[Incontrotempo] 24 febbraio: convegno nazionale a sostegno d…

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Autor: l.marinelli@rdbcub.it
Data:  
Assumpte: [Incontrotempo] 24 febbraio: convegno nazionale a sostegno della contrattazione sociale (rete per il reddito sociale ed i diritti)
LETTERA DI INVITO PER LA CONVOCAZIONE DEL CONVEGNO
PROMOSSO DALLA "RETE PER IL REDDITO SOCIALE ED I DIRITTI"

A SOSTEGNO DELLA CONTRATTAZIONE SOCIALE

ROMA IL 24 FEBBRAIO 2005
ore 15.00 presso la camera, Sala delle Conferenze - Via del pozzetto 158

Le 58 (ed altre 15 in arrivo) denunce fatte a Roma per "rapina aggravata" dovute all'iniziativa di lotta e di autoriduzione contro il carovita fatta il 6 Novembre e le nove fatte a Napoli per "estorsione aggravata", sempre nel corso di una pacifica iniziativa di denuncia dell' aumento del costo della vita, danno la misura di come venga usata, di fronte a forme di denuncia sociale, in modo sproporzionato la repressione ed imputazioni improprie che nulla hanno a che vedere con le lotte.

Questi ultimi episodi rappresentano bene il clima che si vive in Italia e che in pochi anni ha prodotto 7000 denunce contro giovani, lavoratori, precari e disoccupati come è accaduto per le lotte degli autoferrotranviari, dei ferrovieri, delle popolazioni di Acerra e Scanzano, per gli operai della FIAT di Melfi, per chi occupa le case e per molte altre situazioni.

Nelle istituzioni si è sempre più venuta affermando la mutazione del Diritto in "delitto" con norme neganti il diritto al "lavoro, reddito, salute, casa, istruzione,assistenza, accoglienza" sanciti dalla Costituzione. Il tentativo in sostanza è quello di equiparare la protesta sociale al terrorismo ed addirittura a forme di malavita organizzata quali la camorra, come sta avvenendo ad esempio a Napoli contro i corsisti ex disoccupati organizzati.

Questo insensato tentativo di criminalizzazione intende coprire una situazione sociale sempre più pesante e drammatica per ampie fasce della popolazione e che registra pesanti passi indietro sul piano dei diritti, della condizione sociale e dei livelli di vita; si pensa , infatti, di rimuovere i problemi reprimendo le risposte che vengono dal paese e che oggi coinvolgono settori sociali sempre più ampi, dagli operai delle fabbriche ai precari e disoccupati, dai pendolari del nord a chi si mobilita contro le devastazioni ambientali e l' inquinamento.

In realtà la profonda trasformazione del paese avuta negli ultimi anni sta producendo un malessere profondo che non trova risposta; l'esternalizzazione e la disgregazione della produzione fuori dalle fabbriche, lo sviluppo, incentivato dal quadro legislativo con la legge Treu prima e con la legge 30 successivamente, del precariato soprattutto nel terziario sia qualificato che dequalificato, il brutale sfruttamento degli immigrati, la diffusione dei bassi salari e dei cosiddetti "working poor" stanno generando profonde distorsioni sociali.

Da una parte avviene una incontrollata distribuzione della ricchezza a favore di chi ha già molto e del sistema delle imprese ed a discapito dei lavoratori dipendenti o comunque subordinati. Dall' altra l'estinzione delle tutele sociali in generale, in particolare nell'ambito del lavoro precario, la riduzione reale dei redditi, accentuata in questi ultimi anni da una potente ripresa del carovita, la insicurezza delle prospettive, soprattutto per le giovani generazioni, sono i sintomi acclarati di una tale situazione.
A questi sintomi non si vuole rispondere cogliendo le esigenze di fondo ma con una attidutine repressiva che non può che preludere ad una esplosione più ampia del malessere sociale prodotto dall' attuale devastante sviluppo.

Il convegno politico-giuridico che andiamo proponendo non intende essere un atto di testimonianza ne solo denunciare questa insostenibile situazione ma vuole andare oltre perché questa non può essere separata dalla necessità di dare spazio ad una contrattazione sociale, ad un "istituto" simile e complementare a quello conquistato sui posti di lavoro, che ridia un equilibrio all' attuale e distorta redistribuzione della ricchezza prodotta: fine della repressione, depenalizzazione dei reati da conflitto sociale e abolizione di quelli associativi, individuazione e formalizzazione degli spazi della contrattazione sociale sono elementi inscindibili tra loro nel quadro di un ulteriore sviluppo democratico della società.

Vi invitiamo perciò a partecipare a questo disegno di vasto respiro per rendere innocua l'azione repressiva ma soprattutto per sostenere la necessità democratica del conflitto sociale e della contrattazione dando anche vita ad un forum tematico permanente che si faccia promotore di incontri nazionali, internazionali e sul territorio, di eventuali proposte, anche di legge, per dare un quadro di riferimento al diritto alla contrattazione sociale, a costituire, in sostanza, un soggetto attivo della lotta nella rivendicazione dei diritti e delle lotte sociali per acquisirli.

RETE PER IL REDDITO SOCIALE ED I DIRITTI

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