[Incontrotempo] La storia di un bambino

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Quello che segue è un racconto scritto da Gabriel Pombo da Silva
pubblicato in Spagna in questi giorni insieme allo scritto "La
dialettica delinquenziale".
Affinchè sia condiviso da altri/e bambini/e - grandi- piccoli/e-
rossi/e- neri/e e castani/e ...

***

LA STORIA DI UN BAMBINO

Conosco la storia di un bambino nato in un paese in cui c`era la
dittatura fascista. Era figlio di una famiglia molto povera che passava
la giornata attorniato da animali, era sempre sporco perchè amava salire
sugli alberi, entrare nelle cave (nelle quali credeva di poter trovare
tesori di antichi re o pirati) e giocare ad essere un indio selvaggio.
Una volta l´ingenuo precipitò dall´alto di un tetto seguendo una
farfalla piena di colori e mentre tentava di prenderla si dimenticò dove
stava e ... finì all'ospedale perché si era rotto la bocca.
Al collegio i maestri lo picchiavano perché parlava una lingua indigena
e questo non piaceva al dittatore. Cosi` il bambino quando poteva
scappava nel bosco dove si meravigliava di tutto.
Un giorno i suoi genitori decisero di andare in un altro paese ... un
paese dove gli uomini e le donne e i bambini/e erano piu' bianchi/e. Un
paese dove (questo dicevano i suoi genitori) avrebbero potuto essere più
liberi e avrebbero potuto guadagnare denaro e uscire dalla povertà e
comprare una casa grande ed essere felici.
I genitori dicevano al bambino: "In questo paese c'e´ una cosa che si
chiama neve ed è bianca e fredda e cade dal cielo per i tuoi
compleanni". Il bambino non capiva perché dovesse lasciare il suo bosco,
il sole, la pioggia, il mare, i fiumi, la sua terra ... Non capiva
cos'era la povertà , forse perché non aveva necessità di cose materiali
e non gli importava indossare vestitini rammendati.
E non capiva cos'era la libertà perché già era libero.
All'inizio era contento di partire dalla sua terra perché voleva
conoscere "la neve che cade dal cielo per il tuo compleanno" come gli
aveva detto la madre. E anche perché non aveva mai visto "uomini e donne
bianchi, bianchissimi e con i capelli biondi come l'oro"...e perché non
sarebbe dovuto andare al collegio dove era picchiato perché parlava la
sua lingua indigena...
Così il bambino partì per la terra dei bianchi dai capelli biondi come
l'oro e dove per il suo compleanno cadeva la neve dal cielo...
Ed era la verita'... la neve cadeva dal cielo per il suo compleanno e le
persone erano molto bianche e molte avevano i capelli biondi come l'oro
e rossi come i pomodori, arancioni come le carote e marroni come le
castagne ... e parlavano una lingua piu difficile di quella del
dittatore. Era una lingua secca e tagliente, militare. E la gente era
fredda e triste come la neve. Dopo qualche tempo il bimbo del colore
delle foglie in autunno voleva tornare alla sua terra ... Non gli
piaceva quel posto dove non capiva gli/le altri/e bambini/e e dove non
lo guardavano con dolcezza negli occhi e dove non c'erano sorrisi nei
visi. Però si fermò lì e imparò la lingua dei nativi dai capelli e dalla
pelle chiara senza sorriso sulle labbra. Il bambino diventò un bambino
grande e conobbe la storia della sua terra attraverso il racconto
degli/delle esiliati/e politici ... e così seppe che la sua terra non
era la terra del dittatore, ma che questi aveva vinto la guerra, aveva
soffocato la rivoluzione riempendo di sangue e miseria la sua terra...e
per questo gli indigeni come noi furono condannati a fuggire da un paese
all'altro...
Il bambino ascoltava triste le storie di lacrime e sangue e oppressione
degli/delle esiliati/e.
E seppe che questi/e non credevano in loro stessi/e e bevevano acqua di
fuoco per dimenticare e cantare canzoni della repubblica, del fronte
popolare e della rivoluzione.
Un giorno il bambino parlò con uno dei vecchi combattenti sconfitti
dall'acqua di fuoco e molto seriamente gli disse: -" Don Antonio io vado
a lottare per la rivoluzione, e non dimenticherò mai le canzoni della
rivoluzione, vado a fare della mia vita un esempio di orgoglio e a
vendicare i/le nostri/e morti/e e le persone torturate e sconfitte. Lo
giuro su dio, Don Antonio."
E Don Antonio iniziò a pingere per l'emozione e il bambino non capiva
perché quel vecchio piangeva così , il vecchio uomo che cantava canzoni
rivoluzionarie.
Il bambino se ne andò solo cantando con il pugno serrato nella sua
lingua indigena una vecchia canzone rivoluzionaria:
"Nere tormente agitano l'aria,
Nubi oscure ci impediscono di vedere
e anche se ci aspetta il dolore e la morte
contro il nemico ci chiama il dovere.
Il bene piu' apprezzato é la Liberta'
si deve difendere con fede e valore
alzando la bandiera rivoluzionaria per
il trionfo dell'emancipazione
Alle barricate. Alle barricate
Per il trionfo della emancipazione"
E così il bambino-grande tornò alla sua Terra a lottare per la Rivoluzione.
E dopo molte battaglie il bambino-grande fu arrestato e rinchiuso. Fu
accusato di essere un delinquente e un anti sociale. E il bambino-grande
diventò un bambino-uomo e fu costretto a sopravvivere a venti anni di
tortura senza Sole, Acqua, Alberi e Animali.
Un giorno riuscì a scappare e continuò a lottare e a parlare della Vita,
dell' Amore, della Rivoluzione e dei Sogni.
Rinchiuso un'altra volta questo bambino-uomo continua a sorridere; e i
suoi occhi sono due nere olive con il sole come pupilla. E tutti gli
uomini (bianchi) ne hanno paura perché non piange né trema, né vuole
nulla da loro.
Solo vuole che il suo sorriso sia contagioso e il suo cuore dia forza a
tutti/e quei/quelle bambini/e che hanno dimenticato che ridere ricompone
le cose e che c'é un Mondo Nuovo in quelli che guardano con amore la
Rosa dei Venti.
E Colorin Colorato questo racconto
tuttavia non é terminato...

Vinceremo

(Gabriel)

***

Il processo contro Gabriel e gli altri compagni arrestati con lui ad
Aachen inizierà il 23 marzo 2005 e durerà sino a maggio.
Per maggiori informazioni e aggiornamenti:
http://www.anarcotico.net/modules.php?op=modload&name=News&file=index&catid=&topic=95&allstories=1


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