[CSSF] poe/li.tica-2

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poe/li_tica - 2
      testi d'ispirazione poetica sviluppati su tracce politiche,
      per Nichi Vendola presidente alla Regione Puglia; 


      Parliamo di Puglia
      parliamo di mondo
      in Iraq c'era un buco nero
      ma oggi è più fondo
      più buco più nero


      un messaggio di pace urge anche:
      intransigenza verso chi ha sostenuto
      voluto acclamato l'intervento armato,
      un segnale dalla Puglia di pace 


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      Si dice di orrori di comunismi e fascismi;
      ogni storia, ogni idea ha proprie derive; 
      poteri granitici
      consolidati nel tempo e replicanti a se stessi
      i regimi
      quelli sviluppano le più atroci derive 


      assuefazione al potere dei cinque
      ora dieci
      poi quindici, 
      e venti 
      e chissà quanti anni ancora


      rompere l'incanto 


      e una primavera
      nuova rinasca,
      la primavera di Puglia


________

      dichiarazione


      sono di sinistra,
      e la ragione ché
      preferisco la parte del tempo che scorre;


      come tempo in carne e sangue, 
      l'essere 
      orologio vivente,
      e le mie gambe con 
      le lancette
      avviate
      sul percorso 
      nel senso risaputo;


      solo da esterni,
      l'orologio di fronte
      si dirige alla destra;


      in quel riconoscermi
      tempo vivente
      l'orientamento
      è invece a sinistra.


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  brano tratto dal sito http://www.aziendabari.it/readnews.php?id=3996&cliente=35    


SAREMO TUTTI "ULTIMI" CIBANDOCI DI POESIA

Il destino che ci aspetta, in una non impossibile Puglia vendoliana, senza
produzione né sviluppo, ma con tanta Procura della Repubblica, sarà molto simile al comunismo di sempre, che lungi dal rendere giustizia agli "ultimi", retrocede tutti ad ultimi ed impedisce loro di riscattarsi mai. In
compenso ci nutriremo di poesia e canteremo in coro, con gli orecchini
eguali per tutti, le lodi del Grande Timoniere.
Naturalmente se, di fronte al flauto incantato di questo straordinario,
ma -come abbiamo cercato di dimostrare- non irreprensibile, prestigiatore della parola e delle emozioni, spegneremo i nostri cervelli.
Tommaso Francavilla
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solo il sentito dire può far dire di cibo poetico che spenga il cervello!
andrebbe assaggiato il pane di parola fragrante, e percepirne il risveglio interiore, l'ardore, l'amore, la carezza e la voglia di rinascere ogni momento fin sul punto di morte, e giovare alla vita
l.p.

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corrispondenza

Carissimo Luciano le tue parole in versi sono sempre molto suggestive, armoniche e musicali; arrivano al cuore, colpiscono e convincono. Però Luciano lasciamo la poesia fine a stessa, non asserviamola alla politica che non ha proprio niente, niente di poetico; la poesia unisce , la politica per definizione separa creando solo spirito di corpo . So che è importante e che è necessario occuparsene; ma il linguaggio politico, il "politichese" non ha nulla a che vedere con la poesia. Questa è il mio modestissimo parere che non deve indurti, e so che non lo farà, a desistere dal tuo intento. in ogni caso ti ringrazio per avermi dato la possibilità di leggere il tuo elaborato e ti saluto con affetto.
A.

carissima A., grazie della tua attenzione e suggerimento che però non mi trova per niente dalla tua parte; la mia prima raccolta poetica - 1981 - s'intitolava "Petali scarlatti e rosso porpora", e la poesia d'apertura "dai gradini vi si manda a dire..." era un'invettiva contro il perbenismo che nutre un potere che aliena e distrugge;
credo che la poesia, come soffio di coscienza ravvivante, si possa e debba sprecare contro il potere arroccato nell'autocompiacimento replicante;
credo quindi in una poesia che sappia compromettersi con la realtà, di cui la politica è parte; una poesia che non ha paura di sporcarsi nel contatto con essa, perché nella forza della ricerca al cuore dell'uomo può trovare la forza per ricreare realtà e umanità;
una poesia che avesse paura di smarrire il proprio senso nel confronto con la realtà, e quindi che cercasse di astrarsi da essa, rischierebbe l'alienazione; per cui al rischio dell'essere fuori, preferisco quello di essere dentro la realtà, giacché, poi, con un colpo d'ali ben assestato la poesia in ogni momento si saprà elevare oltre per sperimentare e indicare la libertà dell'aria, del vento, dell'incontro nuovo ad ogni svolta
l.p.
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Luciano Provenzano
www.creattivaria.altervista.org
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