Autore: marku@inventati.org Data: Oggetto: [Cerchio] meglio liberi che male accompagnati!
Gravidanze giù del 10% dopo la nuova legge
Fecondazione, il limite di tre embrioni riduce i successi I centri della
provetta: le famiglie aspettano il referendum
ROMA - Non si muovono, aspettano il referendum. Sperano che lesito della
consultazione popolare faccia traballare gli ostacoli tecnici che oggi
riducono le probabilità di avere un figlio in media del 10%, soprattutto
per le donne sopra i 35-38 anni. Un nuovo momento di stasi, di
riflessione, per le coppie che affidano i loro desideri procreativi alla
fecondazione artificiale. Cè molta attesa per lappuntamento con il voto
di primavera. Andrea Borini, presidente del Cecos, lassociazione che
riunisce alcuni centri della provetta, si immedesima: «La gente preferisce
sospendere le cure, contando sullabrogazione delle norme più restrittive.
Un buon numero di pazienti ha rimandato il trattamento a dopo lestate».
Un temporeggiare indotto dagli effetti della legge 40 e delle sue linee
guida ancora più rigorose di quanto non fossero i 18 articoli del testo
approvato un anno fa (il 19 febbraio) e entrato in vigore il 10 marzo.
Dopo 11 mesi di applicazione, i dati preliminari, le stime e le
«intuizioni» dei direttori dei singoli centri indicano nel complesso una
flessione. Di coppie che intraprendono il difficile percorso di cura. E di
risultati. Le percentuali di successo di un ciclo si sono abbassate del
6-15%. Significa che se fino allo scorso febbraio su 100 donne sottoposte
agli impegnativi trattamenti circa 25-30 potevano gioire per lavvenuta
gravidanza, oggi la fortunata notizia raggiunge fino a 5 candidate in
meno. «In termini generali è un calo molto sensibile - commenta i numeri
Donatella Caserta, che dirige il centro pubblico di procreazione umana
medicalmente assistita allAquila, 150 cicli allanno -. Noi a differenza
dei privati non abbiamo registrato un calo di richieste. Ma i limiti
imposti dalla legge condizionano lesito dei trattamenti». La restrizione
meno accettata dagli addetti ai lavori è quella che stabilisce un massimo
di tre ovociti da fecondare. «Se per le donne sotto i 35 anni può essere
considerato un numero ragionevole, non lo è per quelle più avanti con gli
anni - dice Massimo Moscarini, presidente dei ginecologi universitari -.
Ecco perché molte di queste pazienti preferiscono strade più veloci e
sicure. Magari vanno allestero dove possono contare su protocolli meno
vincolati e leggi più generose».
I dati italiani dopo la legge 40 verranno pubblicati dalla rivista Human
Reproduction . Riguardano uno studio compiuto da 10 tra le maggiori
strutture pubbliche e private: « Il tasso di gravidanze è sceso di 4 punti
e non è una sciocchezza - fa notare Adolfo Allegra, del centro Andros, a
Palermo -. Ad ogni fallimento corrisponderà infatti un nuovo tentativo di
stimolazione e di prelievo di ovociti da fecondare perché oggi è vietato
congelare embrioni. Un percorso molto faticoso per la paziente». Borini
interviene domani al seminario organizzato dalla Cgil per un
approfondimento pre-referendum: «Parlerò di eterologa, spiegherò che in
certi casi il ricorso alla donazione di ovociti e spermatozoi è
necessario. Non è una tecnica per single e mamme-nonne, come si vuol far
credere». Nei centri privati, secondo il ginecologo, labbandono delle
coppie è stato sensibile: «In media il 10-20% in meno di cicli. Ma bisogna
considerare che prima della legge, quando tra laltro era ancora possibile
congelare embrioni in sovrannumero, cera stata una corsa alle cure». Sul
piano dei risultati invece il Cecos denuncia una perfetta sovrapposizione
tra i dati del 2003 e del 2004 nelle gravidanze sotto i 35 anni. Marina
Mengarelli, sociologa, coordinatrice dellOsservatorio sociale per
linfertilità presso Tecnobios, a Bologna, e autrice di «Cellule o
bambini?», esorta a non perdere di vista le necessità degli aspiranti
genitori: «Tra gli strumenti di monitoraggio è indispensabile capire chi
sono queste persone. Allopinione pubblica dobbiamo ricordare che è gente
normale, con aspirazioni comuni, tra cui quella di avere un figlio».
A proposito di monitoraggi, secondo la legge entro il 28 febbraio
lIstituto Superiore di Sanità dovrà inviare al ministero della Salute una
relazione sullo stato di applicazione delle norme. Il referendum si
avvicina ed è definitivamente tramontata la prospettiva di una modifica
parlamentare. Oggi tuttavia la Commissione Sanità del Senato apre un ciclo
di otto audizioni, come premessa alla discussione dei 5 disegni di legge
depositati: «Non faremo in tempo a terminare i lavori - è consapevole il
presidente, Antonio Tomassini -. Ma il dibattito servirà come
approfondimento». Anche alla Camera sono sulla griglia di partenza almeno
altri 6 testi, lultimo in ordine di tempo è iniziativa di Franca Bimbi,
deputata della Margherita «con una sensibilità laica e filo-femminista».
Che rivela: «Parlando con altri deputati Dl ho scoperto che molti
insospettabili votano tre sì e un no, sulleterologa».
Oggi il prode dei centrosinistri dichiara il suo no alle unioni gay
che lor signori abbiano una visione misantropa delle libertà individuali?
il loro motto è sempre avanti al centro contro gli opposti estremismi
il nostro ideale è:
l'estremismo della nostre ragioni annienterà la vostra ipocrita ed eterna
ricerca di centri di potere sulla vita come sulla morte!