[NuovoLaboratorio] isolone senza petrolio a che serve

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Auteur: Roberto Faure
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Sujet: [NuovoLaboratorio] isolone senza petrolio a che serve
Cari amici del Comitato contro l'"Isolone",
aderisco come tanti del Social Forum alla vostra bella mobilitazione contro
l'isola dei petroli davanti al mio amato/odiato quartiere natale,
sampierdarena.
Vi propongono un argomento a favore della nostra giusta mobilitazione, che
certo avrete già considerato.
La scienza geologica nei suoi sviluppi degli anni 2000, propone una tesi ad
oggi scarsamente contrastata: la produzione di petrolio, che sino ad oggi è
continuamente aumentata in riscontro alla crescente domanda, nel breve
periodo (entro il 2010 secondo la tesi maggioritaria) raggiungerà il suo
picco (oil peak o picco di Hubbert, dal nome del geologo ingegnere
petroliferò che lo studiò negli anni '50) ed inizierà a decrescere.
Nel contempo, la domanda non accenna a diminuire anzi continua a cresce in
modo più che proporzionale (industrializzazione di Cina e India, crescenti
consumi, etc.).
Il picco della produzione (inizio del calo della produzione e continuazione
di crescita della domanda) coinciderà con una esplosione del prezzo del
petrolio e con il sorgere di una domanda insoddisfatta che continuerà a
crescere nel tempo.
Chiunque ha un cervello (non il nostro Gerundio della burla) si rende conto
che lo scenario del "dopo picco" benché in gran parte imprevedibile,
coinciderà con un radicale cambiamento dei nostri stili di vità e dell'uso
del petrolio, che diventerà un privilegio per chi, soprattutto militarmente,
potrà permetterselo accedendo al bottino di guerra degli -spilorci- USA.
Con tale notoria prospettiva, i nostri geniali amministratori locali
progettano la maggior parte delle spese pubbliche per "grandi opere"
filopetrolifere senza minimente considerare quello che probabilmente accadrà
nel futuro assai prossimo.
E seriamente probabile che i diecimila parcheggi che il Comune fa costruire
saranno come i rifugi antiatomici costruiti a migliaia dagli svizzeri dove
ora ci coltivano i funghi, e l'isolone porta-petrolio può ragionevolmente
far la fine del super-bacino galleggiante costruito in mare a Genova (do you
remember?) per le necessità create allora dalla chiusura di Suez
(prontamente riaperto); tant'è, l'importante è l'appalto.
Consiglio di dare una scorsa alla sterminata letteratura sull'argomento
"picco del petrolio", che lascia stupiti in ordine all'impotenza di tutte le
obiezioni in fondo ingenue che si affacciano alla nostra mente.
Sulla rete WEB potete scegliere (a gratis) tra i molti siti rispondenti alla
ricerca con le parole: "oil peak"; "picco del petrolio", "picco di Hubbert".
Un articolo breve ed esauriente (in italiano) dall'Università di
Uppsala:"www.unifi.it/unifi/surfchem/solid/bardi/energia".
Nella letteratura economica divulgativa: JEREMY RIFKIN, Economia
all'idrogeno, Ed. Mondadori. DAVID GOODSTEIN, Energia clima il futuro della
civiltà, Università Bocconi Editore (euro 17).
Consentitemi: Homo in automobile est imago mortis.
Cordialmente
Roberto Faure