[NuovoLaboratorio] G8: deposizioned i Giulietto Chiesa

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Gli scontri al G8 Giulietto Chiesa depone per 3 ore

È durata più di tre ore la testimonianza di Giulietto Chiesa, giornalista e parlamentare europeo, chiamato a deporre al processo contro 25 manifestanti accusati di devastazioni il 20 e il 21 luglio 2001, i giorni in cui si verificarono gli scontri di piazza in occasione del G8. Chiesa, che si trovava a Genova in qualità di inviato del quotidiano "La Stampa" e che su quegli avvenimenti ha scritto anche un libro - "G8-Genova" - ha ripercorso i suoi spostamenti nei due giorni di scontri, rispondendo alle domande del pm Anna Canepa: dal primo incontro con i Black-bloc in piazza Paolo da Novi alle cariche contro il corteo delle tute bianche in via Tolemaide fino alla morte di Carlo Giuliani, in piazza Alimonda.
Il giornalista, ascoltato come teste dell´accusa e della difesa, ha sollevato parecchi dubbi sull´operato delle forze dell´ordine, in particolare sulla prima carica, in corso Buenos Aires, che ha definito un errore tecnico: «Quando tornai in piazza Paolo da Novi non c´era più nessuno, ma un drappello di poliziotti che caricava in corso Buenos Aires, andando avanti ed esponendo i fianchi agli assalti dalle strade laterali. In 20 minuti dall´ordine, invece, ci fu il caos».
Dopo avere assistito ai primi scontri nelle vie intorno a corso Buenos Aires, Chiesa, da genovese conoscendo la topografia e ha potuto vedere meglio di altri, ha raccontato di essersi portato all´inizio di corso Europa, da dove si stava per muovere il corteo delle tute bianche: «Sono andato in mezzo per vedere se erano armati, sono entrato nella testuggine per controllare, da giornalista, se c´era gente con bastoni o spranghe, ma di armi non ce n´era neanche mezza - ha proseguito -. Ero molto preoccupato, perché dopo quello che era successo in corso Buenos Aires, il corteo sarebbe arrivato in una zona già con disordini».
Il corteo venne caricato una volta giunto in via Tolemaide: «Non c´erano vie d´uscita - ha proseguito - da una parte 10 mila persone, strette tra la massicciata della ferrovia e i cancelli chiusi. Davanti alle cariche era impossibile tornare indietro o scappare, e tutta la zona è diventata un campo di battaglia, fino alla morte di Carlo Giuliani». Drammatico anche il ricordo degli incidenti del 21 luglio in cui fu caricato il corteo di 200 mila persone, in quello che il giornalista ha definito un episodio "peggiore di quelli avvenuti il giorno prima perché deliberato".
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secolo xix

TRE ORE DI DEPOSIZIONE G8, il giornalista Chiesa in aula «Forze dell'ordine, tattica sbagliata»




GenovaE' stato chiamato in aula a deporre nel processo contro i noglobal accusati delle devastazioni del G8 genovese sia come teste d'accusa sia della difesa, il giornalista Giulietto Chiesa. E la sua testimonianza è durata tre ore, dalle 14 alle 17. Tre ore durante le quali ha ripetuto davanti al tribunale e sotto giuramento, quello che già aveva scritto nel suo libro "Genova- G8". Tre ore nel corso delle quali il j'accuse nei confronti delle forze dell'ordine è stato molto pesante. «Ho partecipato alle giornate del G8 in qualità di inviato speciale e mi sono reso conto che le forze dell'ordine hanno adottato una tattica assolutamente sbagliata. Dovevano presidiare alcune zone, non attaccare i cortei confondendo le tute nere con chi aveva intenzione di manifestare pacificamente. Se attacchi un corteo che non può scappare né a destra né a sinistra, è chiaro che coinvolgi persone che non c'entrano nulla». E ancora: «L'attacco delle tute bianche è stato fatto dalla polizia e non dai dimostranti. Ho visto l'atteggiamento strafottente di forze dell'ordine in borghese, ho visto prendere a calci persone assolutamente pacifiche, ho visto piangere donne, anziani. Anch'io ho avuto paura di fronte a quelle cariche. È un miracolo che non ci siano stati diversi morti: da corso Italia, per trovare rifugio, in molti simo saliti su quella scala che porta in via Nizza, eravamo uno sull'altro donne, uomini, ragazzi: un miracolo che nessuno sia volato di sotto nella tensione di quel momento». Chiesa ha poi raccontato di gruppi di giovani vestiti di nero che con spranghe di ferro tagliavano l'asfalto. Ha detto di aver assistito ai danneggiamenti degli esaltati e alle cariche della polizia: in mezzo a tutto questo vi erano cittadini giunti solo per rendere omaggio alla pace. «Bisognerebbe avvertire Casarini di fermare i manifestanti - dissi a un certo punto ad alcuni colleghi - ma nessuno di noi ci riuscì».



El. V.
09/02/2005



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