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La Puglia per prima
Anna Pizzo
14 gennaio 2005
Tra le molte cose che succedono domenica, ce ne sono almeno un paio che ci
stanno particolarmente a cuore. La prima è il Cantiere "Fuori programma"
che si tiene a Roma dalle nove del mattino alle sei di sera presso
l'Angelicum University press (Largo Angelicum1, angolo via Nazionale).
Molti sanno di cosa si tratta ma per chi ancora non lo sa, il sito di
Carta fornisce il programma, il comunicato e altre informazioni e alcuni
commenti.
Senza enfasi, possiamo dire che si tratta di un piccolo fatto storico che
per la prima volta vede assieme, nella promozione e nella realizzazione,
nelle intenzioni e perfino [ci pare] nell'ispirazione, giornali
diversamente collocati, di differente periodicità, alcuni vicini a partiti
altri non solo distanti ma in qualche misura estranei. Eppure, un felice
corto circuito ha prodotto una scossa elettrica, e dunque una energia,
destinata [almeno nelle intenzioni] a non disperdersi.
Ma c'è un secondo evento "storico" che si produrrà questa domenica: sono
le elezioni Primarie che la Gad ha deciso di svolgere in Puglia perché
siano i cittadini e non le riunioni di partito a scegliere quale sarà il
candidato del centro sinistra alla presidenza della regione.
Da mesi Carta, per non prendersi troppo sul serio ma anche per marcare una
attenzione necessaria, ha promosso sul giornale le Secondarie, una sorta
di sondaggio per conoscere l'orientamento dei lettori/elettori [e non] sui
punti più importanti del programma di centro sinistra. Poiché i partiti si
esercitano troppo sui nomi e troppo poco sui contenuti, giudicandoli
"secondari", ecco che le Secondarie, per noi, diventano Primarie.
Ora, invece, e per la prima volta a memoria di elezione, si decide che a
decidere [ancora sui nomi, ma in qualche misura anche sulle questioni di
fondo] sia la società civile pugliese che in centosei "seggi" installati
in altrettanti comuni grandi e piccoli della Regione, depositerà una
semplice scheda che richiede una semplice croce: sul nome di Nichi
Vendola, proposto da Rifondazione e Verdi, o su quello di Francesco
Boccia, proposto da Ds e Margherita. A poche ore da quel voto che,
comunque vada, è destinato a rappresentare un precedente importante e un
punto di non ritorno nella "conquista" di spazi di partecipazione
democratica, i due "aspiranti" candidati [vedi in proposito il reportage
di Carta sul numero 2 del 2005 attualmente in edicola] fanno finalmente la
loro comparsa sui media. Finora, infatti, nonostante la eccezionalità
della iniziativa, di loro poco si sono occupati i giornali e le
televisioni locali e praticamente per nulla quelli nazionali. Segno che o
la cosa è priva di ogni interesse oppure [ed è questa la nostra
convinzione] lo è troppo, tanto da indurre qualcuno ad auspicarne
l'oscuramento.
Abbiamo il sospetto che tra i più infastiditi ci sia Massimo D'Alema, che
di Boccia ebbe a dire che non ne voleva neppure sentir parlare [salvo poi
ripescarlo frettolosamente] e di Vendola che la sua sola candidatura
avrebbe fatto perdere le elezioni.
I due contendenti lo sono così poco che si sono presentati alla stampa
assieme e Vendola continua a dire che la vittoria sta già nell'essere
riusciti nell'ardua impresa di aver fatto nascere le Primarie. Tuttavia,
inutile negarlo, differenze tra Boccia e Vendola ci sono e, poiché non
vogliamo essere "troppo" partigiani, ci limitiamo alle loro ultime
dichiarazioni, così come le peschiamo dalle agenzie di stampa di oggi.
Boccia: occorre, dice, ''un nuovo sistema di incentivazione. Non ci
saranno più risorse per i contratti di programma per le imprese non
pugliesi. Chi vuole investire in Puglia lo dovrà fare con le nostre
imprese. Preferisco abbassare qualche saracinesca di ipermercato ma
salvare qualche piccola impresa agricola''. Vendola: "Nessuno dei due
candidati perde, anche se uno solo vincerà. Questo dibattito ha aperto le
porte e le finestre del centrosinistra ad un vento positivo, fatto di
culture politiche nuove, di riflessioni sui temi più sentiti della nostra
gente: diritto al lavoro, ambiente, lotta alla povertà''.
Secondo Vendola gli elettori ''dovranno decidere se premiare come offerta
vincente le sicurezze psicologiche legate ad una discreta competenza
tecnocratica o invece un programma che evoca una critica di fondo a un
modello di sviluppo che ha sfruttato il Mezzogiorno e ha aperto una crisi
di prospettiva traumatica in tutte le forze vitali che abitano il Sud
Italia''.
Il 17 mattina la Puglia si sveglierà con il candidato prescelto il più
realmente possibile "dal popolo": Ma, soprattutto, si sveglierà mutata.
Dipende da come vorrà usare questa mutazione antropologica.
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