Autore: andrea_cip@libero.itData: 2005-02-04 14:11 UTC Oggetto: [Consumo critico - Milano Social Forum] L'enigma del carbonio nel
terreno
Caro daniele, un tassllo che va ad aggiungersi alla tua dissertazione sul
picco ed i cambiamenti climatici ... ci mancavano i microrganismi del
terreno "sfaticati".
:)
01.02.2005
L'enigma del carbonio nel terreno
Una nuova teoria risolve le apparenti contraddizioni degli esperimenti
Un enigma che da tempo disorienta i ricercatori climatici che indagano sul
destino del carbonio immagazzinato del suolo è stato finalmente risolto.
Uno studio pubblicato sul numero del 20 gennaio della rivista "Nature"
suggerisce che il riscaldamento globale potrebbe verificarsi anche più in
fretta di quanto si ritiene attualmente.
Recenti esperimenti in laboratorio avevano mostrato che i microrganismi
responsabili della decomposizione del carbonio nel suolo si acclimatano
gradualmente a un incremento di calore e modificano il tasso col quale
liberano biossido di carbonio nell'atmosfera, in modo da continuare a
rilasciarlo con un tasso costante. Tuttavia, questo non si accorda con le
regole della chimica, che prevedono un'accelerazione di queste reazioni man
mano che il clima si riscalda, provocando un incremento della quantità di
biossido di carbonio liberato.
Questa apparente contraddizione fra gli esperimenti e le previsioni
teoriche è stata ora risolta. Un gruppo internazionale di ricercatori,
guidato da scienziati dell'Università di Bristol, ha dimostrato che
l'apparente adattamento biologico dei microrganismi che disgregano il
carbonio può essere spiegato in effetti dalle caratteristiche
contraddittorie del carbonio organico presente nel suolo. Le sue componenti
spaziano da composti simili a zuccheri, estremamente digeribili (labili), a
composti simili a carbone, quasi stabili e che i microrganismi hanno
difficoltà a decomporre. Una mistura così estrema ha finora impedito di
interpretare teoricamente gli esperimenti condotti in laboratorio.
La nuova teoria è stata poi applicata in complesse simulazioni climatiche
al computer (i cosiddetti modelli del sistema terrestre), che finora
usavano soltanto le proprietà del carbonio labile perché sono più facili da
misurare. Ma le stime indicano che il 90 per cento del carbonio
immagazzinato nel terreno è costituito dalle componenti più stabili.
Secondo i nuovi risultati, poiché i microrganismi non mantengono il
rilascio di biossido di carbonio a un tasso stabile come si pensava in
precedenza, un aumento delle temperature provocherebbe un incremento del
tasso di decomposizione delle componenti stabili. Ciò porterebbe a un
maggiore rilascio di biossido di carbonio nell'atmosfera, e a cambiamenti
climatici più rapidi.
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