19 MARZO A ROMA
GIORNATA MONDIALE CONTRO LA GUERRA
CONTRO
- la guerra e le basi militari USA/NATO -
PER
- l'immediato ritiro delle truppe dall'Iraq;
- l'autodeterminazione ed il diritto alla resistenza del popolo iracheno e del popolo palestinese;
- la liberazione di Giuliana, Florence e di tutti i giornalisti;
- la costruzione del Comitato per la chiusura della base di Camp Darby e per la sua riconversione ad usi civili e sociali -
Dal Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre è scaturito un appello affinché il 19 marzo si manifesti in tutto il mondo contro la guerra, contro le basi militari Usa\Nato - molte delle quali costruite negli ultimi anni - perché siano riconvertite ad uso civile, per tornare a chiedere l'immediato ritiro delle truppe di occupazione dall'Iraq nel riconoscimento del diritto alla resistenza dei popoli che sono aggrediti ed occupati militarmente.
L'autodeterminazione dei popoli è il principio da cui scaturisce la richiesta di restituzione della piena sovranità al popolo iracheno, che sta mettendo in pratica il diritto e la legittimità dei popoli aggrediti a resistere alle occupazioni militari, che con i morti e le distruzioni provocano il sistematico saccheggio delle risorse locali a unico vantaggio dei paesi dominanti e delle grandi multinazionali.
L'appello di Porto Alegre è stato recepito da gran parte del movimento contro la guerra, che ha indetto una manifestazione nazionale a Roma e nelle principali capitali europee. La manifestazione si prefigge alcuni obiettivi da noi condivisi e sostenuti, che vogliamo far vivere nelle nostre città, nei luoghi di lavoro, nelle realtà sociali.
Che i lavoratori e le lavoratrici italiane si mobilitino contro la guerra è una necessità anche per difendere le proprie condizioni materiali, poiché l'economia di guerra destina fondi alle missioni militari e sposta risorse da salari e pensioni, mentre fa mancare i soldi per rinnovi contrattuali adeguati al recupero dell'inflazione reale e gli investimenti nei servizi sociali pubblici.
Ma le istanze sociali e sindacali sono ormai intrecciate indissolubilmente con quelle della pace: come non possiamo continuare a subire una società dove valori come la solidarietà e le conquiste come la scuola e la sanità pubblica per tutti/e siano rimesse in discussione, così non possiamo continuare ad accettare nella nostra area pisana e livornese la presenza della base militare di Camp Darby - una base strategica per i rifornimenti logistici americani e deposito di armi, dentro cui possiamo solo immaginare cosa si celi.
Il passaggio dei convogli di armi nei territori è un pericolo reale per tutta la popolazione, ma le Amministrazioni locali e regionale hanno sostanzialmente avallato i progetti di ampliamento della base, su cui è stato fatto calare una cortina di silenzio assurdo e ingiustificabile dalle forze politiche e sindacali che governano e gestiscono il territorio e la nostra regione.
Poiché vogliamo una Toscana non militarizzata, riteniamo prioritario costruire a Pisa e a Livorno un Comitato per la chiusura della base militare di Camp Darby, per la sua riconversione ad uso civile e sociale.
La riuscita della manifestazione del 19 marzo a Roma e la costituzione di un Comitato contro Camp Darby - attraverso percorsi concreti e non come vuota sommatoria di sigle che danno un'adesione formale sottraendosi poi al lavoro necessario a sensibilizzare e mobilitare la cittadinanza - sono i due obiettivi per la riuscita dei quali la Confederazione Cobas si attiverà a partire dai prossimi giorni.
CONFEDEREAZIONE COBAS PISA
FIPVIASANLORENZO38PISA
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