[Cm-milano] (senza oggetto)

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I VELENI E LE ECOMULTE

di FRANCESCO BERTOLINI

L'imposta di scopo sembra essere l'ultimo
ritrovato per combattere
l'inquinamento urbano. Imposta di scopo significa
vincolare determinate
entrate fiscali per obiettivi specifici, nel caso
in questione per il
rinnovo del parco veicolare pubblico e in seconda
battuta per incentivare
la sostituzione dei veicoli privati più
inquinanti. Niente da obiettare,
anche se non si capisce dove finiscano tutti i
milioni di euro che ogni
anno il Comune raccoglie dalle multe agli
automobilisti. Tali risorse
dovrebbero essere utilizzate per interventi
finalizzati al miglioramento
della mobilità; non è mio obiettivo giudicare
questi interventi e i loro
costi, ma mio obiettivo è rilevare come tra questi
interventi il parametro
inquinamento non sia mai stato preso in
considerazione.

Un'assenza di sensibilità ambientale evidente in
molti aspetti a prima
vista considerati secondari. Prendiamo due esempi.
Il verde pubblico è
aumentato nel corso di questi ultimi anni; ma
aumentare la piantumazione
non significa aumentare automaticamente il verde
pro-capite; sostituire un
platano o una quercia secolari con due tristi
piantine dal futuro quanto
mai incerto sicuramente genera un saldo positivo
per la contabilità
comunale, ma io che diffido sempre delle
statistiche non posso non
rilevare come il saldo sia purtroppo invece
negativo per l'ambiente, per
l'estetica e complessivamente per la vivibilità
della città.
La giustificazione alla sostituzione sta spesso
nelle malattie dei vecchi
alberi. Invece di sostituirli con eredi
dall'aspettativa di vita
sicuramente inferiore sarebbe forse il caso di
capire i motivi delle
malattie degli alberi; forse sarebbero altri
indicatori biologici sullo
stato di salute della città.

Secondo esempio: le biciclette. Nelle giornate di
blocco totale del
traffico i ciclisti vengono visti con favore, come
bambini in festa ai
quali si lascia la città per divertirsi.
Ma nei giorni normali via, chi va su due ruote
infastidisce. I ciclisti
creano problemi, sono fenomeni folcloristici; non
fanno parte delle
strategie per la mobilità, quando invece la
bicicletta potrebbe essere un
mezzo di spostamento ideale in una città piatta
come Milano, e con un
clima molto più mite di Amsterdam, Stoccolma o
Copenaghen, dove piste
ciclabili e parcheggi per biciclette sono parte
fondamentale del paesaggio
urbano.
A Milano il ciclista è un eroe, che lotta
quotidianamente per sopravvivere
tra traffico, strade dissestate, automobilisti
nevrotici e gas di scarico.
Anche in questo caso si presenta come grande
risultato l'incremento del
numero di chilometri di piste ciclabili, quando
ogni ciclista milanese sa
benissimo che, nella stragrande maggioranza dei
casi, tali percorsi sono
frammentati, poco protetti e di conseguenza poco
utilizzati. Alberi e
biciclette; la sensibilità ambientale di una città
si vede anche in
questo.

Francesco Bertolini

Corriere della Sera - Cronaca di Milano