[NuovoLaboratorio] Re: [giuristidemocratici] Riforma della C…

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Autore: dario rossi
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Oggetto: [NuovoLaboratorio] Re: [giuristidemocratici] Riforma della Costituzione
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dario
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From: "Domenico Gallo" <domenico.gallo@???>
To: <giuristidemocratici@???>
Sent: Sunday, March 06, 2005 5:14 PM
Subject: [giuristidemocratici] Riforma della Costituzione



Cari colleghi,,

vi invio, di seguito, il testo di un mio articlo pubblicato dal giornale
di Sardegna del 2 marzo 2005.

La riforma della Carta

Per favore smettete di sparare sulla Costituzione

15 ore: sono state concesse 15 ore di tempo all'Assemblea dei Senatori per
discutere e votare i 57 articoli attraverso i quali la Costituzione della
Repubblica italiana, elaborata dall'Assemblea Costituente nel 1947, viene
gettata alle ortiche e sostituita da una nuova Costituzione, partorita
mirabilmente dalla testa dei famosi "tre saggi di Lorenzago", in virtù del
telemandato ricevuto dai capi della maggioranza.

Per una strana congiuntura astrale, l'operazione di demolizione
dell'ordinamento democratico e la sua sostituzione con l'"ordinamento di
Lorenzago", prefigurato fra fiumi di grappa, è avvenuta durante una fase di
eclissi della politica, che ha consentito ai nuovi "padrini" della
Costituzione (non possiamo chiamarli "padri"

per non confonderli con quelli veri) di portare avanti il loro misfatto,
lavorando al buio, mentre il paese distratto pensava ad altro. Tanto che,
ogni volta che si riaccendeva il dibattito parlamentare, per cui i giornali
non potevano proprio fare a meno di parlarne, il problema veniva liquidato
con la formula mendace del "federalismo". Tutt'al più qualcuno usava
l'espressione "devolution", di oscuro significato per gli italiani, che però
suona bene, come tutte le parole della "neolingua".

Nei paesi normali, la Costituzione è una cosa che conta. Se qualcuno vuole
cambiare la Costituzione

normalmente si avvia un grande dibattito politico che esce fuori dalle
stanze degli addetti ai lavori e coinvolge tutto il popolo, nella sue
articolazioni sociali, culturali e politiche.

Del resto la radice profonda della Costituzione italiana sta in un grande
movimento popolare, la resistenza.

Essa è stata scritta - come ci racconta Calamandrei - grazie al lavoro di
coloro che hanno testimoniato, con la resistenza e la morte, la fede nella
giustizia e nella dignità dell'uomo. La sua nascita è stata accompagnata da
un confronto ed un dibattito politico che ha appassionato milioni di uomini
e donne.

Ed allora dobbiamo porci la domanda, com'è possibile abrogare l'ordinamento
che ha caratterizzato quasi sessanta anni della nostra storia, e sostituirlo
con un nuovo ordinamento, confezionato a misura di Caudillo (per
Berlusconi), demolendo anche l'integrità nazionale (per gradimento di
Bossi), senza che si apra nel paese un grande dibattito politico sulla
natura, i valori ed i fini del cambiamentoproposto?

Non è la Costituzione la legge fondamentale che regola la vita di un popolo
organizzato in comunità politica?

Se ciò accade, non vale strapparsi le vesti, recitando la solita litania
sulla inammissibile concentrazione

dei mezzi di informazione. Qui non è in gioco soltanto il problema del
controllo ferreo che fanno taluni dei mezzi di informazione di cui si sono
appropriati.

È la politica che si è distratta.

Sul piano dei contenuti, tutti i partiti dell'Unione hanno respinto il
disegno di riforma della Costituzione proposto dal Governo, ma nessuno ha
alzato il tono dello scontro politico ed ha messo la Costituzione, vale a
dire la difesa della Costituzione repubblicana, al centro del confronto
politico e della mobilitazione popolare.

Eppure anche in politica è necessaria una scala di valori per dare senso
all'agire umano.

Al primo posto nella scala dei valori della politica ci deve essere la
salvezza della Repubblica, cioè la salvezza di quei beni pubblici (come la
democrazia parlamentare, l'universalità dei diritti e l'indivisibilità
dell'Italia) che i costituenti hanno donato al popolo italiano, facendo
tesoro delle dure lezioni della storia.

Gli strateghi del marketing della comunicazione hanno fissato per l'8 Marzo
la data del voto finale, attraverso il quale il Senato espianterà il corpo
della vecchia Costituzione e lo sostituirà con la "carta di Lorenzago",
completando la prima lettura della riforma (che potrebbe diventare legge l'8
giugno). L'8 marzo, festa della donna, gli italiani e le italiane pensano ad
altro.

E se pensassero alla Costituzione?


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