[Incontrotempo] baz-report: primo giorno di occupazione

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Autore: teko@insiberia.net
Data:  
Vecchi argomenti: [Incontrotempo] appello presidio 12 Marzo
Oggetto: [Incontrotempo] baz-report: primo giorno di occupazione
Sabato 5 marzo.
Nella mattinata i precari e le precarie di crash e gli occupanti di mao
(movimento autoganizzato occupanti), hanno occupato uno spazio lasciato
marcire da anni in via Avesella 2, insieme alle reti di lotta contro la
precarietà e a singolarità varie. Striscioni, slogan e volantini hanno
comunicato al quartiere il senso dell'iniziativa: una denuncia pubblica
praticata con il gesto dell'appropriazione, gesto e linguaggi del
precariato sociale in lotta verso la may day di milano.
Durante la comunic-azione in quartiere hanno socializzato con i passanti
lo scandalo della presenza di una centralina elettrica enel-atc nel
palazzo, trovando solidarietà nella lotta contro l'elettrosmog.Visto la
presenza del comitato di quartiere contro la centralina, nei prossimi
giorni verrà organizzata dagli occupanti un'assemblea contro l'elettrosmog
in quartiere.
Nel primo pomeriggio inizia il tour della vergogna: una sorta di
conferenza stampa mobile all'interno dell'edificio abbandonato a cui hanno
partecipato giornalisti e abitanti della zona. Subito dopo alcuni
occupanti raggiungono le zone piu' frequentate del centro della città
continuando a volantinare e a invitare i passanti alle iniziative proposte
dal nuovo spazio\laboratorio sociale occupato.
Intorno alle 18 inizia l'assemblea, interrotta dopo pochi minuti
dall'arrivo dei funzionari del comune, accompagnati da una fantasmatica
vicesindaco Adriana Scaramuzzino, che dopo una riunione in prefettura ha
reso esecutivo l'ordine di sgombero dell'edificio e di repressione
militare dei precari e delle precarie coinvolti nell'iniziativa. Iniziano
da subito le comunicazioni tra l'assemblea (decisa a resistere a qualsiasi
forma di arroganza e repressione poliziesca) e i funzionari del comune
supportati da numerosi e immancabili agenti della digos.
Gli occupanti anche sotto il ricatto di un imminente sgombero hanno
continuato a chiarire che la responsabilità di qualsiasi degenerazione
sarebbe stata chiaramente tutta della giunta neo eletta di Cofferati, che
non riesce a trovare altre soluzioni alle emergenze sociali e alle
rivendicazioni di diritti e dignita' dei precari metropolitani se non
nella forza dei manganelli degli sbirri, schierati già in forze nelle
piazze adiacenti. I dirigenti del comune hanno da subito manifestato
l'intenzione di attuare anche attraverso l'uso della polizia la
cementificazione di entrambi gli ingressi del palazzo, uno per l'accesso
agli appartamenti da ristrutturare e un altro per lo spazio-laboratorio
sociale. Dall'assemblea e in seguito dal megafano dei compagni viene
chiarito che qualora fosse stato cementificato l'ingresso alle abitazioni
dichiarate da piu' di 6 anni inagibili, la zona adibita allo spazio
sociale non sarebbe stata assolutamente smobilitata; sarebbe bensi'
rimasta come "garanzia sociale" alla tanto sbandierata ristrutturazione da
fare in giorni dell'edificio abitativo. Gli occupanti nell'idea di
riqualificazione della struttura hanno anche riaffermato la necessità
dello smantellamento della centralina enel-atc, fonte di un significativo
inquinamento elettromagnetico, come certificato anche dai tecnici
dell'ARPA.
Detto questo, i funzionari hanno tergiversato per alcuni minuti e poi
caduti in palese difficolta' e imbarazzo politico hanno accettato le
condizioni poste dagli occupanti, millantando un intervento di
riqualificazione da realizzarsi in soli 7 giorni, a fronte dei 6 anni di
incuria totale.
Prima dell'inzio della cena sociale e della festa della nuova occupazione
un militante di crash commenta gli ultimi sviluppi:"con l'azione semplice
e determinata di oggi abbiamo raggiunto una parte degli obiettivi che ci
eravamo posti: la denuncia pubblica di una amministrazione che promette
sgomberi alle case giustamente occupate e capace solo di ridurre a
problema di ordine pubblico le rivendicazioni e il conflitto agito dalle
nuove figure produttive e sociali, che sono la ricchezza materiale e
immateriale della città!
Celere nel reprimere quanto incapace di restituire i beni sottratti alla
comunità da anni di abbandono!
Oggi con questa riqualificazione dal basso abbiamo voluto dare un segnale
molto forte alla città, riuscendo a coniugare nella denuncia
l'appropriazione, il godimento di parte dei beni pubblici sottratti. Lo
facciamo con i linguaggi, le pratiche e i desideri che troveranno una
formidabile convergenza nella euromayday di milano. Per questo per noi
riqualificazione dal basso non significa solo produrre denucia politica
per facilitare la celere ristrutturazione dei palazzi abbandonati ma
significa soprattutto proporre e praticare l'alternativa, che come in
questo caso si sta formando intorno ad un progetto di spazio\laboratorio
sociale.
Fermo restando che se l'edificio non dovesse essere restituito alla città,
noi sapremo bene come fare breccia di muri e frontiere!"