L'idea di un gruppo di giovani romani: "Vogliamo garantire visibilità alle
aziende, facendogli pubblicità". L'esproprio proletario? Si paga. L'offerta
di un sito internet: costo base, 5000 euro.
Articolo di MARCO OCCHIPINTI
Farà parlare di sé il sito internet che da qualche giorno si è affacciato
sul web. Ma prima di ogni polemica bisogna chiarire l'equivoco: non si
tratta di un sito no global che inneggia alle azioni di "spesa proletaria"
dei precari al supermercato Panorama e alla Feltrinelli dello scorso 6
novembre. Ma dell'ultima campagna marketing di un'agenzia di comunicazione
della capitale. Il sito parla chiaro: «
www.espropriproletari.com
un'opportunità unica per far conoscere la tua azienda sul territorio
nazionale. È un servizio rivoluzionario in grado di garantire la visibilità
del vostro marchio su tutta la stampa nazionale. Si rivolge alle catene
della grande distribuzione, ali ipermercati, alle imprese della
ristorazione». I dubbi si dileguano del tutto alla spiegazione di come
funziona: «un gruppo di operatori specializzato è inviato sul punto vendita
per sottrarre merci nell'ambito di un'azione eclatante di sicuro impatto».
Insomma per ottenere pubblicità gratis sui media viene proposto un finto
esproprio proletario, organizzato ad arte come se fosse vero: «le merci
vengono rubate veramente - precisa il sito - e tutto quello che avviene sul
punto vendita è garantito come reale al 100%».
L'idea è venuta a Gin, guerrigliamarketing.it, agenzia di comunicazione
fondata da un gruppo di giovani romani esperti di comunicazione e
provenienti dal mondo dell'underground capitolino. «L'idea dei soci di
guerrigliamarketing.it - racconta Sara Massacesi,33 anni, projectmanager del
gruppo - è stata quella di reinvestire le nostre competenze specifiche
(informazione indipendente, cultura della strada, linguaggi urbani) con lo
scopo di creare massima visibilità al cliente, al costo minore, con un
budget quasi pari allo zero. Stanchi di vedere saccheggiata la nostra
cultura dai guru del marketing delle grandi multinazionali, abbiamo deciso
di usare la nostra creatività per farci pagare. Il nostro motto parla
chiaro: entrare nel mercato per fotterlo».
Con queste premesse si è arrivati alla campagna espropriproletari.com, che
come spiega il sito, va dall'offerta base, «esproprio tradizionale con
volantinaggio, striscione e "megafonata" sul caro vita con un centinaio di
manifestanti (costo: fino a 5.000 euro in merce più 20% spese di
produzione)», all'offerta de luxe: con l'aggiunta «di una processione con
statua di San Precario e oltre duecento manifestanti», per concludere con
l'offerta élite che prevede soluzioni pirotecniche e presenza di almeno un
leader no-global (costo: oltre 10.000 euro in merce)». Ma è tutto legale? E
soprattutto è tutto vero? «Certo che è tutto vero - risponde Andrea Natella,
36 anni, vicedirettore creativo di Giri - siamo già stati contattati da una
grossa catena di distribuzione nazionale. Al resto badano i nostri legali».
Insomma quelli di Gm dicono di fare sul serio. Presto si scoprirà come la
prenderanno le forze dell'ordine e ancor prima i militanti no global.
Tratto da "Roma - Cronaca" de "la Repubblica" del 20 Gennaio 2005.
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