[NuovoLaboratorio] G. Casarino: sessione tribunale iraq, ech…

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Autor: Luisa Conte
Data:  
Assumpte: [NuovoLaboratorio] G. Casarino: sessione tribunale iraq, echi di stampa
A Genova il tribunale per l'Iraq
Si è chiusa lunedì la sessione di discussioni su guerra e disinformazione
Propaganda In democrazia la guerra è insopportabile. Per farla accettare all'opinione pubblica è necessario deformare la verità
MARINELLA CORREGGIA
GENOVA

E' intollerabile in democrazia la guerra; per farla digerire ai cittadini occorrono massicce dosi di deformazione della verità. Occorre la propaganda. Lo ha ripetuto Isidoro Mortellaro, docente all'università di Bari, intervenendo alla sessione genovese del Wti, Tribunale mondiale sull'Iraq - dal titolo «Guerra e disinformazione di massa» - svoltasi in contemporanea con un'altra sessione in Giappone. Il Wti è un tribunale di coscienza mondiale e itinerante che cerca di opporsi all'impunità di chi ha programmato, condotto la guerra e di chi disinforma. L'appuntamento a Genova è stato con cura autorganizzato da attivisti, pacifisti e studiosi; oltre duecento persone hanno ascoltato relatori come Alessandro Dal Lago, Gianni Alioti, don Andrea Gallo, Guglielmo Ragozzino de Le Monde diplomatique. Insieme al messaggio di Noam Chomski, quello dell'ottantenne Teresa Mattei, membro della Costituente e partigiana. E del resto non è lontana la Seconda guerra mondiale, perché se gli embedded sono un fenomeno nuovo, i meccanismi di propaganda sono il passato, oltre che il presente e il futuro. Dobbiamo conoscerli, perché continueranno a usarli. Anne Morelli, docente alla Libre Università de Belgique e autrice del saggio «Principi elementari della propaganda di guerra» (per l'Italia Edizioni Ediesse 2005), spiega che i dieci comandamenti della disinformazione di massa erano stati individuati ottant'anni fa da sir Arthur Ponsonby, un pacifista inglese che ruppe con il suo partito laburista per protesta contro l'entrata in guerra nel 1940.

Nel suo saggio «Falsehood in Wartime» (Falsità in tempo di guerra) del 1928, Ponsonby smascherava le menzogne di tutte le parti in guerra. Ed enunciava i principi della propaganda di guerra; nota Morelli: «Sono stati usati a piè pari non solo nelle due guerre mondiali ma nella guerra del Golfo del 1991, nelle bombe Nato contro la Jugoslavia nel 1999, in quella contro l'Afghanistan del 2001, e oggi, fino agli ultimi discorsi di Bush». Ecco alcuni dei principi. E' il nemico a volere la guerra, noi amiamo la pace. Noi combattiamo per fini nobili. Il nemico commette atrocità e usa armi illegali, i nostri soldati sono umanitari (bambini in braccio ecc.), al massimo possono avvenire sbavature e le puniamo. La propaganda e la disinfomazione agevolano anche l'impunità. Emblematico il Patriot Act 2, con la licenza Cia di eseguire arresti e altro senza neanche riferire alle istituzioni e questo sulla base - ha spiegato l'avvocato Gilberto Pagani dei giuristi democratici - di disposizioni varate dall'insaputa del Congresso, oltre che dei cittadini.

Che fare? Sul lato dell'informazione, Anne Morelli raccomanda di «dubitare, dubitare, dubitare». La sessione genovese del Wti è terminata con una mozione che chiede fra l'altro alla città e alle forze sociali di Genova «di indire uno sciopero generale e altre azioni concrete per la fine delle azioni militari e il ritiro delle truppe italiane in Iraq» e di proclamarsi «città aperta alla pace».
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