[Forumlucca] Econews - 10 marzo 2005

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Szerző: Federazione dei Verdi di Lucca
Dátum:  
Tárgy: [Forumlucca] Econews - 10 marzo 2005
Rassegna quotidiana di notizie verdi.

SOMMARIO:

- Fecondazione. Zanella: su astensione, Ponzio Pilato docet
- Calipari. Pecoraro: nessun baratto tra verità e sovranità nazionale
- Calipari. Boco: tragedia nazionale faccia riflettere su orrore di guerra
- Iraq. Pecoraro: da Cdl vergognosi attacchi a Sgrena
- Iraq. Boco: intervento di Berlusconi? Non c'e' stato
- Energia. Lion a Gnudi: non è un’emergenza
- Nucleare. Turroni: scherani di Berlusconi nuovamente in campo
- Competitività. Pecoraro: da Lega becera propaganda medievale
- Fumo. Zanella: sentenza storica contro strapotere multinazionali
- Beni culturali. Turroni: nuovi barbari mentono
- Somalia. Bulgarelli: serve chiarimento vicenda
- Trattato di non-proliferazione. Frassoni: una nuova corsa agli armamenti
nucleari o il disarmo?
- Ambiente. Verdi: Milano cancella le piste ciclabili
- Cetraro. Soddisfazione dei Verdi per nomina di Luigi Marrello nel
Coordinamento nazionale di Agenda 21
- Falconieri negli aeroporti. Lac: una foglia di fico per una deregulation
clientelare di una forma di caccia
- Caccia foche. Lav: appello al governo per vietare vendita pelli
- Caccia foche. Un rapporto di Greenpeace smentisce il governo canadese
- Nucleare. Wwf: in Somalia tsunami ha disseppellito pattumiera UE
Econews dalle agenzie estere:
- Hawaii. Invasive tree species infestation spotted (ENN)
http://www.enn.com/today.html?id=7285
- Malaria estimated at 515 million cases worldwide (Reuters)
http://www.planetark.com/dailynewsstory.cfm/newsid/29878/story.htm


Fecondazione. Zanella: su astensione, Ponzio Pilato docet

“L'astensione nel caso del referendum sulla fecondazione sarebbe come voltarsi
dall’altra parte di fronte alla possibilità di cambiare una legge brutta e
sbagliata su un tema vitale, sarebbe insomma come lavarsene le mani, Ponzio
Pilato docet”. Lo ha dichiarato la deputata verde Luana Zanella a proposito
dell’appello all’astensione lanciato da monsignor Sgreccia. “Secondo i patti
lateranenzi ­ ha dichiarato Zanella - le autorità ecclesiastiche non dovrebbero
fare campagna elettorale ed è inaccettabile questa loro continua e invadente
ingerenza nella campagna referendaria. Il magistero della chiesa ha già mille
canali per poter dire la sua e influenzare credenti e non credenti la smettano,
lasci dunque sgombera la sfera squisitamente politica e istituzionale da
incursioni assolutamente fuori luogo”.

Calipari. Pecoraro: nessun baratto tra verità e sovranità nazionale

“Non ci può essere nessun baratto tra la verità e sovranità nazionale. Il modo
in cui vengono condotte le trattative è prerogativa di ogni governo nazionale e
noi siamo convinti che si debba sempre fare il massimo sforzo per salvare la
vita degli ostaggi”. Lo ha dichiarato il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro
Scanio. “Sarebbe gravissimo afferma Pecoraro - se l’istituzione di una
commissione congiunta per accertare la dinamica e le responsabilità della morte
di Nicola Calipari fosse barattata con l’adozione di una linea diversa da
tenere
nelle trattative per la liberazione degli ostaggi. Una simile ingerenza e
limitazione di sovranità sarebbe inaccettabile ed indecente”. “Gli Stati Uniti
conclude il leader del sole che ride - sono tenuti a dare una spiegazione
esauriente su una vicenda drammatica e contraddittoria a prescindere da
qualsiasi altra considerazione. Non spetta certo a loro decidere quali
iniziative l’Italia possa intraprendere per liberare gli ostaggi e sarebbe
indecente se il nostro Governo rinunciasse a tale prerogativa, cedendo parte
della sua sovranità”.

Calipari. Boco: tragedia nazionale faccia riflettere su orrore di guerra

“Ci chiediamo, e se lo chiedono più del 70% degli italiani: siamo
consapevoli di
partecipare ad una guerra vera, non una missione di pace? Siamo consapevoli di
essere corresponsabili di 17.000 morti iracheni, di 1500 morti americani, di
tante altre vittime di diverse nazionalità? Il tragico epilogo di venerdì
scorso
pone in modo ancora più pressante questi interrogativi". Lo ha dichiarato il
senatore Stefano Boco, capogruppo dei Verdi a Palazzo Madama, dopo aver
ascoltato la relazione di Berlusconi sulla liberazione della Sgrena e la morte
di Calipari. "Oggi i Verdi - ha proseguito l'esponente del sole che ride -
esprimono il proprio dolore per la perdita di un funzionario dello stato che,
nonostante il contesto di guerra, aveva interpretato la propria come azione di
pace e di solidarietà, e lo ha fatto al prezzo della propria vita. Questo
Governo ha preferito puntare sull’opzione muscolare piuttosto che sul lavoro
dell’intelligence e della diplomazia. Noi crediamo che questo orientamento
della
nostra politica estera sia estremamente pericoloso. Nei fatti degli ultimi
anni,
noi abbiamo pedissequamente seguito l’amministrazione Bush in tutte le
questioni
di politica internazionale. Ciò è costato vite umane, scarsa credibilità
internazionale, il dissolvimento di un patrimonio di conquiste civili e
politiche come paese portatore di pace e fautore di tutte le più importanti
missioni di peacekeeping e di peacerestoring sul pianeta. E’ stato il New York
Times a porsi questioni intorno all’uso disinvolto delle armi per fermare i
veicoli in avvicinamento ai check-point. Non ci pare che l’incidente sia stato
un caso isolato, pare essere un dramma ricorrente nei lunghi mesi di
occupazione
dell’Iraq. Secondo le regole d’ingaggio lì applicate i soldati americani sono
autorizzati ad aprire il fuoco non appena si sentono minacciati. Come si fa a
continuare a sostenere che siamo in una missione di pace, che siamo sotto la
copertura dell’azione Onu? Ma qual è il ruolo dell’Onu, se Baghdad e il suo
aeroporto sono controllati da ragazzini impauriti e non coordinati, odiati
dalla
popolazione civile perché percepiti come forza di occupazione. Dov’è il lavoro
di peace building che ogni volta, e a sproposito, invocate? Vi ostinate a
sostenere che non siamo in uno scenario di guerra, e in questo vi collocate
fuori dalla strategia che da tempo grandi paesi europei hanno adottato, la
richiesta di un cambiamento radicale di scenario, il coinvolgimento di tutta la
comunità internazionale, il ritiro delle truppe di occupazione, il lancio di un
imponente piano di ricostruzione. Noi speriamo - ha concluso Boco - che il
sacrificio di Calipari serva almeno a questo, a farvi riflettere sull’idiozia e
sull’orrore di questa guerra, sulla necessità per il nostro paese di cambiare
rotta, sulla necessità di ritirarsi dall’iraq e di tornare ad essere un paese
costruttore di pace".

Iraq. Pecoraro: da Cdl vergognosi attacchi a Sgrena

“Gli attacchi di Calderoli e di alcuni esponenti della Cdl a Giuliana Sgrena
sono vergognosi”. Lo ha dichiarato il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro
Scanio. “E’ forse in atto afferma Pecoraro - un tentativo di aggredire la
credibilità di una giornalista che ha denunciato la guerra in Iraq con tutti i
suoi orrori? Un’osservatrice libera e non embedded che ha descritto le atrocità
di un conflitto in cui il Governo ci ha trascinato e da cui non sa più come
uscire”. “E’ incredibile conclude il leader del sole che ride - che una
coraggiosa reporter di guerra dopo essere stata sequestrata e ferita debba ora
essere sottoposta agli attacchi del centrodestra. Calderoli ha forse paura di
una testimone scomoda?”.

Iraq. Boco: intervento di Berlusconi? Non c'e' stato

“Oggi, di fatto, non c'e' stato nessun intervento, nessun chiarimento, nessuna
comunicazione del Governo". Lo afferma Stefano Boco, capogruppo dei Verdi al
Senato, valutando del tutto "insufficiente" quanto riferito da Silvio
Berlusconi
al Senato sul Caso Calipari. "Mi aspettavo due comunicazioni, ce n'è stata una
sola, puntuale e vera, quella di Fini ieri alla Camera. Insomma, oggi il
presidente del consiglio non ha detto nulla: ha perso l'occasione per spiegare
agli italiani cosa è la commissione mista che dovra' indagare e quali sono i
compiti degli italiani".

Energia. Lion a Gnudi: non è un’emergenza

“Non esiste una emergenza energia nel nostro paese che ha bisogno piuttosto di
una nuova politica che privilegi le fonti pulite”. Marco Lion, deputato verde
della Commissione ambiente, giudica come “irresponsabile l’allarme più volte
lanciato da voci interessate non tanto alle prospettive di uno sviluppo
ecosostenibile dell’Italia - sottolinea il deputato - quanto agli interessi di
bottega legati al business ora del nucleare ora del carbone”. Lion sostiene
inoltre, riferendosi alle affermazioni del presidente dell’Enel Piero Gnudi
sulla necessità di utilizzare carbone e nucleare, che "secondo il Protocollo di
Kyoto, l’Italia, in assenza di strategie alternative, nel 2012 avrà superato di
100 milioni di tonnellate le emissione inquinanti consentite, cioè dovrà pagare
una multa che varierà tra i 4 ai 10 milioni di euro. Perché dunque c'è chi
vuole
privilegiare fonti più inquinanti, come il carbone di cui non esiste una
versione pultita? La questione energetica è una delle priorità del nostro
futuro: preoccupa - conclude - che una parte della classe dirigente, oltre che
l’attuale maggioranza di centro destra, non siano in grado di affrontare questa
sfida”.

Nucleare. Turroni: scherani di Berlusconi nuovamente in campo

“Nucleare? Non ne possiamo più. Gli scherani di Berlusconi sono in campo e
stanno gettando da tempo dei 'ballon d'essai' per vedere l'effetto che fa la
riproposizione del nucleare in Italia". Lo afferma il senatore dei Verdi Sauro
Turroni, vicepresidente della Commissione ambiente di Palazzo Madama. "Sono
iniziative fuori dal tempo e dalla storia,- prosegue l'esponente del sole che
ride - volte a mascherare il vero obiettivo, rivelato oggi, ancora una volta,
dalle dichiarazione di Gnudi, presidente dell'Enel. Mentre il viceministro
Guido
Possa e il direttore generale del ministero delle attività produttive
sproloquiano sul nucleare, il presidente dell'Enel veste i panni dell'agnello,
dichiara che il nucleare non è una parola spendibile in Italia e, nello stesso
tempo, propone l'impiego massiccio e generalizzato del carbone. Ci siamo
stancati di costoro, non sanno fare nessuna proposta credibile che
consentirebbe
al nostro paese un balzo in avanti nella riduzione degli sprechi e dei consumi,
nell'innovazioine tecnologica e nel miglioramento dell'efficienza. Un paese
civile deve fare a meno del nucleare così come deve fare a meno di questi
governanti, entrambi fattore pericolossimo di inquinamento, e deve potere
puntare sulle energie pulite, sul solare, sulla geotermia, l'idroelettrico, le
biomasse e l'idrogeno. L'Italia - conclude Turroni - deve rispettare Kyoto come
fanno gli altri paesi europei".

Competitività. Pecoraro: da Lega becera propaganda medievale

“Il diktat della Lega sull’introduzione dei dazi doganali è un imbroglio, una
becera propaganda elettorale medievale. Si tratta di un provvedimento
inapplicabile che contrasta con tutti i trattati internazionali firmati
dall’Italia. Per risolvere il problema di una concorrenza senza regole servono
nuovi standard ambientali e sociali imposti dal Wto”. Lo ha dichiarato il
presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio. “Noi Verdi sosteniamo da anni che
una globalizzazione selvaggia e senza regole può avere effetti devastanti e
riteniamo indispensabile la trasformazione del Wto. Per evitare il dumping
sociale ed ambientale l’Organizzazione mondiale del commercio deve stabilire
nuove regole ed imporre standard ambientali e sociali elevati. Se il Wto non
riuscisse a farlo, fallirebbe nei suoi scopi e dovrebbe essere abrogato”. “La
Lega - conclude il leader del sole che ride - ancora una volta ricatta il
Governo e fa propaganda elettorale evocando pericoli esterni e ricorrendo alla
xenofobia, imbrogliando i cittadini”.

Fumo. Zanella: sentenza storica contro strapotere multinazionali

“Finalmente anche in Italia si aprono spazi molto importanti per la tutela dei
cittadini e dei diritti dei consumatori”. Lo dice la deputata verde Luana
Zanella che giudica molto positivamente la sentenza con la quale la Corte di
appello di Roma ha condannato l'Eti a risarcire i familiari di un fumatore
morto
a causa delle sigarette. “Finora - dice Zanella - in Italia non esisteva la
possibilità di difendersi dallo strapotere delle multinazionali del tabacco:
quella sentenza è un passo fondamentale per garantire la salute contro gli
interessi economici”.

Beni culturali. Turroni: nuovi barbari mentono

“Baccini, Matteoli, Urbani e gli altri, che si affannano a dichiarare che dal
silenzio- assenso e dalla super dichiarazione di inizio attività sono esclusi i
beni culturali, archeologici e il paesaggio, sono degli imbroglioni e mentono
clamorosamente. Infatti, hanno dato il via libera, senza sollevare obiezioni, a
due emendamenti presentati dal Governo al disegno di legge sulla
semplificazione
che certificano il diritto di fare quello che ciascuno vuole ovunque, senza
regole". Lo afferma il senatore dei Verdi Sauro Turroni, vicepresidente
Commissione ambiente di Palazzo Madama. "Sono i fatti che parlano da soli -
prosegue l'esponente del sole che ride - e quando, nei giorni scorsi, abbiamo
sollevato la questione della devastazione dell'Italia da parte di questi nuovi
barbari non abbiamo inventato nulla: ci siamo limitati ad anticipare quello che
stavano per fare. Ormai li conosciamo davvero bene: sono i nuovi barbari e si
apprestano al definitivo sacco d'Italia".

Somalia. Bulgarelli: serve chiarimento vicenda

“Quanto denunciato dal ministro dell'ambiente somalo e dall'Unep sul
danneggiamento, a seguito dello tsunami, di migliaia di container con rifiuti
tossici e radioattivi situati lungo la costa somala e' di una gravita'
assoluta,
e richiede che siano accertate immediatamente le responsabilita' del nostro
paese nei torbidi traffici condotti negli anni ottanta e novanta". Ad
affermarlo
e' il deputato dei Verdi Mauro Bulgarelli, membro- attualmente autosospesosi-
della commissione presieduta da carlo taormina. E' inoltre opportuno- dice
l'esponente del sole che ride- che la vicenda "venga presa nella massima
considerazione, oltre che dalla commissione parlamentare d'inchiesta sui
rifiuti, anche da quella sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hovratin". "Molte
coraggiose inchieste giornalistiche - prosegue Bulgarelli - tra le quali quella
condotta dalla rivista 'Famiglia Cristiana', ieri ripresa dal 'Times', hanno da
anni denunciato i loschi traffici di numerose ditte, soprattutto italiane, con
il passato governo di Mogadiscio, che in cambio di 80 milioni di dollari prese
in consegna oltre 10 milioni di tonnellate di rifiuti tossici e radioattivi. La
pista dei rifiuti- conclude Bulgarelli - e', a mio avviso, tra quelle piu'
meritevoli di attenzione per giungere finalmente a dipanare il mistero della
morte di Ilaria e del suo collaboratore ed e' doveroso che gli sforzi
investigativi, a questo punto, si intensifichino". Bulgarelli ha presentato, in
merito alla denuncia dell'Unep, un'interrogazione parlamentare. (Dire)

Trattato di non-proliferazione. Frassoni: una nuova corsa agli armamenti
nucleari o il disarmo?

A conclusione del dibattito in plenaria, svoltosi ieri a Strasburgo, e alla
vigilia del voto del Parlamento europeo della risoluzione sulla revisione del
trattato di non proliferazione nucleare (tnp), in programma oggi, Monica
Frassoni, capogruppo dei Verdi/Ale, ha dichiarato : "la conferenza che si terrà
in maggio a New York sulla revisione del trattato di non proliferazione deve
essere un successo. Deciderà, infatti, se la corsa alle armi nucleari
continuerà
o se verrà ri - avviato un processo di disarmo nucleare globale. L'Unione
Europea deve proporre una politica di non proliferazione efficace per
contrastare la pericolosa dottrina degli attacchi preventivi sostenuta
dall'attuale amministrazione statunitense." "Il trattato di non proliferazione
implica uno 'scambio' fondamentale: da una parte, gli stati senza armamenti
nucleari si impegnano a non acquisirli, dall'altra, gli stati con arsenali
nucleari avviano processi di disarmo. In Europa non siamo riusciti a tener fede
a questo 'scambio', in quanto non stiamo eliminando nessuno dei nostri sistemi
d'arma atomici e non possiamo poi sorprenderci se paesi come l'Iran ignorano le
nostre richieste di disarmare. Nello stesso tempo, corriamo, tutti, l'enorme
rischio che materiale nucleare finisca nelle mani di gruppi al di fuori di
qualsiasi controllo." "In un settore come quello degli armamenti di distruzione
di massa come quello nucleare la coerenza è d'obbligo: lo smantellamento degli
arsenali nucleari deve essere perseguito da tutti, compresi Stati Uniti, Regno
Unito e Francia. Questa la posizione che proponiamo venga fatta valere in
occasione dell'importante conferenza di maggio sulla revisione del trattato di
non proliferazione." "Come italiani non possiamo nasconderci che la situazione
delle basi nucleari nel nostro paese, in particolare quella di Ghedi, è
allarmante. Come viene ricordato anche nel più recente studio sul tema di Hans
M. Christensen, del Natural resources defense council di Washington, pubblicato
il mese scorso, ' dei 44 spazi per testate nucleari disponibili nelle 11 volte
della base aerea di Ghedi Torre, 40, e cioè circa il 90%, ospitano testate
atomiche. È il solo caso conosciuto in Europa di una base aerea nazionale con
più di 20 testate nucleari'. Le armi nucleari di Ghedi sono un rischio
sottovalutato per tutti i cittadini del bresciano e delle province limitrofe,
anche perchè non sono state mai organizzate esercitazioni con la popolazione
civile per emergenze connesse anche soltanto a possibili fughe radioattive. La
pace si costruisce con il disarmo: anche in questa occasione chiediamo quindi
con decisione, a tutte le forze politiche, la ripresa di politiche di disarmo
che portino alla rimozione e alla distruzione di tutte le armi di
distruzione di
massa, a partire da quelle nucleari e a partire da Ghedi. E l'utilizzo dei
miliardi di euro ora sperperati in armamenti nucleari per spese socialmente
utili."

Ambiente. Verdi: Milano cancella le piste ciclabili

“Un bel colpo di spugna su buona parte degli investimenti annunciati. Questo il
triste risultato della riunione della giunta comunale milanese svoltasi ieri.
Molte delle opere pubbliche reiteratamente annunciate e spacciate per
cantierabili non vedranno mai la luce, come molti peraltro sospettavano da
tempo. Oltre all'azzeramento degli stanziamenti per la ristrutturazione del
Piccolo teatro e del Planetario, sono stati cancellati tre dei quattro milioni
di euro previsti per gli interventi per la realizzazione e manutenzione delle
piste ciclabili. Una scelta che conferma quanto ormai è da tempo sotto gli
occhi
di tutti: alla giunta Albertini non importa proprio nulla delle piste
ciclabili.
E così i milanesi, che vorrebbero essere facilitati nell'uso delle due
ruote per
destreggiarsi nell'inferno del traffico cittadino, restano al palo. "Queste
sono
scelte irresponsabili - afferma Pietro Mezzi, assessore provinciale milanese al
territorio e alla mobilità ciclabile - ma non ci stupiscono, perché la giunta
Albertini ha sempre snobbato l'argomento, così come il pericolo rappresentato
dallo smog. La Provincia di Milano invece ha messo in campo un piano di
intervento su vasta scala per un rete efficace di piste ciclabili e per
realizzare un sistema intermodale che permetta l'uso integrato delle due
ruote e
dei mezzi di trasporto pubblico. Le linee principali di questo piano saranno
presentate il 19 marzo a Milano, nel corso di un convegno nell'ambito della
fiera fa' la cosa giusta".

Cetraro. Soddisfazione dei Verdi per nomina di Luigi Marrello nel Coordinamento
nazionale di Agenda 21

“A nome dei Verdi di Cetraro, esprimo viva soddisfazione per la nomina
dell’amico Luigi Marrello, in seno al Consiglio nazionale delle agende 21
locali
italiane. Lo ha detto il giovane Emilio Quintieri, responsabile del nucleo di
vigilanza ambientale dei Vas della Calabria e candidato dei Verdi al consiglio
comunale di Cetraro alle prossime elezioni amministrative. Questa nomina è il
frutto del grande lavoro svolto da Marrello nel campo della tutela ambientale e
dello sviluppo sostenibile, prima da presidente della Commissione ambiente del
consiglio provinciale ed ora da assessore all’ambiente della Provincia di
Cosenza. Infatti, il coordinamento nazionale di agenda 21, riunitosi a Bologna
nei giorni scorsi, ha eletto il nuovo consiglio direttivo ed il nuovo
presidente. L’agenda 21 è il piano di azione dell’Organizzazione delle Nazioni
Unite per lo sviluppo sostenibile, sottoscritto dai rappresentanti di 181
paesi,
fra i quali l’Italia, nel 1992, a Rio de Janero, in occasione del vertice sulla
terra. Si tratta di un’agenda di azioni da realizzare per il 21° secolo,
affinché le pubbliche amministrazioni vadano a perseguire il corretto sentiero
per la sostenibilità del proprio sviluppo economico e sociale. Agenda 21
individua, quindi, una serie di obiettivi economico ­ culturali di salvaguardia
ambientale, per il raggiungimento dei quali è richiesto un attivo e fervido
coinvolgimento della popolazione interessata e un rafforzamento del ruolo delle
autorità locali in tale direzione. Per uno sviluppo sostenibile ­ dice
Quintieri
­ intendiamo uno sviluppo che risponde alla necessità del presente senza
compromettere la capacità delle generazioni future per soddisfare le proprie
esigenze. Non solo. Per sviluppo sostenibile, intendiamo anche un miglioramento
della qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi
di base. Proprio in questi giorni, si è verificato un caso gravissimo che noi
Verdi, denunciamo da tempo. A Cavallerizzo, una frazione del comune di Cerreto,
si sta verificando un vero e proprio disastro; sono centinaia le famiglie senza
casa, evacuate per non essere inghiottite dalla terra. Nel nostro paese ogni
anno lo stato italiano spende 7.000 miliardi per riparare i danni causati da
alluvioni e frane. I Verdi da sempre chiedono allo stato di finanziare l’opera
pubblica più importante mai realizzata : ripristinare l’equilibrio ambientale e
mettere in sicurezza le aree a rischio sismico ed idrogeologico. In Italia ben
1.500 sono i comuni a rischio di alluvioni e 2.300 quelli minacciati da frane.
Nel complesso sono circa venti milioni gli italiani che vivono in territori a
rischio: in molti casi bastano pochi millimetri di pioggia per provocare
disastri. Chiediamo ai parlamentari di impegnarsi a far sì che nella legge
finanziaria siano inseriti sostanziosi finanziamenti per opere di difesa
dell’ambiente dalle alluvioni, dalle frane, dalle voragini e dall’erosione
costiera e per opere di difesa antisismica. Prima di tutto dunque salvare le
vite umane e salvaguardare la qualità della vita dei cittadini. Per questo va
protetto e risanato il nostro bel paese.” Concludendo Emilio Quintieri ha
annunciato che sul caso di Cerreto, il gruppo parlamentare dei Verdi di
Montecitorio presenterà una interrogazione urgente al presidente del consiglio
dei ministri, al ministro dell’Interno ed al ministro dell’ambiente.

Falconieri negli aeroporti. Lac: una foglia di fico per una deregulation
clientelare di una forma di caccia

“E' stata frettolosamente spacciata come la panacea per prevenire pericolose
collisioni tra aeromobili e stormi di uccelli. Ma la proposta di legge Vascon
(l.n.), n. 4058 "modifiche all'articolo 22 della legge 11 febbraio 1992, n.
157,
in materia di inserimento del falco e del falconiere intesi come ausiliari nei
servizi aeroportuali per garantire la sicurezza dei voli, approvata l'8 marzo
dalla Camera dei Deputati, e che oggi viene trasmessa al Senato, maschera in
modo maldestro una normalissima concessione pre-elettorale ­ commenta in una
nota la Lega Abolizione Caccia. In realtà già oggi la legislazione vigente non
impedisce affatto la sperimentazione di falchi addestrati per scacciare stormi
di uccelli dalle piste; ma con questo pretesto, in altri articoli della
proposta
Vascon, si vorrebbe abolire alla chetichella, oltre che la licenza di
caccia per
i falconieri (e relative tasse governative), anche la necessità di sostenere
l'esame di abilitazione per quella che è comunque una forma di caccia
autorizzata, quando praticata in natura e in campagna. Qui sta la "furberia".
Riguardo all'uso del falco -con annesso falconiere- negli aeroporti, la
proposta
varata da Montecitorio ,e che ora passa al Senato, li rende praticamente
obbligatori (ma senza oneri aggiuntivi per lo stato) negli scali "tecnicamente
idonei", dimenticando che tale metodo è impraticabile in giornate ventose, di
notte, o negli scali ad alta frequenza di decolli ed atterraggi. Risultato ? E'
prevedibile, visto che non paga lo stato: tasse aeroportuali più alte, se anche
il Senato dovesse confermare la stessa stesura licenziata l'altroieri dall'aula
di Montecitorio. Se ne ricordino, eventualmente , i turisti che dovessero
tra un
annetto acquistare biglietti aerei maggiorati per mantenere un nuovo gruppo di
parassiti del servizio pubblico, grazie a 4 amici falconieri del
potente-incompetente di turno.”

Caccia foche. Lav: appello al governo per vietare vendita pelli

E’ nata ieri nel golfo di San Lorenzo in Canada, la prima foca groenlandica
della stagione 2005. Si è deciso di chiamarla Hope (speranza) perché
rappresenti
la speranza, per questi mammiferi, di non essere mai più vittime della caccia
commerciale per confezionare capi di abbigliamento e altri accessori in
pelliccia. Tra poco più di due settimane in Canada si aprirà la caccia alle
foche e nel giro di pochi giorni ben 319.500 cuccioli di foca saranno
orribilmente uccisi. La caccia alle foche in Canada è la più grande strage di
mammiferi marini al mondo: nel triennio 2003-2005 il Governo canadese ha
autorizzato l’uccisione di quasi un milione di foche. La Lav coordina in Italia
la campagna internazionale promossa da Ifaw per porre fine alla caccia
commerciale alle foche e insieme chiedono al Governo italiano di vietare
l’importazione e la commercializzazione dei prodotti derivati da questi
animali.
L’opinione pubblica mondiale ha più volte condannato la crudeltà della caccia
alle foche. La condanna della caccia alle foche ha indotto i governi di alcuni
paesi a emanare normative di divieto della commercializzazione dei prodotti di
foca. Gli stati uniti hanno vietato l’uccisione e la commercializzazione di
qualsiasi prodotto di foca fin dal 1972 e hanno approvato una risoluzione, nel
2003, che chiede al Canada di cessare questa cruenta caccia. Nell’Unione
Europea, principale mercato mondiale delle pelli di foca, il Belgio ha già
approvato una prima moratoria e il bando definitivo, già approvato dal
Governo è
in fase di ratifica dai parlamenti federali. L’Olanda sta esaminando un
provvedimento analogo a quello del Belgio. La Commissione affari esteri del
Parlamento italiano ha già approvato due risoluzioni che impegnano il
Governo ad
emanare norme in tal senso. “L’Italia in passato si è già schierata in favore
degli animali emanando un’ordinanza, trasformata in legge nel 2004, che ha
vietato l’importazione e la commercializzazione delle pelli di cani e gatti. Ci
auguriamo che il governo italiano segua la scelta di civiltà già intrapresa in
tema di pellicce di animali domestici, e l’esempio del governo belga ponendo
fine a questo ingiustificato e riprovevole commercio”, dichiara Roberto
Bennati,
responsabile Lav campagna antipellicce.

Caccia foche. Un rapporto di Greenpeace smentisce il governo canadese

Greenpeace ha reso noto ieri il rapporto “Canadian seal hunt: no management and
no plan”, che dimostra come le motivazioni addotte dal Governo canadese per
giustificare la caccia commerciale alle foche siano superficiali, incomplete e
totalmente datate. Il piano di caccia canadese per il triennio 2003-2005
atlantic seal hunt management plan dà avvio al più grande programma di caccia
commerciale alle foche dal 1971, anno in cui fu introdotto il tacs, cioè il
numero massimo cacciabile. Se anche le limitazioni dovessero essere
strettamente
osservate, il risultato sarebbe la significativa riduzione della popolazione di
foche. “e’ irresponsabile e scientificamente ingiustificabile che il Governo
canadese consenta l’uccisione di quasi un milione di foche mentre i suoi
scienziati non sono in grado di valutare accuratamente la consistenza delle
popolazioni, l’attuale numero di foche cacciate né gli impatti che fattori
esterni, come i cambiamenti climatici, possono avere sulla salute delle stesse
foche” afferma Mhairi Dunlop di Greenpeace International. “ Il governo canadese
ha una lunga storia di cattiva gestione dell’ecosistema marino, preoccupato
soprattutto degli interessi economici a breve termine dell’industria della
pesca
piuttosto che della tutela del mare e delle sue risorse”. Il rapporto di
Greenpeace fornisce un background storico ed ecologico per valutare
accuratamente il piano di sviluppo della caccia alle foche del Governo
canadese,
smentendo quelle argomentazioni scientifiche usate per giustificare la caccia
commerciale. In particolare, “Canadian seal hunt: no management and no plan”
documenta i diversi fattori che minacciano la popolazione di foche, inclusa la
caccia commerciale, mettendo inoltre in risalto le interazioni fra le foche
e le
altre componenti dell’ecosistema oltre che la pesca. Nel rapporto si può
leggere, fra l’altro, che: - le omissioni sul reale numero di foche cacciate
rendono le quote diffuse dal Dipartimento degli oceani e della pesca (Dfo)
canadese scientificamente indifendibili. - il numero di foche che è consentito
cacciare nel triennio 2003-2005 è di 975.000 esemplari. Questa cifra, però, non
tiene conto degli animali “uccisi e persi”, di quelli uccisi illegalmente, di
quelli abbandonati perché la pelliccia è danneggiata, ecc. Ecc. - il piano
canadese di gestione della popolazione di foche si basa sulla convinzione che
non ci saranno cambiamenti nei fattori biologici e ambientali nel breve e nel
lungo termine. Una premessa decisamente discutibile se solo si considerano gli
impatti dei cambiamenti climatici sugli oceani e sui ghiacciai. - le stime si
basano su un censimento della popolazione di foche che avviene ogni 5 anni. Ma,
poiché la caccia commerciale riguarda di cuccioli di foca (il 95% viene
cacciato
dopo i primi 14 giorni di vita e sempre prima di un anno), questi non
raggiungono i cinque anni di vita. Quindi, occorrerebbero almeno dieci anni per
avere un’idea del reale impatto sulla popolazione di foche e almeno 15 anni
valutare esattamente tutti i trend. Questo rende prive di senso le basi su cui
poggiano la conservazione e il monitoraggio del dfo. Il dipartimento per gli
oceani e la pesca dichiara che “l’approccio precauzionale” alla protezione
dell’ecosistema marino è la principale chiave del suo modello di gestione.
Se il
Dfo dice la verità, allora fermerà immediatamente la caccia alle foche non
appena avrà letto questo rapporto. Il rapporto si può consultare al seguente
indirizzo: http://www.greenpeace.org/international_en/press/ nucleare.

Nucleare. Wwf: in Somalia tsunami ha disseppellito pattumiera UE

Allarme chimico e nucleare in Somalia. Il Wwf denuncia un capitolo finora poco
conosciuto del recente rapporto Unep sugli effetti ambientali dello tsunami nei
diversi paesi: secondo gli esperti l'urto del maremoto ha fatto riaffiorare
sulle coste della somalia ingenti quantita' di rifiuti tossici, alcuni dei
quali
di tipo radioattivo, da tempo sepolti nell'Oceano Indiano e si presume di
provenienza principalmente europea. In questi giorni e' dunque allarme in
Somalia per quello che si puo' considerare uno dei piu' tremendi effetti
"collaterali" dello tsunami che, dopo aver colpito lo scorso dicembre 6 paesi
del sud-est asiatico, devasto' anche oltre 650 chilometri di costa
settentrionale in Somalia, tra Hafun e Garacad, provocando circa 300 morti e
oltre 18.000 senza tetto. Secondo il rapporto Unep a seguito del maremoto,
infatti, alcune popolazioni della costa settentrionale somala sono state
colpite
da insolite patologie, facilmente riferibili a gravi fenomeni di inquinamento,
come infezioni acute alle vie respiratorie, sanguinamenti dalla bocca,
emorragie
addominali. Un fenomeno gravissimo che ha spinto pochi giorni un membro del
Parlamento somalo, Awad Ahmed Ashra, a lanciare un appello alla comunita'
internazionale per bonificare l'area dai rifiuti tossici disseppelliti dallo
tsunami. "Anche il nostro paese ha delle gravissime responsabilita' rispetto a
quanto sta accadendo ora in Somalia e deve rispondere alle richieste gia'
avanzate sia dall'Unep che dai membri del Parlamento somalo di un aiuto
internazionale per approfondire le indagini e avviare operazioni di bonifica -
dice Michele Candotti, segretario generale Wwf - il ruolo svolto da ditte
italiane in Somalia nei traffici di rifiuti tossici e' tra l'altro ben noto
allo
stesso Unep, come conferma l'allarme lanciato nel 1992, e ribadito piu' volte
nelle relazioni della stessa Commissione parlamentare d'inchiesta sui rifiuti".
(Dire)

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