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Speciale Fair News - Quanti giorni all'alba?
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Quanti giorni all'alba? Un digiuno per Giuliana
Il testo dell'appello lanciato dalle comunità religiose italiane per la 
liberazione di Giuliana Sgrena e la fine della guerra in Irak
1 marzo 2005 - Con questo appello lanciamo l'iniziativa "Quanti giorni 
all'alba?", un digiuno pubblico e comunitario che rappresenta un grido 
sofferto, pagato sulla nostra pelle, per chiedere al governo italiano il 
ritiro delle truppe del nostro paese dall'Iraq; per chiedere la liberazione 
di Giuliana Sgrena, Florence Aubenas, Hussein Hanoun, delle altre persone 
sequestrate; per chiedere la fine dei bombardamenti su Ramadi e l'apertura 
di un corridoio umanitario; per chiedere la fine dell'utilizzo delle bombe 
a grappolo o cluster bombs e la liberazione e di tutto il popolo iracheno. 
Ma soprattutto con questo digiuno intendiamo chiedere con estrema decisione 
la fine di una guerra spaventosa, essa stessa generatrice di terrorismo.
Si tratta di un digiuno pubblico, interreligioso e comunitario perché 
chiediamo che a viverlo siano gruppi e comunità religiose e non. In questo 
frangente è importante metterci insieme, digiunare insieme nel rispetto 
delle singole tradizioni e culture di appartenenza. Per questo chiediamo la 
partecipazione al digiuno a tutte le realtà, organizzate e non, che si 
oppongono ad un sistema di violenza, che fa della guerra lo strumento per 
mantenere l'oppressione dei popoli.
A tutti i gruppi coinvolti chiediamo che questo digiuno comunitario sia 
praticato a staffetta per 24 ore, da mezzanotte a mezzanotte. Dato che le 
comunità digiunanti saranno sparse in tutta Italia, una persona, o un 
gruppo, sarà ogni giorno davanti a Palazzo Chigi, la sede del governo 
italiano. Ogni giorno sarà segnato dal nome delle comunità che digiunano. 
Ad ogni persona che digiuna chiediamo di mettere una fascia bianca al 
braccio. È un digiuno pubblico fatto davanti alla nazione.
La gravità della situazione irachena è frutto di una guerra ingiusta e 
immorale. Questo senso di impotenza, che tutti sperimentiamo, ci ha portato 
a lanciare questo digiuno come gesto di protesta contro la guerra in Iraq. 
In tutte le religioni monoteiste il digiuno è un aspetto importante della 
pratica religiosa, nell'Islam ne è addirittura uno dei pilastri. In tutte 
le religioni, i grandi maestri della nonviolenza attiva da Abdul-Ghaffar 
Khan a Martin Luther King, dal Mahatma Gandhi a Desmond Tutu, da Lanza del 
Vasto a Perez Esquivel, ci hanno insegnato con il loro esempio che il 
digiuno è uno degli strumenti privilegiati della nonviolenza, per 
protestare contro regimi e leggi oppressive, inique e discriminatorie.
Testimoniare il bene, la giustizia, la pace è un imperativo etico assoluto. 
La testimonianza non passa solo attraverso rituali, ma anche attraverso 
azioni concrete e positive. Il digiuno è certamente una di queste pratiche 
in quanto si realizza attraverso uno sforzo personale, una privazione. Per 
tutti il digiuno è diventato uno dei metodi nonviolenti di protesta sociale 
più apprezzato. Il digiuno non è semplicemente un sacrificio, ma è un mezzo 
che ci permette di sentire sulla nostra pelle la sofferenza dell'altro - il 
grido angosciato del popolo iracheno, di Giuliana e di tutti gli altri - 
come nostra.
La sofferenza del digiuno che ci apprestiamo ad iniziare affinerà il nostro 
spirito. Faremo così nostro non solo il grido lancinante del popolo 
iracheno e la solitudine dei rapiti, ma anche il grido di sofferenza di 
tutte le vittime di questo sistema di morte, soprattutto il grande grido 
dei poveri.
Allora, quanti giorni all'alba?
 > per adesioni: www.pergiuliana.org oppure adesioni@???
Primi firmatari:
Alex Zanotelli, missionario comboniano
Alessandro Santoro, Comunità di base delle Piagge
Izzeddin Elzir, Imam di Firenze
Jeremy Milgrom, rabbino, Rabbini per i Diritti Umani, Gerusalemme
Tavola Valdese
Archimandrita Julio Brunella, Chiesa Melchita
Mons. Luigi Bettazzi, Vescovo emerito di Ivrea
Hamza Piccardo, segretario nazionale Unione ed Organizzazione delle 
Comunità Islamiche in Italia (UCOII)
Luigi Ciotti, Gruppo Abele e Libera
Albino Bizzotto, Beati Costruttori di Pace
Tonio Dell'Olio, Coordinatore Pax Christi Italia
Feras Jabarin, Imam di Colle Val d'Elsa
Moschea di Sorgane (FI)
Comunità islamica di Centocelle (Roma)
Casa della Cultura Islamica di Milano
Moschea Alsalam di Torino
Andrea Bigalli, rivista Testimonianze
Aldo Tarquini, padre domenicano parroco di San Domenico di Fiesole
Suore Domenicane Firenze e Livorno
Armando Zappolini, CNCA
Fabio Corazzina, Pax Christi
Dario Bossi, Comboniani
Renato Sacco, Pax Christi
Missionarie Comboniane di Verona
Giovanni Franzoni, Comunità di San Paolo fuori le mura
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