[NuovoLaboratorio] il polverone sulle polveri e altre prelib…

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Autor: Andrea Agostini
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Assunto: [NuovoLaboratorio] il polverone sulle polveri e altre prelibatezze
Il polverone delle polveri ed altre delicatezze.

In questi giorni di tardo inverno tutti ci affanniamo sulle strade respirando male , anzi malissimo, i dati sugli sforamenti vanno e vengono, salgono, scendono, sbulaccano, anzi no, siamo tutti appesi al verdetto di una centralina., se non fosse una tragedia - cento morti all'anno solo a Genova - sarebbe una farsa degna del miglior Pappagone e invece la sceneggiata che assessori e tecnici stanno inscenando sulla nostra pelle è francamente indecorosa.
Lo smog è un prodotto artificiale, generato dall'uomo e non dalla natura e come tale ha la sua storia è entrato in scena con la rivoluzione industriale, fabbriche, treni, piroscafi hanno trasformato a ritmi inimmaginabili il paesaggio, le dimensioni delle città, lo stile di vita di milioni di persone. Lo smog è stato a lungo il segno più visibile del degrado provocato dalla società industriale, per combatterlo gli amministratori avevano puntato su due grandi carte : l'elettricità cioè l' "energia pulita " senza combustione e senza fumi ( sembra di sentire i versi elegiaci che si stanno sprecando per l'idrogeno ) e il decentramento i mitici quartieri giardino, in mezzo al verde, lontano dalle più importanti fonti di inquinamento.
Purtroppo ( ma guarda tè che peccato !!! ) c'era qualche controindicazione: l'immensa voracità energivora dello sviluppo non poteva essere soddisfatta dalla sola energia prodotta con l'idroelettrico, e allora vai ( "non si può fermare il progresso") col carbone e poi col petrolio!
E anche l'utopia urbanistica ha generato quelle distese sterminate di villette a schiera che contraddistinguono le periferie di molte città europee o i quartieri collinari della nostra città.. Una formula urbanistica che vincola la residenzialità al possesso di automobili.
Per correre ai ripari si è provato a metterci un tappo ( filtri, depuratori,marmitte), ma lo smog ha cambiato forma si è dematerializzato invece della polvere di carbone che faceva tanto " fumo di londra " si è passati all'invisibilità delle formule chimiche apparentemente virtuali ma in realtà molto più letali: monossido di carbonio, benzene, idrocarburi policiclici aromatici , il palladio, il platino e sostanze di cui prima non si sospettava l'esistenza : il pm10, e poi il pm2,5 .
Imputato principale : l'automobile, l'intoccabile per eccellenza, che permea di se tutti i meccanismi dello sviluppo , gli assetti urbani, le scelte programmatorie.
Davanti alla civiltà ( sic ! ) dell'automobile i nostri amministratori vanno in confusione, attuano un coaecervo insensato di misure contraddittorie sostenuti in questo da tecnici ancora più ( colpevolmente ) confusi di loro.
Non c'è mai una visione d'insieme ( a Genova non esiste non dico un piano della mobilità delle persone e delle merci, ma nemmeno una raccolta di dati significativa e attendibile ). Si tenta di correre dietro agli effetti più grossolani dell'invadenza del mezzo meccanico : targhe alterne, blocchi domenicali, divieti per le non catalizzate, inviti alla disciplina, multe e insieme si pratica lo sport più in uso : l'assalto alla cassa ( pubblica ) per indurre il cittadino consumatore a comprare nuove auto: più belle, ecologiche, più sane, più euro 1,2,3,4, aspettando il miracolo del'idrogeno.
Ma tutto questo agitarsi diciamolo, non serve a niente , o meglio, serve a nascondere la realtà : l'idrogeno non sarà mai tanto da poter sostenere una flotta di 600 milioni di automobili ( attuali ) o di un miliardo e mezzo ( quando potrà essere a portata di serbatoio).
Dobbiamo capirci: il 60/70% delle perfide polveri sottili non è generata dagli scarichi delle automobili, ma dal pulviscolo sollevato dal traffico, dall'abrasione dei freni e dal rotolamento dei pneumatici. E questo fino a che lo spazio pubblico delle città sarà invaso dalle automobili non ce lo leverà nessuno.
Ma cosa si può fare ?
La tecnologia informatica rende oggi possibili ed affidabili sistemi di mobilità flessibile, fondati sulla condivisione dei mezzi, ma soprattutto, può evitare a migliaia di persone in città di spostarsi, e se lo si vuole o lo si deve fare ci sono sistemi più economici , comodi , veloci, sani, dell'auto privata. E sono sistemi che restituiscono la città oggi sequestrata dalle macchine agli esseri umani, alla socialità .
Bisogna rendersi conto che ormai l'uso dell'automobile privata è diventato un abuso, è incompatibile con la vita urbana e questo nel centro storico e nelle periferie.
Che cultura urbana e civile ci può essere in uno spazio in cui una persona non ha più motivo per camminare, per incontrarsi, in cui un quarto delle proprie spese vanno ad alimentare la macchina , in cui ore e ore della vita se ne va dentro a una scatola di metallo?
Certo ci vuole programmazione, scelte coraggiose e soprattutto una cultura del servizio pubblico che non si accontenta di vivere dentro una scatoletta ad aria condizionata ammirando le facciate ridipinte di palazzi di una città che diventa scenario virtuale e non vissuto condiviso.
Lasciateci sognare amministratori che tutelano la cosa pubblica , tecnici che esprimono i loro pareri senta timori e in coerenza coi loro studi e il loro mandato, qualche decina di morti in meno all'anno e un sacco di soldi ( pubblici e privati ) non più bruciati sull'altare del golem tecnologico e del profitto ( di pochi ).
E' questo un mondo possibile ed è per questo che tanti come me si battono.

andrea agostini





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