[Forumlucca] Salò e nuovi fascismi

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Autor: Alessio Ciacci
Datum:  
Betreff: [Forumlucca] Salò e nuovi fascismi
La destra riabilita i collaborazionisti di Salò e nega i soldi per il 25 aprile
di Wladimiro Settimelli

Sì, è tutto vero. Il governo non ha ancora stanziato una lira per le celebrazioni del 60ennale della Resistenza e per le manifestazioni che si svolgeranno, quest?anno, in tutto il Paese. Lo aveva confermato, l?altro giorno, il presidente dei senatori del Pdci Luigi Marino, commentando la «calendarizzazione», da parte del Senato, del disegno di legge presentato da Alleanza nazionale e da altri senatori del centro destra, per il riconoscimento della qualifica di militari belligeranti a quanti prestarono servizio nella repubblica di Salò dal ?43 al?45.

Ora si dice belligeranti. Ieri, intanto, la notizia sul mancato finanziamento per celebrazioni della Liberazione, è stata confermata dai dirigenti dell?Anpi, l?Associazione dei partigiani, che hanno ricordato come il provvedimento per i finanziamenti in questione, sia in attesa a Palazzo Madama, fin dal 4 febbraio dello scorso anno.

Sulla scandalosa vicenda del riconoscimento dei «repubblichini» come «militari belligeranti», era stato per primo il senatore Armando Cossutta,partigiano combattente e dirigente onorario dell?Anpi, ad occuparsi della cosa. Poi le associazioni partigiane e combattentistiche civili e militari, l?Associazione dei perseguitati politici antifascisti, la Federazione dei Volontari della Libertà, la Federazione italiana delle Associazioni partigiane e l?Aned, l?Associazione degli ex deportati nei campi di sterminio, si erano riunite e avevano stilato un durissimo documento che avevano inviato a tutti i partiti. In quel documento, si ricordava la gravità dell?iniziativa, precisando tutta una serie di fatti inequivocabili. Prima di tutto, scrivevano le associazioni partigiane e antifasciste e quelle dei deportati, la sola idea di un provvedimento del genere risultava oltraggiosa per tutti coloro che erano morti per la libertà d?Italia, militari o civili che fossero. Risultava oltraggiosa anche per la memoria delle migliaia di ebrei italiani deportati e morti nei campi di sterminio e oltraggiosa per gli impiccati, i torturati, i massacrati alle Ardeatine, a Marzabotto, a Sant?Anna di Stazzema, a Cefalonia, e per quei 650 mila soldati italiani che, rinchiusi nei campi di prigionia nazisti, avevano solennemente rifiutato di servire nell?esercito di Salò e di combattere per Hitler e Mussolini. Nel documento inviato a tutti i partiti dalle associazioni partigiane e antifasciste, si ricordava, inoltre, che la Repubblica sociale italiana non era un vero e proprio governo, ma una specie di ente voluto soprattutto dai nazisti che erano scesi ad occupare il nostro Paese e se ne erano serviti solo per ritardare la sconfitta in Italia.

Nello stesso documento si ricordava, inoltre, come il legittimo governo nato a Sud, aveva dichiarato ufficialmente guerra agli stessi nazisti e ai loro «collaboratori». Che altro erano gli uomini in camicia nera , a Salò, se non dei collaborazionisti che aiutavano il nemico a rimanere nel nostro Paese? Tali, dunque, erano stati dichiarati anche ufficialmente dal governo italiano legittimo. Non solo: nella parte finale della guerra, gli uomini di Mussolini e di Graziani erano stati utilizzati, soprattutto a Nord - dice ancora il documento delle associazioni antifasciste - per tutta una serie di ferocissimi rastrellamenti e uccisioni. Nelle grandi città, la guardia nazionale repubblicana, gli uomini della «Muti» e quelli delle varie bande del regime, si erano invece occupati, nelle apposite camere di tortura,di molti civili innocenti, degli antifascisti, degli ebrei, dei gappisti e dei poveri giovani che non avevano risposto ai bandi di arruolamento di Graziani.

La prossima settimana, comunque, i dirigenti delle associazioni partigiane civili e militari, quelle dei superstiti dei campi di sterminio e quelle degli antifascisti, si recheranno dal Presidente della Repubblica Ciampi per gli auguri del nuovo anno. Non è escluso che, in questa occasione, sia affrontato anche il problema del mancato finanziamento alle celebrazioni per il sessantesimo anniversario della Liberazione.

Mobilitazione. Nel frattempo, grande mobilitazione antifascista in molti piccoli e grandi comuni italiani. Ormai non si contano più le strade e le piazze intitolate, in mezza italia, ai gerarchi fascisti o ai fondatori del neofascismo missino. Ad ad Arezzo, per esempio, proprio in questi giorni, le organizzazzioni antifasciste hanno protestato contro i consiglieri comunali di Alleanza nazionale che, nella sede del loro gruppo, hanno attaccato ad una parete un ritratto di Mussolin, alla faccia della svolta di Fiuggi

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