[Forumlucca] Tiro (dei DS) al Colombo

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Liberazione s'allunga, l'Unità va in staffetta
Tregua tra i ds e il «loro» giornale. Colombo lascia il posto al vice, Padellaro
nella brace
ROBERTA CARLINI
Liberazione cambia giornale, l'Unità cambia direttore. Quella di ieri è
stata una giornata alquanto movimentata per i due giornali facenti capo
ai due principali partiti della sinistra - l'uno con un rapporto proprietario
diretto con Rifondazione comunista, l'altro con un meccanismo indiretto
che garantisce alla testata fondata da Gramsci i fondi pubblici per l'editoria
dei Ds. Ma mentre il cambio della grafica e del formato di Liberazione era
stato annunciato, un po' più a sorpresa è arrivata la soluzione alla lunga
guerriglia che da mesi ha contrapposto la direzione dell'Unità all'azionista-ombra
dei Ds: il direttore Furio Colombo, difeso dalla stragrande maggioranza
della redazione, ha ceduto il passo al suo ex-vice e fedelissimo Antonio
Padellaro. «Abbiamo vinto», hanno detto entrambi presentandosi all'assemblea
della redazione; lasciando tutti soddisfatti sull'esito della vicenda ma
alquanto dubbiosi sulla risposta alla domanda: ma allora chi ha perso? Liberazione
è arrivata in edicola in formato «lungo»: l'addio al tabloid per il ritorno
a un giornale «più scritto, più da leggere» è proposto dal direttore Piero
Sansonetti - ex giornalista de L'Unità, da qualche mese chiamato a rilanciare
il giornale bertinottiano in concomitanza con la svolta e il transito del
partito verso Unione e governo - come la risposta a un cambiamento di fase
e contesto politico. Il tabloid per la battaglia, il «giornalone» per pensare,
leggere, portare materiali: una filosofia che ha il suo risvolto pratico-giornalistico
più evidente nel ritorno della terza pagina di cultura. A una prima pagina
più mobile - con un'apertura, un lungo articolo e due commenti - segue una
foliazione più rigida (con la classica partizione tra esteri, politica,
economia e lavoro, ecc.). L'articolo scritto in prima pagina ieri dava conto
di numeri e schieramenti del congresso di Rifondazione, oggi sarà sulla
Cina: «non è di norma legato al `fatto del giorno'», spiega Sansonetti.
Che dice di aver avuto ieri solo complimenti, racconta quasi stupito di
non aver avuto eccessive ingerenze né pressioni dal partito nelle sue varie
correnti e chiede qualche giorno di tempo per fare bilanci.

A qualche chilometro di distanza, nella nuova redazione romana vicino Porta
Portese, l'Unità viveva una delle giornate più intense dal 28 marzo 2001,
giorno del ritorno in edicola dopo la clamorosa chiusura dell'estate precedente.
Il consiglio di amministrazione della Nie (Nuova Iniziativa Editoriale),
terminato all'una di notte, aveva emanato il verdetto: Antonio Padellaro
è il nuovo direttore dal 15 marzo, Furio Colombo resta come editorialista.
Mesi e mesi di braccio di ferro più o meno silenzioso con i Ds, e infine
ore e ore di consiglio, per giungere alla più naturale delle successioni?
Padellaro ammette che qualcosa non torna: «Eravamo d'accordo per una staffetta,
ma non adesso: nel 2006, dopo le elezioni politiche. C'è stata un'accelerazione,
il perché non lo so. Oggi Furio scriverà un articolo sul 'perché?', che
resta una domanda senza risposta. So però che restiamo tutti e due, che
la proprietà ha garantito il rispetto dell'autonomia del giornale, e piena
libertà d'azione nella riorganizzazione della redazione a partire dalle
strutture di vertice». Il direttore uscente all'assemblea che si è svolta
ieri in redazione l'ha spiegata con una metafora: «Per tornare dall'America
all'Italia ci vogliano più ore che per tornare dall'Italia in America. Questione
di venti contrari». Venti contrari che hanno imposto al direttore che ha
riportato in edicola l'Unità un passo indietro.

«Il perché? Chiedetelo ai Ds», ha detto meno diplomaticamente lo stesso
Colombo in un'intervista al sito affaritaliani.it. I Ds, insoddisfatti del
tono «urlato» del giornale di Colombo-Padellaro già all'indomani della vittoria
di Berlusconi, e poi via via più insofferenti nella stagione dei movimenti,
quel 2002 dei girotondi cavalcato da l'Unità lancia in resta; i Ds, che
per l'Unità (come del resto per l'Unione) temono di essere «portatori d'acqua»
senza ricevere niente in cambio; i Ds, che passano all'attacco non appena
il vento editoriale cambia un po' e le copie vendute in edicola cominciano
a scendere. I Ds, che fino all'ultimo hanno provato a imporre altri nomi,
e che alla fine hanno ottenuto la testa di Colombo ma per ritrovarsela solo
spostata un po' più in là (come editorialista in esclusiva per il «loro»
giornale) e sostituita senza radicali cambiamenti di linea. Che abbiano
perso anche stavolta? «In cinque ore di consiglio di amministrazione, non
si è parlato mai di Ds», dice Giorgio Poidomani, amministratore delegato
della Nie, che ieri sprizzava soddisfazione da tutti i pori. «Il cambiamento
del giornale ci sarà, ma con la redazione unita», spiega. Un cambiamento
affidato a Padellaro, «che è un ottimo professionista, tutti gli dobbiamo
dare l'opportunità di provare la sfida». Dal punto di vista grafico, è pronta
una riforma in più tappe, che arriverà al full-color. Quanto ai toni, «già
da un po' stavamo sostituendo con un registro più ironico quell'aggressività
iniziale che era necessaria per imporci, per far riaffermare l'Unità nelle
edicole», spiega Padellaro. Un cambiamento che non sembra una de-colombizzazione.
Reggerà? Nella redazione, che è rimasta compatta nella difesa della linea
Colombo-Padellaro, serpeggia l'incertezza e il sospetto che tra qualche
mese il partito tornerà all'attacco e la proprietà lo seguirà più decisamente.
Ma, ammettono in molti, tutto dipende dal verdetto delle edicole. L'idea
che il nuovo direttore sia in prova è invece del tutto smentita dal Cdr,
che incassa la soluzione trovata ieri come una propria vittoria: «Colombo
ha ripristinato all'Unità l'etica di un giornalismo libero, questo resta»,
dice Enrico Fierro del Cdr, che annuncia anche una «vigilanza» sulla riforma
grafica («la fascia rossa resta») e un'iniziativa inedita: l'attivazione
di «meccanismi scientifici di controllo sulla diffusione in edicola».







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