a proposito di come non siamo noi a doverci difendere da stronzate
tipo "state nascondendo qualcosa!" copio e incollo la prima parte di
una lettura imho fondamentale, e' facilmente allargabile dall'ambito
digitale alla real-life e ai cronisti curiosi.
ciao
pinna
Perché la privacy, perché l'anonimità ...
... se non hai niente da nascondere ?
Cominciamo a dire che rovesciare i termini del problema è un modo
quantomeno singolare di affrontare la questione.
Partiamo invece da principi fondamentali, postulati che non
necessitano di dimostrazione, giustificazione od approvazione.
"La privacy è un diritto fondamentale ed inalienabile dell'individuo,
esattamente come libertà di parola e di pensiero."
Non si tratta di idee originali od estremistiche; due secoli fa questi
principi erano già scolpiti nel pensiero illuministico, e sono stati
ben recepiti in quello splendido (ed individualistico) sogno che è la
Costituzione degli Stati Uniti, ed in misura minore, ma comunque
fondamentale, nella Costituzione Italiana.
È facile anche spiegare perché i due principi sono strettamente
interconnessi e si pongono in contrasto con la pervasività dei poteri
"forti", economici, politici e religiosi.
La libertà di parola richiede, in generale la possibilità di anonimato
poiché espone l'individuo a forme di pressione che non possono essere
equilibrate in maniera formalizzata; d'altra parte forme limitate di
"pubblico anonimato" sono ricorrenti nella storia, dai Greci a
Pasquino, e dimostrano l'esistenza di questa esigenza fondamentale.
La privacy, cioè la possibilità di limitare l'accesso alle proprie
idee, alle proprie informazioni, è l'altra faccia della medaglia; la
libertà di decidere cosa esternare implica la possibilità di mantenere
riservate o segrete alcune informazioni, a sola discrezione degli
individui.
La libertà individuale è la forza equilibratrice di tutti i poteri
sovra-individuali; in assenza di essa questi poteri tendono,
storicamente ed inevitabilmente ad occupare tutta la sfera del
sociale, riducendo od annullando le libertà individuali.
Perché ci sia equilibrio, mediazione, perché possa esistere un
contratto sociale ci deve essere una spinta equilibratrice a questa
invadenza, che non può che venire dagli individui.
Non devono quindi essere gli individui a giustificare una richiesta di
privacy e di anonimato, come non devono giustificare altre richieste
di libertà ed autodeterminazione; al contrario sono i poteri forti
che, in regimi che si dicono democratici e libertari, devono avere il
consenso dei singoli per ottenere anche piccole e brevi eccezioni a
questi principi generali.
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