[Forumlucca] Econews - 8 marzo 2005

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Aihe: [Forumlucca] Econews - 8 marzo 2005
Rassegna quotidiana di notizie verdi.

SOMMARIO:

- Calipari. Pecoraro: mezze verità sono oltraggio a sua memoria
- Calipari. Cento: creare una commissione d’inchiesta
- UE. Cortiana: la brevettabilità del software metterà in difficoltà le imprese
europee
- UE. Frassoni: dal Consiglio una sberla al Parlamento Europeo
- 8 marzo. Pecoraro: donne e giovani al centro del programma Unione
- Fecondazione. Zanella: parola della chiesa non puo’ diventare propaganda
- Nucleare. Bulgarelli: rendere noti piani emergenza porti
- P.A. Italia Nostra: silenzio-assenso disposizione pericolosa
- Augusta. Le donne dicono no all'inceneritore
- Ambiente. Via libera a nuova direttiva su eco-informazione
- Alitalia. Da lavoratrici precarie un cesto di mimose a Cimoli
Econews dalle agenzie estere:
- World fish stocks strained (Reuters)
http://www.planetark.com/dailynewsstory.cfm/newsid/29844/story.htm
- Restless volcano creates hazards in Alaska (ENN)
http://www.enn.com/today.html?id=7260


Calipari. Pecoraro: mezze verità sono oltraggio a sua memoria

“Toppe contraddizioni e mezze verità in questa tragica vicenda. Serve
subito una
Commissione d’inchiesta che faccia piena luce su quanto accaduto per evitare
insabbiamenti ed un nuovo Cermis”. Lo ha dichiarato il presidente dei Verdi
Alfonso Pecoraro Scanio. “Solo accertando la verità - afferma Pecoraro - si può
onorare degnamente l’eroico sacrificio di Nicola Calipari. In questi giorni
sono
circolate diverse versioni contraddittorie dei fatti e c’è il forte timore che
ci si voglia accontentare di ricostruzioni incomplete per dimenticare al più
presto la tragedia. Vigileremo affinché non ci sia nessun tentativo di
insabbiamento”. “Noi Verdi - conclude il leader del sole che ride -
chiediamo il
massimo rigore nell’individuare i colpevoli dell’omicidio e la massima fermezza
per evitare che si ripeta il caso Cermis. Quanto accaduto dimostra,
inoltre, che
in Iraq c’è una guerra in corso e per questo è essenziale ritirare quanto prima
le truppe italiane”.

Calipari. Cento: creare una commissione d’inchiesta

“Il ministro Fini deve spiegare alla Camera il mistero del quarto uomo”. Paolo
Cento, deputato verde e vicepresidente della commissione giustizia di
Montecitorio, chiede chiarezza sul caso della morte di Nicola Calipari e
precisa: “spero che il ministro degli Esteri non sia vago: nelle prime
ricostruzioni tre agenti sono rimasti feriti, uno di loro si getta sul corpo
della giornalista e muore. In seguito si è parlato di un solo ferito, oltre
Giuliana, e di Nicola Calipari, colpito a morte. Che fine ha fatto l’uomo che
venerdì sera era in gravi condizioni all’ospedale di Bagdad, colpito al
polmone?
Questo punto deve trovare una chiara risposta già nell’informativa del ministro
Fini”. “Sulla morte di Nicola Calipari è opportuna una commissione parlamentare
d’inchiesta. E’ sempre più forte il rischio che le autorità statunitensi
intendano derubricare il fatto come incidente, insabbiando così responsabilità
politica e militare. Dal governo italiano ci aspettiamo perciò una azione forte
per tutelare la ricerca della verità e per riaffermare la piena dignità e
sovranità nazionale del nostro paese. Noi Verdi chiediamo a tutte le forze
dell’Unione di assumere una iniziativa per una inchiesta parlamentare che
contribuisca ad accertare rapidamente fatti e responsabilità, superando i muri
di eventuali segreti militari”.

UE. Cortiana: la brevettabilità del software metterà in difficoltà le imprese
europee

“Con l’approvazione, ieri, in consiglio dei ministri europei, della
contestatissima Direttiva sulla brevettabilità del software assistiamo a
tutti i
limiti delle istituzioni europee: il Parlamento ha chiesto a chiare lettere di
riavviare la discussione sul testo, e commissione e consiglio hanno
ritenuto che
fossero chiacchiere da bar, non risoluzioni del Parlamento europeo".
Dichiara il
senatore Fiorello Cortiana, primo firmatario della mozione per il riavvio della
direttiva firmata al Senato da quasi un terzo dei senatori di tutti gli
schieramenti. "Siamo arrivati al ridicolo, poi, quando il Parlamento ha chiesto
di audire Barroso e lui ha risposto ­ e sta agli atti ­ che non aveva tempo.
Ora, i due milioni di cittadini europei che hanno chiesto di non accettare che
il software, cioè il linguaggio della società dell’informazione, fosse
brevettabile, le migliaia di piccole e medie imprese che hanno preso posizione,
le centinaia di parlamentari europei e degli stati membri devono mettere in
atto
tutte le iniziative possibili affinchè si raggiunga la maggioranza qualificata
nella seconda lettura del Parlamento, bloccando definitivamente questo
tentativo
che andrebbe a solo vantaggio delle grandi multinazionali asiatiche e americane
e - conclude Cortiana - metterebbe in grandissima difficoltà il tessuto di
medie
imprese europee".

UE. Frassoni: dal Consiglio una sberla al Parlamento Europeo

Monica Frassoni, co-presidente del gruppo dei Verdi/Ale al Parlamento Europeo,
ha così commentato la decisione del Consiglio dei ministri dell'UE sulla
brevettabilità del software: "la decisione del consiglio competitività,
favorevole alla brevettabilità del software, è una sberla per l'industria
informatica europea e per il Parlamento Europeo. Il consiglio si è
inginocchiato
davanti a Microsoft e co. E ha tradito gli interessi dei programmatori europei
di software." "Il consiglio ha ignorato la volontà del Parlamento europeo e non
ha tenuto conto della posizione presa dalla conferenza dei presidenti del
Parlamento che si era espressa in modo unanime contro l'adozione di questa
direttiva, creando così un serio conflitto tra Parlamento, commissione e
consiglio. Per ragioni puramente formali, i ministri dell'UE hanno oggi
confermato la posizione comune del maggio 2004 anche se nel frattempo le
circostanze sono profondamente cambiate." "Il consiglio ha anche ignorato la
crescente opposizione nei confornti di questa direttiva in numerosi parlamenti
nazionali preoccupati, a giusto titolo, per il futuro della loro industria del
software. Il testo attuale della direttiva sulla brevettabilità del
software non
deve diventare legge. I Verdi aumenteranno la pressione per assicurarsi che
l'attuale proposta di direttiva non superi la seconda lettura."

8 marzo. Pecoraro: donne e giovani al centro del programma Unione

“Donne e giovani siano al centro del programma dell’Unione”. Lo ha
dichiarato il
presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio. “La partecipazione delle donne
alla politica attiva - afferma Pecoraro - è fondamentale, perché esistono
ancora
degli ostacoli alla piena realizzazione delle pari opportunità, soprattutto nel
mondo del lavoro. L’impulso riformatore che le donne, come i giovani, possono
dare alla politica è prezioso e l’Unione deve farsi interprete di questa
possibilità di cambiamento ed innovazione sociale e culturale”. “E’
evidente che
nel mondo politico e nelle istituzioni c’è una differenza ancora troppo grande
tra presenze maschili e femminili. Per questi motivi noi Verdi - conclude il
leader del sole che ride - riteniamo sia importante dare alla coalizione di
centrosinistra ed a tutta la politica italiana un volto un pò più rosa”.

Fecondazione. Zanella: parola della chiesa non puo’ diventare propaganda

“La parola della chiesa, di cui tutti teniamo conto, non dovrebbe trasformarsi
in propaganda”. Luana zanella, deputata verde, commenta le parole del cardinale
Riuni sul referendum e le giudica una “ingerenza nella vita del nostro
paese. La
tematica della fecondazione assistita ­ spiega - tocca profondamente le nostre
coscienze: è bene che ogni donna e ogni uomo trovi liberamente le proprie
opinioni e la campagna referendaria offre questa grande opportunità di
confronto
democratico. E’ inoltre del tutto incomprensibile l’invito alla astensione da
parte di certi politici che non comprendono come solo il miglioramento di
quella
brutta legge può contribuire a renderla di più a favore della vita”.

Nucleare. Bulgarelli: rendere noti piani emergenza porti

“In undici porti italiani (Augusta, Brindisi, Cagliari, Castellammare Di
Stabia,
Gaeta, La Maddalena, La Spezia, Livorno, Napoli, Taranto, Trieste) transitano e
attraccano sommergibili a propulsione nucleare ma nonostante il decreto
legislativo 17 marzo 1995, n.230, emanato in attuazione delle Direttive
Euratom,
preveda che siano resi noti alla popolazione i piani di emergenza in caso di
incidente, questi continuano a essere secretati". A denunciarlo e' il verde
Mauro Bulgarelli, che spiega: "nel novembre del 2004 il Governo, rispondendo a
una mia interpellanza urgente, ammise che il nostro paese, a dieci anni di
distanza dall'emanazione del Dlgs 230/1995, non ha ancora assolto agli obblighi
previsti da tale decreto circa la divulgazione dei piani d'emergenza, tuttora
secretati, affermando, tuttavia, che finche' non fosse stato emanato il decreto
attuativo sarebbe stato compito dei prefetti rendere noti i piani. Nulla di
cio', pero', e' accaduto. Quando a Napoli - continua Bulgarelli - il
coordinamento regionale per la smilitarizzazione del territorio ha chiesto al
prefetto di rendere noto il piano di emergenza, questi ha risposto di non
poterlo fare senza l'autorizzazione degli 'organi centrali'. Stessa cosa ­
aggiunge - e' successa a Cagliari, dove il prefetto, alla richiesta di
desecretazione avanzata da un esponente di Pax Christi, si e' limitato a
rispondere di aver interpellato lo stato maggiore della marina militare per
avere istruzioni a riguardo". Insomma, il "solito, intollerabile,
scaricabarile,
grazie al quale il nostro paese continua violare precise direttive comunitarie,
tanto da aver subito una procedura di infrazione da parte della commissione
europea". Ora pero' - conclude il parlamentare del sole che ride - "la
misura e'
colma: in un paese come il nostro, nel cui territorio vi sono basi militari con
decine di ordigni nucleari e i cui mari sono continuamente solcati da
sommergibili a propulsione atomica, i cittadini hanno almeno il diritto di
conoscere a quali conseguenze vanno incontro in caso di incidente e se lo stato
abbia approntato misure a loro tutela". (Dire)

P.A. Italia Nostra: silenzio-assenso disposizione pericolosa

In una delle bozze del decreto per la competitivita' attualmente in
circolazione
"e' inserita una pericolosa disposizione che consente di estendere
l'autocertificazione di inizio attivita' e il conseguente meccanismo del
silenzio-assenso anche agli interventi sugli immobili di interesse culturale e
sull'ambiente". A lanciare l'allarme e' italia nostra, riferendosi al pacchetto
per la competitivita' in discussione presso i tavoli tecnici del Governo, che
comprende anche la semplificazione della regolamentazione della pubblica
amministrazione. Italia Nostra giudica "gia' molto grave" che il Governo
preveda
"la generalizzazione del silenzio-assenso in ogni procedura di autorizzazione",
cosa che l'associazione definisce "una sorta di 'resa' dello stato agli
interessi dei privati". "Se lo stesso meccanismo dovesse essere esteso
anche per
beni culturali e ambiente ci troveremmo di fronte a un vero e proprio attentato
alla Costituzione, che nell'articolo 9 li tutela entrambi". Questa la
dichiarazione del segretario generale di Italia Nostra Gaia Pallottino. La
presidente dell'associazione, Desideria Pasolini dall'Onda, invita quindi i
cittadini ad aderire all'appello promosso dal sito di volontari, patrimonio
s.o.s. (www.patrimoniosos.it) contro una simile eventualita'. "La struttura
della tutela e' gia' fortemente provata dalla riforma del ministero dei beni
culturali e dal Codice Urbani - afferma Pasolini dall'Onda - questo sarebbe il
colpo finale". (Dire)

Ambiente. Via libera a nuova direttiva su eco-informazione

Con la nuova direttiva sull' informazione ambientale, viene sancito il diritto
dei cittadini a saperne di più e ad accedere ai dati e alle conoscenze detenute
dalla pubblica amministrazione. In questo modo si allinea il diritto europeo al
dettato della convenzione di aarhus del 1998 sull'accesso all'informazione,
partecipazione dei cittadini e accesso alla giustizia in materia ambientale,
che, proprio con il nuovo provvedimento, diventa vincolante per i paesi
dell'Unione. Il trattato garantisce la disponibilità delle informazioni,
prevede
la partecipazione dei cittadini al processo decisionale in materia ambientale e
permette al pubblico di esigere riparazione e risarcimento in caso di
violazione
del diritto ambientale. E la nuova direttiva, adeguandosi a questi principi,
costituisce un importante progresso verso la trasparenza e la
partecipazione più
attiva alle decisioni. Le nuove norme garantiscono a qualsiasi persona fisica o
giuridica, indipendentemente dalla cittadinanza, dalla nazionalità o dalla
residenza, il diritto di accesso alle informazioni ambientali detenute o
prodotte dalle autorità pubbliche, tra cui ad esempio i dati relativi alle
emissioni nell'ambiente e al loro impatto sulla salute, o i risultati delle
valutazioni di impatto ambientale. Il provvedimento aggiorna la normativa
vigente datata 1990, sostituendo il 'diritto' all'attuale libertà di accesso
alle informazioni ambientali e ne garantisce la disponibilità e la diffusione.
Estende inoltre il concetto di informazione ambientale e definisce meglio
responsabilità e doveri dei soggetti pubblici, imponendo un limite di tempo
alla
divulgazione dei dati richiesti. Precisa inoltre i casi nei quali le
informazioni devono rimanere riservate e prevede delle procedure di riesame per
consentire ai cittadini di ricorrere contro azioni o omissioni da parte dei
soggetti pubblici che abbiano impedito l'accesso alle informazioni. (Ansa)

Augusta. Le donne dicono no all'inceneritore

“Forse abbiamo dimenticato la nostra identità di genere spampinando una povera
mimosa o rimpinguando, per una sera, l'economia di qualche ristorante, peraltro
anch'essa in crisi ­ dichiara una nota del Comitato delle Donne di Augusta
contro l'inceneritore. Forse abbiamo dimenticato che le donne sono state
protagoniste di prim'ordine nelle lotte per l'ottenimento di diritti civili
negati per secoli; abbiamo vinto battaglie durissime come quelle per il
divorzio, il nuovo diritto di famiglia, la legge sui consultori e quella
sull'aborto. Oggi l'apporto delle donne diventa nuovamente determinante per
vincere un'altra battaglia di civilta': quella per il diritto alla salute e ad
uno sviluppo compatibile col rispetto delle persone e dei territori. Noi donne
che procreiamo la vita e costruiamo la pace, che sappiamo come agire nella
solidarietà e nella cura, non possiamo ignorare la sistematica devastazione del
territorio siciliano. Nella nostra zona, così sfruttata dal polo industriale,
aggiungere tre, quattro inceneritori col loro carico di diossina e ceneri
tossiche e' inaccettabile per noi e per i nostri figli! Le donne dei comitati
cittadini e delle associazioni ambientaliste pretendono che il Decreto Cuffaro
già in gazzetta ufficiale r.s. del 4-2-05, venga revocato in quanto
incompatibile con la vita sana e con la speranza di un futuro diverso per la
nostra zona e per i nostri eredi. Chiediamo alle pubbliche amministrazioni,
responsabili della salute dei cittadini, ai sindacati, a tutte le forze che si
ritengono civili di unirsi ai movimenti già al lavoro per scongiurare il
pericolo che si ripeta l'errore di 50 anni fa di cui ora stiamo pagando
tutti le
conseguenze in termini di salute e mancato sviluppo. La scienza mette oggi a
disposizione tecnologie e strumenti per rendere possibile un futuro umano
per la
nostra zona: noi vogliamo che chi si è finora arricchito anche sulla pelle dei
malformati e dei malati di cancro, risani l'ambiente ed investa in opere
costruttive e che la classe politica eletta dai cittadini, se ne faccia garante
e non colluda con interessi che puzzano di sporco molto più della spazzatura.
Invitiamo tutte le donne, le mamme e i papà, le scuole e i cittadini e tutte le
categorie ad organizzarsi in modo forte, unendosi ai comitati cittadini per
garantirci il diritto alla salute e al domani. Il comitato cittadino di Augusta
si riunisce nei giorni dispari, ospite della Casa artigiani in Viale Italia.

Alitalia. Da lavoratrici precarie un cesto di mimose a Cimoli

In occasione dell’8 marzo le precarie dell’Alitalia sollecitano l’ing. Cimoli a
risolvere il problema del loro lavoro senza garanzie inviandogli un cesto di
mimose. "Anche in Alitalia - spiegano - è sulle spalle delle donne che grava di
più il problema della precarietà. Il nostro gesto vuole evidenziare, in un
giorno simbolico, la difficile condizione di chi è donna e precaria in
Alitalia.
La percentuale del precariato femminile è altissima mentre vorremmo avere, dopo
anni in questa azienda, una vita normale cioè una casa, dei figli, un
lavoro. Il
nostro cesto di mimose vuole essere simbolo della nostra determinazione a far
parte di Alitalia e della nostra richiesta a Cimoli a non restare immobile di
fronte alla nostra situazione”.

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Federazione dei Verdi di Lucca -> www.verdi.luccanet.com