguente furore respinse la sua
> dubbia ritrattazione ed entro due settimane si dimise
> dal suo posto alla rete.
>
> Ma, in realtà, dei blogger sopravvalutati, ai quali
> viene attribuito il suo trasferimento, non hanno
> presentato nulla più che un'indignazione organizzata
> agli sviluppi di questa storia. E, come vedrete,
> sarebbe bastato un piccolo sforzo investigativo per
> scoprire che Jordan in realtà stava dicendo la verità.
>
> Per esempio, è indiscusso che le truppe USA siano
> colpevoli di uccisione di giornalisti in Iraq, con una
> cifra
> http://www.guardian.co.uk/Iraq/Story/0,2763,1200911,00.html
> che stabilisce la loro quota ad un terzo pieno della
> quota di morti dei media. Compresi tra queste vittime
> vi sono i giornalisti di Al Jazeera uccisi dai
> bombardamenti USA
> http://www.commondreams.org/headlines03/0408-03.htm ed
> i giornalisti di Al Iraqiya uccisi
> http://www.guardian.co.uk/Iraq/Story/0,2763,1200911,00.html
> subito dopo avere intervistato la polizia irachena a
> Baghdad.
>
> Effettivamente, gli inconsolabili sopravvissuti non
> hanno alcun dubbio sul movente
> http://www.commondreams.org/headlines03/0408-03.htm
> degli attaccanti: "Gli americani ci hanno preso di
> mira perché non vogliono che il mondo veda i crimini
> che commettono contro il popolo iracheno".
>
> Ma, per quanto drastica sembri tale valutazione, è
> veramente molto in linea con la politica USA come è
> stata espressa chiaramente nel recente passato.
> Infatti, sia la TV di stato irachena che quella serba
> sono state bombardate perché, secondo dei funzionari,
> http://www.pbs.org/newshour/bb/europe/jan-june99/serb_tv_4-23.html
> esse erano ".piene di impiegati governativi pagati per
> produrre propaganda e menzogne. questo lo consideriamo
> un obiettivo militare".
>
> I timori sul contenuto dei media indipendenti hanno
> portato il Pentagono perfino a minacciare
> bombardamenti durante l'attuale campagna del Golfo.
> Secondo la veterana della BBC
> http://www.gulufuture.com/news/kate_adie030310.htm
> Katie Adie, "Mi è stato detto da un ufficiale
> superiore al Pentagono che se qualche aereo
> individuava degli uplinks, segnali di comunicazione
> satellitare,... media elettronici... mezzi di
> comunicazione militari... avrebbe sparato. Persino se
> fossero stati dei giornalisti...".
>
> Ma, per quanto possano scandalizzare, questi esempi
> rappresentano solamente la punta estrema degli abusi
> del Pentagono. In realtà, vi rimane una campagna in
> crescente espansione di molestie ai media, inclusi
> casi di lampante censura,
> http://www.msnbc.com/news/997582.asp?0cv=CB10&cp1=1
> tirassegno, arresti,
> http://www.abc.net.au/news/newsitems/s1019662.htm e
> perfino tortura psicologica.
> http://www.thenation.com/doc.mhtml?i=20040329&s=parenti
>
> Dunque, con una posizione così facilmente difendibile
> è sconcertante che Eason Jordan avesse così poche
> risposte per i suoi critici. Peggiore di tutto è stata
> la sua incapacità di spiegare il silenzio della CNN su
> questi argomenti.
>
> Comunque, il suo insuccesso è piuttosto tipico di
> questa nuova era di giornalismo di consumo. Infatti,
> per anni il detto "se sanguina, persuade" è stato la
> regola guida delle notizie. Ma ora, questa manifesta
> compiacenza ha portato ad una cronaca grossolanamente
> insufficiente e talvolta persino erronea.
>
> Semplicemente, come conseguenza dell'11/9, con il
> nazionalismo al massimo di tutti i tempi, le agenzie
> di notizie hanno dovuto regolare la loro cronaca per
> trattenere la loro quota di mercato. Conseguentemente,
> sono state obbligate ad ignorare le storie che gli
> americani semplicemente non vogliono ascoltare.
>
> Così il pubblico non si lamenta quando la CNN, come
> altre reti controllate, si sottomette volontariamente
> alle richieste governative di censurare
> http://www.fair.org/press-releases/network-pressure.html
> i video di bin Laden. E gli spettatori nemmeno dicono
> niente quando i servizi della CNN sono stati
> ulteriormente limitati in base a nuove politiche di
> approvazione dei testi.
> http://foi.missouri.edu/jourwarcoverage/guesswho.html
> E ancora, pochi si sono lamentati quando i
> vignettisti,
> http://www.commondreams.org/headlines02/0623-02.htm i
> musicisti ed i registi
> http://www.internalmemos.com/memos/memodetails.php?memo_id=1424
> e perfino i pubblicitari
> http://www.kansascity.com/mld/kansascity/business/5051285.htm?1c
> sono stati anche essi contagiati dal silenzio.
>
> Ma la causa ed il suo effetto erano chiari per coloro
> che volevano vedere. Un dirigente della CNN, Rena
> Golden, commentando i servizi della CNN
> dall'Afghanistan,
> http://www.reclaimthemedia.org/stories.php?story=02/08/16/3939957
> così disse: "Chiunque affermi che i media USA non si
> autocensurino vi prende in giro. Non è una questione
> di pressione del governo ma di riluttanza nel
> criticare qualsiasi cosa in una guerra che è stata
> ovviamente sostenuta dalla grande maggioranza della
> gente".
>
> E, in un caso più popolare, la ben nota corrispondente
> di guerra Christiane Amanpour venne censurata dai suoi
> superiori per avere fatto osservazioni simili
> http://www.usatoday.com/life/columnist/mediamix/2003-09-14-media-mix_x.htm
> sulla cronaca della guerra in Iraq della CNN.
>
> Ma, fortunatamente per tutti noi, il regime della
> limitazione non è stato permanente.
>
> E, in seguito all'invasione dell'Iraq, il velo
> volontario della censura inizierebbe a sollevarsi in
> perfetto accordo con i declinanti tassi di gradimento
> di Bush. Ma, mentre i giornalisti erano ancora una
> volta in una posizione migliore per dare resoconti
> veritieri degli eventi giornalieri, essi erano anche
> nella scomoda posizione di dovere rendere conto delle
> loro estremamente opposte cronache pre e
> post-belliche.
>
> Alcuni media non hanno affatto dato alcuna
> spiegazione, mentre altri, come il Los Angeles ed il
> New York Times
> http://www.islamonline.net/English/News/2004-05/03/article07.shtml
> pensarono che un riconoscimento apologetico dei loro
> errari fosse il modo migliore per recuperare la loro
> credibilità.
>
> Un editoriale del secondo giornale
> http://www.nytimes.com/2004/05/26/international/middleeast/26FTE_NOTE.html?ex=1109566800&en=5ed072b9e3dfb404&ei=5070
> porgeva queste parole: "In alcuni casi, le
> informazioni che allora erano controverse e che ora
> sembrano discutibili, erano insufficientemente
> qualificate o accettabili".
>
> Tra quei giornalisti che cercarono di salvare la
> faccia vi era anche Leslie Stahl della CBS che uno
> scadente giornalismo
> http://www.highspeed.msnbc.com/id/4891390/ sulle WMD:
> "Ho proprio sentito che dovremmo ammettere che avevamo
> torto. E lo feci. Mi sento a posto su questo".
>
> Dunque, in un tale clima di repressione è una sorpresa
> che una maggioranza di giornalisti presi in esame
> http://www.editorandpublisher.com/eandp/news/article_display.jsp?vnu_content_id=1000517148
> esprimano disappunto sull'attuale stato del
> giornalismo e sulla direzione verso la quale è
> diretto? Niente affatto, infatti, è specificamente a
> causa di questo tipo di controllo che i media di
> notizie negli USA sono classificati
> http://www.rsf.org/article.php3?id_article=4116
> soltanto al 17° posto su 139 paesi esaminati per
> quanto riguarda la libertà di stampa.
>
> E così è che la copertura di questa e di tutte le
> guerre future sarà guidata inevitabilmente più dai
> sondaggi sulla pubblica opinione che da ogni
> determinazione giornalistica a dire la verità.
>
>
> Jason Kernahan è uno scrittore con uno speciale
> interesse in politica internazionale nell'era post
> 11/9. E' possibile contattarlo a
> JasonKernahan@??? .