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MANIFESTO COSTITUTIVO
"Comitato Indipendente per la Verità sulla Morte di Ilaria Alpi e Miran
Hrovatin"
Il Comitato si pone l'obiettivo di lavorare in modo indipendente per
arrivare a conoscere, a quasi 11 anni dal duplice omicidio di Mogadiscio,
le cause che hanno portato alla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e
portare alla luce i segreti, i depistaggi, le omissioni che hanno coperto
questo "caso" entrato ormai nella coscienza collettiva del nostro paese.
Per raggiungere i suoi obiettivi il Comitato invita gli aderenti, e coloro
che in futuro aderiranno, a seguire con passione e interesse critico i
lavori della "Commissione Parlamentare d'Inchiesta sulla Morte di Ilaria
Alpi e Miran Hrovatin", presieduta dall'onorevole Carlo Taormina (insediata
nel febbario 2004) che continua a non rendere pubblici i propri lavori né
le linee d'indagine percorse (e quelle che intende percorrere nel futuro),
arrivando persino a ostacolare il lavoro dei giornalisti che vogliono
seguire le sedute e conoscere i passi avanti fin quì compiuti dall'organo
parlamentare.
Pretendere quindi dalla "Commissione Parlamentare" di partecipare alle
audizioni come "pubblico" e/o come giornalisti - così come espressamente
previsto dalla "Delibera Istutiva e Regolamento Interno" della Commissione
approvato dalla Camera dei Deputati dove (per esempio) all'articolo 11 -
"Publicità dei lavori" - comma 6 recita testualmente "Fatto salvo quanto
previsto dal "comma 1" (la segretezza di alcune audizioni, ndr) la stampa e
il pubblico possono essere ammessi a seguire lo svolgimento delle sedute in
separati locali attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso".
Disposizione questa sempre disattesa e mai applicata. E lì dove una seduta
venga dichiarata "segreta" è fatto obbligo alla Comissione di comunicare
pubblicamente i motivi che hanno spinto a dichiararla segreta.
La "Commissione Parlamentare d'Inchiesta" è l'ultima spiaggia per cercare
di venire a capo al caso dell'uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, e
capire in quale ambiente è maturato il duplice omicidio (il 20 marzo del
1994 a Mogadiscio) e le complicità che hanno coperto fin quì i mandanti e
gli ispiratori. Con l'autorità che è stata conferita dal Parlamento alla
Commissione d'Inchiesta, questa può ottenere ogni tipo di documentazione
giudiziaria accumulata negli anni dalle Procure della Republica e dagli
uffici di Polizia Giudiziaria che hanno indagato e investigato. Perfino gli
ufici di Sisde e Sismi sono obbligati a formire la documentazione in loro
possesso. Materiali e documenti delicatissimi (e in gran parte inediti) che
per la prima, volta in quasi 11 anni è stato possibile far confluire
contemporaneamente in un unico "luogo istituzionale" dove i Consulenti e i
Comissari della Commissione devono (e dovranno) analizzarli con il massimo
dell'onestà intellettuale. E, pur con il rispetto di tutte le prerogative
di una Commissione d'Inchiesta, con il massimo della pubblicità.
Perchè in quei documenti, ad analizzarli correttamente è possibile che ci
sia la verità. Ed anche la rivelazione di tutti i depistaggi e le
complicità che si sono inseguite in questi anni.
Crediamo che il Comitato possa rappresentarsi e impegnarsi come una "lobby"
efficiente e dalla parte giusta, la parte dei cittadini. E che eserciti
pressioni perchè i lavori della Commissione Parlamentare presieduta
dall'onorevole Carlo Taormina escano dal silenzio imposto dallo stesso
Presidente e vengano divulgati e diffusi a tutti i cittadini senza
esitazioni com'è dovere di un organo parlamentare (pubblico) che dipende
dalla massima istituzione (pubblica) del Paese: il Parlamento.
Il Comitato si impegna a chiedere conto del lavoro svolto ai deputati
dell'opposizione presenti con i propri Commissari nell'Ufficio di
Presidenza della Commissione Parlamentare, e il perchè della loro apparente
inattività e del tacito accordo che sembrano aver instaurato con il
Presidente Carlo Taormina intorno alla massima segretezza dei lavori. Una
segretezza innaturale, anti-istituzionale, non regolamentare e persino
inquietante.
Infine è necessario ricordare che al centro dell'intrigo del caso
Alpi-Hrovatin si trova un giovane ragazzo somalo - Omar Ashi - che sta
scontando una condanna a 26 anni di progione che gli è stata inflitta dalla
Corte di Assise, ( successivamente confermata dalla Corte di Appello) per
"complicità" nell'omicidio.
Una condanna abnorme effetto di due processi abnormi per un colpevole
apparentemente "perfetto".
Anche la posizione di Omar Ashi sarà analizzata con attenzione e scrupolo
dal Comitato Indipendente attraverso la documentazione non classificata che
la Commissione Parlamentare ha il dovere di rendere pubblica alla stampa e
ai cittadini.
Come Comitato Indipendente chiediamo da subito, come primo atto della
nostra attività, che la Commissione Parlamentare renda pubblico il
calendario e le date delle audizioni e un report mensile sull'andamento dei
lavori consultabile sul sito web istituzionale che la Camera dei deputati
ha messo a diposizione della Commissione Parlamentare.
L'impegno che chiediamo a quanti decideranno di aderire al Comitato
Indipendente è quello di prendere consapevolezza di far parte di un
"movimento di opinione" che rivendichi con civile determinazione il diritto
ad essere informati: scrivendo sui propri giornali, sui siti web di
riferimento dell'informazione indipendente, parlandone in convegni e
appuntamenti politici e culturali. In ogni sede dove è (e sarà) necessario
farlo.
Il Comitato è aperto a tutti.
Facciamo quindi appello ai giornalisti, agli operatori dell'informazione,
alle forze politiche e parlamentari, alle organizzazioni che si battono a
tutela della libertà di informazione, le associazioni in difesa dei diritti
umani, le forze sociali che ancora dimostrano forte passione civile per
l'impegno nella ricerca della verità, agli avvocati e ai giuristi
democratici, di aderire al Comitato Indipendente per la Verità sulla Morte
di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin".
Il Comitato Indipendente avrà molte domande da rivolgere alla Commissione,
al suo Presidente e ai Commissari. Il nostro compito sarà quello di
analizzare e vigilare sulle risposte e sui comportamenti.
Per Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Ma anche per Omar Ashi. Oltre che per noi.