[NuovoLaboratorio] genova stoppani le accuse del procuratore

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Autor: Andrea Agostini
Data:  
Assunto: [NuovoLaboratorio] genova stoppani le accuse del procuratore

da repubblica.it
IL GIORNALE DI OGGI, MERCOLEDÌ 9 FEBBRAIO 2005

Il testo dell´avviso di garanzia ai quattro indagati per anni di
inquinamento
Stoppani ultimo atto tutte le accuse del pm
E si scopre l´acido "corretto calce"

Un nuovo indagato: è un dirigente della Corind, accusata di traffico di
rifiuti
Molte contestazioni per la vicenda dello straripamento del Lerone nel 2002
MARCO PREVE

Ventuno capi d´imputazione per quattro indagati. L´inchiesta della procura e
della Stazione navale della Guardia di finanza sulla Stoppani di Cogoleto è
in dirittura d´arrivo. Il pm Francesco Albini Cardona si appresta a
concludere le indagini e nei giorni scorsi, per sottoporre gli indagati ad
interrogatorio, ha inviato ai quattro e all´avvocato difensore Corrado
Pagano, un avviso di garanzia che contiene la cronistoria degli ultimi anni
d´inchiesta e del quale Repubblica è venuta in possesso.
Tre degli indagati erano noti: si tratta di Plinio Stoppani, 84 anni,
Giuseppe Bruzzone, 58 anni, direttore tecnico dello stabilimento, Giorgio
Valenza, 54 anni, direttore responsabile, e infine Carlo Veronesi, 66 anni,
amministratore della Corind, società di Valduggia, in provincia di Vercelli.
Partiamo da quest´ultima azienda, che rappresenta il cardine di una delle
accuse più pesanti: traffico illecito di rifiuti pericolosi. Perché, recita
l´avviso di garanzia «effettuavano attività di gestione di rifiuti
pericolosi, costituiti da soluzioni di acido cromico esausto, senza alcuna
autorizzazione. In Cogoleto dal 1994 ad oggi».
Ai quattro viene contestato anche il falso ideologico. L´accusa merita un
breve excursus. La Corind è un´azienda che si è sempre occupata di smaltire
gli acidi esausti da cromatura, provenienti da aziende del Nord Italia.
Qualche anno fa si fonde con la Stoppani. E da allora, secondo la procura,
invia allo stabilimento di Cogoleto bidoni pieni di acido cromico esausto
sotto forma di prodotto e non di rifiuto, per risparmiare sui costi di
smaltimento. Addirittura, scoprono i finanzieri, alla Corind i bidoni
vengono "corretti" con la calce in modo da abbattere temporaneamente il ph e
l´acidità della materia trasportata. A Cogoleto, il cromo esausto viene
impiegato al posto dell´acqua nel processo industriale (in gergo tecnico
nella "fritta", quando dalla cromite si estrae il cromo), per "arricchire"
il prodotto, ma provocando anche un maggior inquinamento, a base di metalli
pesanti, delle terre in cui si svolge questo tipo di lavorazione.
Ma l´attenzione della procura (nell´atto di fine indagini le contestazioni
saranno ancora maggiori di quelle odierne) si concentra su diversi episodi
dai quali emerge un quadro di noncuranza, inefficienza, consuetudine alla
violazione di leggi in materia ambientale. In particolare quando nel
febbraio di 2 anni fa le forti piogge avevano provocato lo straripamento del
torrente le cui acque avevano invaso aree adibite a deposito di materiali
inquinanti. Questo, secondo il pm, si è verificato anche perché non è stata
effettuata «la necessaria manutenzione degli impianti produttivi e omettendo
di tenere costantemente libera e perfettamente efficiente l´intera rete di
raccolta e captazione delle acque meteoriche».
La procura contesta la violazione di leggi sull´ambiente la 22 del 1997 e la
152 del 1999: «gestione di rifiuti pericolosi e trattamento e recupero di
bangi esausti da cromatura»; «causavano il deterioramento delle acque del
torrente Lerone sversandovi ingenti quantità di cromo esavalente»; «mediante
condotte omissive cagionavano l´apertura di nuovi scarichi di acque reflue
industriali contenenti sostanze pericolose, cromo totale ed esavalente»;
gestione di rifiuti non autorizzata di località Molinetto, la storica
discarica della Stoppani, anche per aver effettuato «lo scarico delle terre
depositate nei moduli ad una distanza inferiore ai cinque metri dall´argine
di contenimento».