[Lecce-sf] Fw: Trinosauri, primarie e democrazia di fabbrica

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Autor: Gaetano Bucci
Datum:  
Betreff: [Lecce-sf] Fw: Trinosauri, primarie e democrazia di fabbrica

----- Original Message -----
From: Angelo Ruggeri
To: Gaetano Bucci
Sent: Tuesday, February 15, 2005 2:20 PM
Subject: Trinosauri, primarie e democrazia di fabbrica


Caro Bucci, 
ma davvero a sinistra c'è ancora chi non sa e gli si deve ricordare che il presidenzialismo non è meno antidemocratico ed autoritario se il candidato si dichiara di sinistra?     
Se è così allora io non gli darei il voto nemmeno turandosi il naso.  Come  qui sotto dice il sempre chiaro filosofo Pirola  "le elezioni non sono la scelta tra il vecchio e il nuovo padrone perchè se l'asino cambia padrone resta asino".                
Meno filosofo di lui aggiungo che se ancora si deve ricordare quanto sopra, vuol dire che non hanno capito e imparato nemmeno dalle esperienze più recenti, come quelle del Portogallo della rivoluzione dei garofani o del Nicaragua dove si è cominciato appunto candidando al presidenzialisti chi si dichairava di sinistra e si è ora finiti  nel para-fascismo. E nemmeno da esperienze più remote come lo stalinismo che come ripeto, anche alla luce della storia successiva possiamo ora capire che non era Stalin ma tutti coloro che lo stalinismo l'avevano in testa e hanno cominciato e proseguito con l'idea di accettare, tacere e ubbidire ad un vertice, come oggi fanno le tifoserie di sinistra che nonostante non ci sia ne Stalin ne Mussolini continuano a tacere e a seguire il "capo", anche se ridotto a fare solo tatticismo esasperato e lotte di potere dentro le stanze ed è a bassi livelli politico e culturale. 
        Si conferma insomma che la "sinistra" cosa è "democrazia" non lo sa o non gli è chiaro, credono democrazia quella in cui comandano loro e autoritarismo se con governabilità e presidenzialismo comandano altri; proprio come quando le stesse cose che fa Berlusconi sono di sinistra se le fa la sinistra.


Nemmeno turandosi il naso perchè niente è più pericoloso di ciò che sotto mentite spoglie di "sinistra" si configura come veicolo di culture e concezioni autoritarie e reazionarie. Di chi conferma in pieno in modo papale la "verità" del concetto gramsciano di egemonia, ovvero che il dominio della classe borghese e capitalista "non è solo il prodotto del suo potere economico e della coercizione, ma della capacità di persuadere il dominato ad accettare il sistema di credenza della classe dominante e a condividere i suoi valori sociali, culturali e morali. Tanto che molti che appaiono o vorrebbero essere suoi oppositori, finiscono in realtà con l'esprimersi nell'ambito di valori, delle forme filosfiche e col linguaggio dei dominanti" (Gramsci). Ma se si rivaluta Craxi si cancella Berlinguer, così che a ritroso non solo si arretra anche dal riformismo (che è sempre stato per il socialismo di cui ora nessuno parla) storicamente sconfitto in Italia ma si cancella anche Gramsci - passando per Longo, Togliatti, ecc.- magari in nome di Lombardi dentro RC e di De Gasperi dentro i DS: quel che è certo è che nessuno dei vertici di sinistra considera più Gramsci che per di più è stato in passato e resta tuttora sconosciuto nella parte più vivida del suo pensiero e ciè proprio quella dell'analisi del diritto e dello stato e delle forme del potere che proprio studiando il fascismo inteso non come camicia nera ma come forma del potere ha significativamente indicato come prima cosa lanecessità di democratizzare il partito per democratizzare la società e le istituzioni e fondare un nuovo tipo di stao: cosa che nessun gruppo dirigente di sinistra è disposto a fare, perchè vuole comandare sulla base e sul sociale piuttosto che condividere e "sottometersi" ad un potere di indirzzo dal basso, della base e della società: a quel punto non farebbero più tante gare per le segreterie e per posizioni di potere, e direbbero "se allora non posso comandare fallo te". Anche perchè se riconoscessero, valorizzassero e facessero studiare ancora Gramsci , dovrebbero anche riconoscere la varietà di linee e strategie del comunimo e non potrebbero più identificare questo con l'Urss come fanno e a loro conviene fare.

Insomma se ancora c'è chi non capisce e si subalterna ai vertici e accondiscende al presidenzialismo e governativismo nello stato, e cioè al potere burocratico e gerarchico che si criticava verso l'Urss, vuol dire che non hanno appreso nulla dalla storia maestra di vita e sopratutto della teoria della prassi (che non una pietanza di Presicce), finendo col dare ragione a Berlusconi - e permettendogli di coprire il suo stalinismo d'impresa - significa che sono rimasti stalinisti anzitutto nel metodo, ma senza avere più nemmeno il progetto di trasformazione sociale bolscevico: cioè stalinisti per il capitalismo, liberal senza democratico "americano" o bleriano o veltroniano-prodiano; 
vuol dire che ancora - come la destra e la borghesia - credono si sia fatta la svolta occhettiana perchè è caduto un "muro" e che il muro sia caduto non perchè era dispotico il potere ma perchè non c'era la proprietà privata, donde che come in Russia ora che c'è la proprietà privata non gli frega nulla che il potere continui ad essere dispotico più di prima (perchè ancor più individuale e monocratico di quando almeno si corrispondeva per  un bricciolo al partito, per quanto burocratico); o donde come in Cina, dove forme autoritarie che si trasmettono dal partito allo stato hanno creato un nuovo mostro: il Trinosauro, esempio di militante o dirigente di "sinistra" a tre teste, attivista o funzionario o dirigente, ad un tempo, del partito, dell'impresa e dello stato, modello a cui sempre più in prospettiva si avvicinano quelli della nostra "sinistra" nella misura in cui non attaccano più il potere d'impresa ed anzi lo propongono come modello di potere anche dello  stato, appunto col presidenzialismo, il premierato e le primariate, il federalsimo, e il leaderismo e il populismo del capo nel partito, nelle coalizioni e nelle istituzioni. 
Significa anche che non vedono alcuna differenza tra stalinismo e leninismo, quando Lenin non ha mai fatto fuori nessuno, nemmeno politicamente, diversamente da Bertinotti e Cossutta - e poi il primo da solo -,  che hanno continuato ad espellere e a commissariare Circoli e militanti sol perchè si dialettizzavano ed esprimevano "opinione" come è diritto costituzionalmente garantito ma negato a chi si iscirive o milita in partiti di "sinistra".  O solo tifoso e galoppino, o niente ("e qui comando io e questa è casa mia..." dice una canzone).
Del resto c'è anche chi intende e scambia il presidenzialismo per leninismo - si che qualcuno ha  potuto fare il verso dicendo che berlusconi è l'ultimo leninista - come fa qualche  ciabattini del costituzionalismo che RC prende a riferimento: dimenticando anche che - per stare sul paragone - Lenin disse che la cuoca deve dirigere lo stato, non Prodi o Bertinotti o Vendola la Regione come si accetta e ci si predispone con primarire  e presidenzialismo regionale. E sopratuto disse - ecco la questione - che il ruolo non cambia a secondo chi ci metti, ma occorre rompere il ruolo e la divisione dei ruoli - e quindi la gerarchia - nel caso rompere i ruoi di presidenti, governatori segreterie capi o capaetti di partito. Altrimenti non si capisce come mai si dice che uno è "bravo" e poi lo metti in quella segreteria o in quello ruolo  e finisce con l'assumere il ruolo e diventare come gli altri.
     Comunque ad ulteriore conferma che a difendere la democrazia sono rimasti solo qualche magistrato che applica il diritto e la Costituzione e qualche prete, ti allego la sintesi che mi ha mandato padre Pirola - direttore della rivista fenomenologi e società - a proposito di un incontro tenutosi alla Casa della Cultura di Milano la scorsa settimana: uno che all'epoca in cui lo invitavo ai dibattito e conferenze col PCI, ai suoi seminari dell'istituto filosofico Aloisianum e fino agli anni 90 (ora è all'università di Padova) venivano intellettuali e politici da tutto il modo e che in tale istituto ha insegnato per nove anni il filosofo marxista Mario Spinella - uno dei soli 2 o 3 milanesi che hanno letto davvero Marx - il quale una volta mentre lo riaccompagnava a Milano  mi disse che aveva conosciuto Pirola ad un dibattito dove gli si era seduto più a sinistra di dove già stava lui e quando gli chiese ragione gli rispose "che lui era più a sinistra" e lo è ancor di più oggi rispetto a una "sinistra" che veicola cultura di destra e che si sposata sempre più a destra.  
Pensa che nella relazione introduttiva di cui la sintesi allegata ha posto la questione della "democrazia in fabbrica". Che scandalo! Che vergogna per questa "sinistra". Porre ancora la questione della democrazia in fabbrica, come se si dovesse fare entrare la democrazia e la costituione nelle due grandi strutture del potere dall'alto: la publicaamministrazioe el'impresa, appunto; come voler far valere ancora la Costituzione democratica-sociale e fondata sul lavoro e nata dalla Resistenza o le strategia di lotta per il cotrollo sociale dell'impresa e dell'economia pubblica e privata. Ma dove siamo? ancora nel sindacato di classe o nel partito di valori e di identità sociale come pretende la Carta del 48?
E infatti Bertinotti non gli ha risposto. Meglio perchè c'era il rischio che rispondesse come una volta nel Comitato politico di RC quando col fare del pieno di sé disse "è ideologico porre ancora la questione del profitto". E calò la notte...che dura tuttora. Buona notte"sinistra". 


----- Original Message ----- 
From: Giuseppe Pirola 
To: Angelo Ruggeri 
Sent: Monday, February 14, 2005 9:34 AM
Subject: Re: Per la Memoria:di chi fa politica
E'andata.. Vinci è stato molto al suo ruolo di presentatore iniziale, e non ha detto poi più niente del tutto. Il tema era, come l'ho capito io, la diversità interna alla sinistra non rompe l'unità dell'obiettivo, girare a sinistra, rovesciare il capitalliberalismo. Invece: Melandri si è battuta per la questione femminile con l'argomento che oltre al capitalismo c'è l'antifemminismo e ha sconnesso e sommato le due questioni (allargare il consenso) anzichè connetterle (primo dibattito su Rinascita; intervento di Berlinguer ecc. tutto ignorato). Cento e Folena si sono occupati del nesso movimenti-partito ( bravi i movimenti però l'unità contro. siamo diversi ma siamo pur sempre tutti di sinistra: diversi in che cosa non l'hanno detto). Folena reduce dal Congresso DS ha mostrato di recepire critiche mie e di Porcaro, senza rispondervi forse anche per questioni di tempo.  
Prima di Bertinotti, brevissimo intervento di Agostinelli, quasi una comparsa; breve intervento di Agnoletto: reduce, credo dal Canada, che ha aggiunto la questione mondiale dell'acqua; ma deve essere arrivato di corsa, tagliando subito dopo la corda. Monguzzi si è dato per o era malato. Sarfatti neppur nominato.
Infine Bertinotti ha fatto il saggio nonno che parla ai giovani e ha detto perfino che, ("mi raccomando niente violenza!) ad acuire la lotta si rischia la catastrofe (per entrambi? per l'Italia?) attribuendo tale ammonimento a Marx, senza dare la citazione, che io avrei molto gradito. Nessuno ha ripreso la mia domanda più forte (e i diritti sociali dei lavoratori? Avevo detto: ricordate quando dicevamo: democrazia in fabbrica?); mentre Bertinotti ha gradito la "necessità del racconto" di Porcaro, che ha taciuto il problema del potere decisionale economico legato alla proprietà privata. Insomma: quali sono i problemi di vita quotidiana dei cittadini legati al nesso dominante produzione-lavoro cioè a problemi mondiali (mondializzazione del mercato come-punto base della lettura "storica" della situazione attuale)? quale la posizione del blocco capitalliberale? (provoca il problema e vi pone un rimedio dove la pezza è peggiore dello strappo). Quale la divisione interna alla sinistra? Silenzio totale. non rompiamo la nostra unità (?), sotto le elezioni. Avevo esordito dicendo che le elezioni non sono la scelta tra il vecchio e il nuovo padrone perchè se l'asino cambia padrone resta asino; e che non erano neppure il mercato della libera concorrenza al grido "le mie idee sono migliori delle tue"..per concentrare il dibattito sulla situazione in cui tutti viviamo...La priorità di questo tema non è stata assunta da nessuno.  
Così gira la sinistra, che non vuol dibattere di fronte a un onesto pubblico di cittadini, i suoi conflitti interni; ma così non si gira a sinistra, che era invece, come mi pare d'aver capito, l'attesa del pubblico. Sconsolante per me .. ma non c'è che prenderne atto e ricominciare o continuare 
Cordiali saluti...     
Giuseppe Pirola s.j.
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