Nella nostra società detta \"sessualmente liberata\", non si smette di
parlare della sessualità (etero e patriarcale) da tutte le parti, ma la
contraccezione e l\'aborto rimangono ancora dei tabù nelle scuole, le
famiglie, i media, gli spazi pubblici... Chi sa che dopo essere stato
\"crimine contro la sicurezza dello State\" (nel 1942), l\'aborto,
autorizzato già da trent\'anni, non è stato depenalizzato prima del 2001?
Tra la legge e la realtà, un abisso
Chi conosce le condizioni rivoltanti nelle quali molti aborti sono
tuttora praticati in Francia? Chi sa che il tempo medio di attesa di tre
settimane per ottere un appuntamento in un centro di aborto obbliga le
donne a partire all\'estero mentre ancora stanno in tempo? Che alcuni
medici tentano ancora di colpevolizzare le donne che decidono di
abortire? Che certi interventi sono ancora praticati senza anestesia? Che
troppe poche donne hanno accesso all\'informazione perché possano
scegliere tecniche mediche e chirurgiche di aborto?
Mentre dal 2001 il limite è passato a dodici settimane di gravidanza (nei
Paesi Bassi non si parla di limite, l\'unico limite essendo la viabilità
del feto...), certi ospedali continuano a rifiutare gli aborti oltre
dieci settimani, obbligando le donne a fare viaggi di centinaia di
kilometri verso un altro centro francese o anche all\'estero.
L\'onnipotenza della professione medica è inammissibile. Non più dei capi
religiosi, i medici non devono dirigere le nostre vite.
Lo Stato, reazionario
Che sia l\'ammendamento Garaud che tentava di far diventare delitto le
\"interruzioni involontari della gravidanza\", o il tentativo di dare uno
stato giuridico all\'embrione davanti alla Corte europea dei diritti
umani, o la persecuzione di \"SOS tout-petits\" nei contronti del \"Planning
familial\", gli attacchi contro il diritto all\'aborto sono numerosi. Ma
che dire di un ministro della salute che, nel 2004, ha scritto
l\'introduzione a un libro, criticando le interruzioni mediche delle
gravidanze e glorificando l\'istinto materno?
O del fatto che il Ministero degli affari sanitari e sociali ha appena
cancellato la questione delle donne dalle sue priorità? La realtà è che
lo Stato abitualmente cerca di frenare le rivendicazioni dei movimenti
femministi. Ogni progresso sociale e politico è sempre frutto di lunghe
lotte. Infatti abbiamo dovuto lottare per tre anni dopo l\'introduzione
della legge del 4 luglio 2001 prima che arrivasse il decreto che lo
attuava (e poi solo in parte). Nonostante questo, l\'assenza di mezzi
reali produce una vera regressione dei diritti. Infatti, dal momento che
l\'aborto non è economicamente \"produttivo\", le cliniche provate che
assicurano quasi il 50% degli aborti in certe regioni hanno smesso di
praticarli.
Per quanto riguarda l\'acesso ai mezzi di contraccezione invece, è sempre
insufficiente. Se la contraccezione è diventato socialmente accettata,
non è così a livello individuale: il 50% delle ragazze che sbarcano sulla
loro vita sessuale non utilizzano contraccezioni. E molte donne adulte
conoscono a livelli insufficienti i loro corpi, i diversi mezzi di
contraccezione (non c\'è solamente la sempiterna pillola...), i ricorsi
dopo un rapporto non protetto, e così via. Se il diritto all\'aborto e
alla contraccezione viene sempre ridicolizzato, e sempre nel nome di un
ordine morale patriarcale che vuole spossessare le donne dei loro corpi,
di imporre loro la maternità come un dovere e di convincere loro che
l\'aborto è un fatto \"traumatico\".
No, noi donne non abortiamo perché ci troviamo in situazioni di \"angoscia
psico-sociale\". No, l\'aborto non è un atto \"estremamente grave\" né un
\"estremo ricorso\". Non è né una parte del piacere nè una banalità, ma
soprattutto non è una tragedia: è l\'espressione della nostra libertà di
scegliere, del nostro rifiuto di essere schiave del destino della
sacrosanta maternità.
Le leggi non sono mai sufficienti per cambiare la società. Solamente
mobilizzandoci possiamo ottenere quello che vogliamo.
Rivendichiamo:
* Aborto e mezzi di contraccezione assolutamente gratis
* Pari accesso per tutte all\'aborto, incluse le minorenni e le donne
straniere senza permesso di soggiorno
* L\'allungamento dei limiti di tempo
* Campagne informative pubbliche sui diversi mezzi di contraccezione
(femminile e maschile) e sull\'aborto
* Una vera educazione sessuale nelle scuole e altrove
* Un aumento nel numero dei centri di interruzione volontario della
gravidanza. * Il rafforzamento dei luoghi come i centri di regolazione
della fertilità e di consultazione di ginecologia medica.
Perché i corpi delle donne appartengano solo alle donne, dobbiamo
abbattere il patriarcato!
Organisation communiste libertaire - Paris (OCL)
c/o Egregore, B.P. 1213 - 51058 Reims Cedex
http://oclibertaire.free.fr
Offensive libertaire et sociale - Paris (OLS)
21 ter, rue Voltaire - 75011 Paris
ols.paris@???
http://offensive.samizdat.net
Traduzione a cura di FdCA-Relazioni Internazionali
http://www.fdca.it
Da: Offensive Libertaire & Sociale - Paris <ols.paris@???>
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