Author: Andrea Agostini Date: Subject: [NuovoLaboratorio] la jolly rosso trasportava uranio
da lanuovaecologia.it
Venerdì 4 Febbraio 2005
NAVI A PERDERE|La rivelazione del settimanale L'Espresso oggi in edicola
«La Jolly Rosso trasportava uranio»
Sulla motonave dell'armatore Ignazio Messina, inviata nel 1989 dal governo
italiano a Beirut per recuperare circa 2.000 tonnellate di rifiuti tossici,
c'era materiale radioattivo che è stato bruciato a Porto Marghera
«La motonave Jolly Rosso dell'armatore Ignazio Messina, inviata nel 1989 dal
governo italiano a Beirut per recuperare circa 2,000 tonnellate di rifiuti
tossici trasportate in Libano da un'azienda lombarda, trasportava materiale
radioattivo. Per l'esattezza uranio, che è stato bruciato dalla società
Monteco nell'impianto Sg31 di Porto Marghera, dove malgrado la
consapevolezza del pericolo lo smaltimento è proseguito per mesi».
Lo rivela il settimanale L'Espresso in edicola oggi, sottolineando che la
notizia trova conferma nel documento del 28 febbraio 1990 intestato
all'Unità locale socio sanitaria 36 dov'era allora direttore del servizio di
igiene pubblica Corrado Clini, attuale direttore generale del ministero
dell'Ambiente.
«Il referto - scrive il settimanale - include l'analisi della condensa dei
fumi usciti dal forno Sg31 il 19 gennaio e il 7 febbraio 1990. La prima
volta l'uranio fu trovato con una concentrazione di 0,005 milligrammi per
metro cubo, la seconda di 0,004». Quantità «preoccupanti», secondo Gianni
Mattioli, docente di Fisica a La Sapienza di Roma, «che superano le
percentuali allora fissate per legge. Nessuno può ormai negare che sia stata
smaltita una sostanza radioattiva. Anzi - conclude il fisico - è necessario
aprire un'inchiesta per capire che uranio fosse e da dove venisse».