[NuovoLaboratorio] Fwd:[migranti&antirazzismo] Serigne Silla

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Autor: roberto.demontis@libero.it
Data:  
Assumpte: [NuovoLaboratorio] Fwd:[migranti&antirazzismo] Serigne Silla
Con infinita tristezza, vi mando un breve ricordo di Serigne Sylla,
dell'Associazione Città Aperta di Genova, deceduto questa mattina
sandro m.


Di Serigne Sylla ricorderò sempre la risposta con cui candidamente
spiazzò la giornalista di una TV locale, che gli chiedeva di dove fosse
durante una manifestazione: "sono di Genova, sono un cittadino
genovese". Era l'autunno del 1993, Genova aveva da poco vissuto la
caccia all'immigrato nel centro storico, a luglio, e poi un'ondata di
sgomberi di case abitate da immigrati non sempre in regola con il
permesso di soggiorno, in prevalenza magrebini e senegalesi. Il clima
era cupo assai, ma finalmente un'ondata di indignazione aveva
attraversato i vicoli e le piazze del centro, aveva spinto migranti e
"autoctoni" a costruire insieme una risposta al razzismo montante. Ne
nacquero un'associazione, Città aperta, e una mobilitazione permanente
che in due, tre anni ha cambiato il volto della città, ha imposto la
legittimità della presenza migrante e ha costruito le condizioni,
nonostante i mille problemi che restano, di una vita migliore.
Serigne, che è morto ieri nella "sua" Genova, di quel percorso è stato
forse il protagonista maggiore. Era nato a San Louis, in Senegal, e in
Italia era arrivato all'inizio degli anni Novanta, dopo aver perso il
lavoro di funzionario pubblico nella crisi determinata dai programmi di
aggiustamento strutturale del FMI. Ci mancheranno il suo sorriso
ironico, il suo entusiasmo, la sua formidabile energia militante. Ma
anche se la sua salma sarà trasportata in Senegal nei prossimi giorni, a
Genova resterà viva a lungo la sua memoria. Chi ha partecipato nel 1994
ai grandi scioperi contro il primo governo Berlusconi, per dirne una,
difficilmente potrà dimenticare l'immagine di Serigne, compiaciuto e
divertito per il tono vagamente esotico delle sue parole, che canta al
megafono uno degli slogan più celebri di Città aperta: con la lotta
caffelatte, Berlusconi se la batte.





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