Il Punto
 150mila clandestini l'anno
 Ecco cosa ci regala il non governo dell'immigrazione. Il decreto flussi è uno 
strumento obsoleto che crea clandestinità, sfruttamento, evasione e rallenta 
la crescita economica nazionale 
 
          
 L'importante è essere ottimisti. Cercare di vedere il lato positivo delle 
cose, il bicchiere mezzo pieno. Se avete questo stato d'animo non potrete non 
accorgervi che il decreto flussi 2005 è un buon decreto. Innanzitutto prevede 
un numero di ingressi elevato, consentendo a molti cittadini stranieri 
(lavoratori) ed italiani (datori di lavoro) di uscire dalla clandestinità. 
Quindi cerca di porre un freno alla barbara consuetudine delle file davanti 
agli uffici del lavoro che tanta pena e svenimenti hanno arrecato in questi 
anni. 
Ma in tutti gli articoli che iniziano con un elogio c'è sempre un "ma". 
Il primo riguarda la modalità di presentazione delle richieste ed è una 
diretta conseguenza del secondo "ma". 
Come sapete la modulistica sarà inviata attraverso una raccomandata con 
ricevuta di ritorno che potrà essere presentata il giorno dopo la 
pubblicazione del decreto flussi. 
Ora, considerato che il numerosissimo popolo dei richiedenti si informa in 
tempo reale (ieri il nostro portale ha raggiunto la ragguardevole cifra di 
26.000 visitatori in un giorno), non è difficile immaginare che davanti agli 
uffici postali si creeranno bivacchi notturni con tanto di code aggiuntive a 
quelle, ormai proverbiali, delle poste italiane. 
Sempre meglio di prima, si dirà, visto che gli sportelli postali sono 14.000, 
mentre gli uffici del lavoro dove venivano ricevute le richieste sono 120. 
Visto come si fa a diventare ottimisti? 
Ed è proprio per non guastarvi l'ottimismo che sorvolo sulle modalità 
attraverso le quali verranno stabilite le priorità fra le diverse domande 
(una gara sul filo dei secondi) nonché sui tempi di attesa, che, vedrete, ci 
stupiranno ancora una volta. 
Veniamo al secondo "ma". 
La cifra la prendo dalle colonne del "Sole 24 ore". 
Le richieste di ingresso di cittadini extracomunitari o neocomunitari saranno 
450.000! 
A sostegno della previsione l'autorevole quotidiano cita, fra le altre fonti, 
i 70.000 moduli scaricati dal nostro sito (ma oggi siamo a quota 120.000). 
Già un anno fa sulle pagine di 
www.stranieriinitalia.it avete potuto leggere 
il calcolo che indicava la presenza di oltre 4 richieste di ingresso per ogni 
posto disponibile per un totale di circa 100mila esuberi, che dopo un anno 
sono diventati 300.000. 
Se si tiene presente che almeno il 90% di chi partecipa alla "lotteria dei 
flussi" è già presente sul territorio nazionale, si giunge alla conclusione 
che in questo momento in Italia ci sarebbero 450.000 cittadini stranieri 
clandestini con un lavoro in nero (niente tasse e niente contributi), di cui 
150.000 riusciranno a regolarizzarsi mentre gli altri resteranno fuori fino 
al prossimo turno. 
Tutto questo avviene a poco più di 2 anni dalla più grande sanatoria 
dell'immigrazione nostrana. 
Il ritmo di produzione di clandestini, dunque, è di almeno 150mila unità 
all'anno! E non stiamo considerando quelli che non parteciperanno nemmeno 
alla corsa alle quote, perchè i loro datori di lavoro non hanno nessuna 
intenzione di regolarizzarli... 
Mi sembra abbastanza per affermare che ancora una volta la politica che ispira 
il governo dell'immigrazione italiana ha fallito. 
L'ottimismo, avete visto, ce lo metto tutto, ma proprio non riesco a vedere 
nulla di buono nella modalità del decreto flussi. E' uno strumento obsoleto 
che crea clandestinità, sfruttamento, evasione fiscale, contributiva e, come 
se non bastasse, rallenta la crescita economica nazionale. 
L'immigrazione, come tutti i fenomeni sociali, se non viene governata finisce 
per governare se stessa creando tessuti sociali, precari e senza legami, 
fondati sull'illegalità. 
Su questi terreni presto vedremo nascere le stesse piante dell'emarginazione e 
della rabbia che tanti amari frutti stanno dando in Olanda, Francia ed 
Inghilterra. 
L'immigrazione non è una tematica secondaria in una nazione che non fa più 
figli. 
L'immigrazione di oggi costruisce l'Italia di domani. 
Lasciarla in balia di se stessa ci costerà carissimo. 
(27 gennaio 2005)
 
Gianluca Luciano