da:
http://www.altraofficina.it/ivanillich/Libri/energia%20ed%20equità.htm
"[...]...Intendo qui sostenere che la tecnocrazia prevale necessariamente
non appena il rapporto tra potenza meccanica ed energia metabolica
oltrepassa una soglia precisa e riconoscibile. L'ordine di grandezza entro
cui si trova questa soglia è in buona parte indipendente dal livello della
tecnologia applicata; tuttavia, nei paesi ricchi e in quelli medio-ricchi,
la sua stessa esistenza è finita nel punto cieco dell'immaginazione
sociale. Tanto gli Stati Uniti quanto il Messico hanno superato questa
linea di demarcazione; in entrambi i paesi, ad ogni nuova aggiunta di
energia si aggravano l'ineguaglianza, l'inefficienza e l'impotenza delle
persone. Benché un paese abbia un reddito pro capite di soli 500 dollari e
l'altro di oltre 5000, gli enormi interessi costituiti dell?infrastruttura
industriale spingono entrambi ad accrescere sempre più il consumo di
energia. Una conseguenza è che sia gli ideologi statunitensi sia quelli
messicani chiamano ? crisi energetica ? la loro frustrazione, ed entrambi
i paesi non riescono a vedere che la minaccia di collasso sociale non
deriva né da carenza di combustibile né dal modo dilapidatorio, inquinante
e irrazionale con cui viene impiegata la potenza disponibile, bensì dal
continuo sforzo dell'industria rivolto a ingozzare la società con
quantitativi di energia che inevitabilmente degradano, depauperano e
frustrano la maggioranza della gente. [...]"
era il lontano 1973
A. - Bone....