Autor: no-oil@inventati.org Data: Assunto: [Cm-roma] Il ritorno dei ladri di biciclette
>se questa società genera problemi, > insoddisfazione, precarietà e disoccupazione, la soluzione non è rubare
> agli altri per soddisfare le proprie necessità.
> Men che meno rubare biciclette, dato che risulta un deterrente per la
> crescita della mobilità ciclistica urbana, che penso stia a cuore a
> tutti.
>
SEI DALLA PARTE DI CHI RUBA (BICICLETTE ) NEI SUPERMERCATI?
O DI CHI LI HA COSTRUITI RUBANDO?
Ora oggi mi sento in forma, tra l'eristica e il cazzeggio rivoluzionario,
voglio giocare pesante..
Che bello ciclistu..leggere tra le righe cotanta difesa della solidarietà
di classe: proletari che rubano bici alle gambe del proletariato. Giammai!
Braccia dell'ordine che risolutamente mettono in ceppi le braccia
dell'odiosa marmaglia che tolse dai ceppi montan baik igabbiate in attesa
del prosciugamento di signorili carte di credito in centro. Ah..dispute di
pasoliniana memoria dove si nascondono i veri figli del proletariato?
Guai ai vinti! diceva qualcuno..guai a chi se fotte la bbici mmia, che
vabbè che la proprietà è un furto, ma chi rubba in casa dei ladri..si
sa..no...
E poi chi ruba ai poveri, capovolgendo il sillogismo, dovrebbe dare ai
ricchi? Dovremmo indagare su chi siano gli acquirenti medi del mercato
dell'usato dove le bici arrubbate vannno a finire....ma chi ruba per i
propri bisogni?...noi vogliamo il pane e le rose, ma carmina non dant
panem, per cui, in mancanza di lievito e versi..se ci toccasse di rubare
per vivere, ci picerebbe di più giocare 'alla borsa o la vita' o segare
catene? ma forse data l'estrazione sociale corriamo piuttosto il rischio
di giocare alle quotazioni di borsa..
Poi scusate, riflettiamo meglio sul furto come ostacolo al processo
rivoluzionario di diffusione della bicicletta...nonchè come lotta
politica..chi si nasconde dietro il furto delle bici negli csoa romani?
la bici di giobbussa è forse ostaggio delle forze controrivoluzionarie
negli scantinati di casa pound?
C'è una scena di ladri di biciclette che da ragazzina mi faceva molto
incazzare: quando davanti alla fabbrica il protagonista viene scambiato
per un ladro, offeso e villipeso davanti al figlio, ma alla fine lasciato
andare. Quand'ero giovane mi sembrava l'essenza della visione borghese del
popolo buono tipica di certi autori del neorealismo (e io aborrivo certe
visioni borghesi....)..poi alla fine ho capito..che forse era solo una
constatazione...
la signora all'uscita da fendi i carramba li chiama subito
e i ladri pizzicati dall'amico luca forse pure..con un ragionamento
alquanto semplice, mi devo fare pestà per una bicicletta?
già una sacrosanta, fiammante, cancellotica, elegante, supermercatica
bicicletta
e oggi mi chiedo il plusvalore, ceeeeerto affettivo, ideologico,
velorivoluzionario..etc. etc, della mia bici da dove viene?
dal fatto che è la bbici mia, che è un oggetto che mi è indispnsabile, o
che è indispensabile al mio corredo immaginario e politico? per cui guai a
chi ruba le bici, pure per mangiare, per fumarsi le sigarette o via
così'...la bici è un ideale. e gli ideali non si toccano. perlomeno non il
loro simulacro. dopotutto non abbiamo altro, al momento.
questa è una bici.
non una pipa.
non ho mai fumato la pipa.
non ho mai mandato al gabbio nessuno.