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IMMIGRAZIONE: APPELLO GRUPPO RELIGIOSI, CHIUDERE I CPT /ANSA YBA15585 R CRO S0B S41 QBKP IMMIGRAZIONE: APPELLO GRUPPO RELIGIOSI, CHIUDERE I CPT /ANSA AI VESCOVI, IN ITALIA GESTIONE DISUMANA POLITICHE IMMIGRAZIONE (ANSA) - BARI, 2 FEB - Chiedono che vengano eliminati i Centri di permanenza temporanea (Cpt), luoghi dove, ''molto spesso in assenza dei piu' elementari diritti umani, vengono internati con la forza e per 60 giorni i migranti che non hanno commesso alcun reato, solo perche' considerati irregolari in attesa d'espulsione''. E' l' appello che fa un gruppo di religiosi con una lettera aperta ai Vescovi, ma anche ai credenti e comunque ''a tutti i cittadini e alle istituzioni italiane''. Una lettera nella quale, tra l' altro, e' contenuto ''un severo monito verso chi ancora oggi permette la gestione del Cpt 'Regina Pacis''', retto dalla Curia leccese, dove fino ad oggi sono stati rinchiusi oltre 70 mila immigrati. E si fa esplicito riferimento, parlando del tentativo di fuga di un immigrato, al direttore dello stesso centro, don Cesare Lodeserto, che ''ha partecipato come sempre negli ultimi anni alle fasi di repressione''. La lettera e' firmata da don Angelo Cassano, parroco di Bari, don Alessandro Santoro, parroco di Firenze, padre Michele Stragapede dei Comboniani di Bari, don Albino Bizzotto (Beati costruttori di pace, Padova). E ancora: da padre Giorgio Poletti, padre Claudio Gasbarro, padre Franco Nascimbene (Comboniani di Castel Volturno), don Luciano Saccaglia, parroco a Parma, don Andrea Gallo della Comunita' San Benedetto di Genova, e padre Cosimo Spadavecchia dei Comboniani di Messina. La lettera si apre con una citazione dal messaggio di Giovanni Paolo II dello scorso anno, in occasione della novantesima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato: ''Nessuno resti insensibile dinanzi alle condizioni in cui versano schiere di migranti! Nei campi dove vengono accolti sperimentano talora gravi restrizioni...''. Secondo il gruppo di religiosi, ''la quotidianita' dei migranti e i fatti che continuano ad accadere nei Cpt sono sempre piu' drammatici''. Nei giorni scorsi - si ricorda nell'appello - gettandosi da una finestra, quella dell'ospedale di Lamezia Terme, si e' tolto la vita Said Zugoui, di nazionalita' marocchina e padre di due figli, ''pur di non tornare a vivere nell'inferno del Cpt dove era internato prima del ricovero''. E al 'Regina pacis' di San Foca, nel Salento, sempre alcuni giorni fa l'ennesimo tentativo di fuga e' finito ancora una volta nel sangue. Da una finestra simile a quella dove pochi mesi prima si era gettato un giovane moldavo rimanendo in vita senza l'uso delle gambe, hanno tentato la fuga altri migranti. ''Il risultato - scrivono i religiosi - e' stato lo stesso di sempre: repressione poliziesca e arresto di chi non voleva farsi nuovamente internare''. E questi ''sono solo gli ultimi drammatici episodi, altri ne sono accaduti e ne accadranno in altri Centri di permanenza temporanea di cui e' gia' stata annunciata la proliferazione''. Tutto ''mentre continuano gli sbarchi, le espulsioni e il calpestio dei diritti civili, spesso, anche di chi ha un regolare permesso di soggiorno''. ''Stiamo assistendo negli ultimi anni in questo Paese - sostengono i religiosi - ad una gestione disumana delle politiche sull'emigrazione, puntate quasi esclusivamente sulla repressione, sull'esclusione e sull'espulsione dei migranti in fuga da guerre e carestie''. Un netto rifiuto, dunque, ai Cpt ma anche ''un netto rifiuto della logica repressiva che incrementa razzismo e xenofobia e affronta la questione immigrazione quasi esclusivamente come un problema di ordine pubblico''. Alla stampa e alle televisioni l' invito ''al rispetto, nell'informazione locale e nazionale, della dignita' e delle identita' etniche e religiose dei migranti''. Un invito anche al ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, e al governo in carica ''a rivedere decisioni che hanno il sapore di censure preventive, come quella di impedire ai giornalisti - e' scritto - l'accesso nei 'Cpt'''. Infine, ''un severo monito verso chi ancora oggi permette la gestione del Cpt 'Regina pacis', ne prevede la 'riconversione' in 'Centro di identificazione per rifugiati' o chissa' che altro nascondendosi dietro ai dettami di leggi disumane e dietro a regolamenti di attuazione che 'non garantiscono i diritti dei richiedenti asilo' (come ha gia' dichiarato la Caritas italiana)''. E verso chi continua ''a incamerare denaro sulla pelle dei migranti internati''. E ancora: verso chi ''non ha mai pensato neppure di sospendere dalla direzione del Cpt, almeno sino a quando la giustizia terrena avra' fatto il suo corso, don Cesare Lodeserto (sotto processo oltre che per le gravi violenze fisiche e morali denunciate nel novembre del 2002, anche con la precedente accusa di essersi appropriato di fondi destinati all' accoglienza degli immigrati)''. (ANSA). AME 02-FEB-05 17:57 NN
FINE DISPACCIO
















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